Intelligenza 

L’intelligenza, nelle neutre proporzioni degli psicologi, sta ai fenomeni psichici come la sensibilità ai fenomeni affettivi e la percezione ai fenomeni motori. Oppure significa l’arte del comprendere (l’intelligenza delle verità eterne, diceva Malebranche), o in forma metonimica indica al plurale gli esseri incorporei che popolano invisibili l’universo dei mistici o dei teosofi. Se la si contrappone all’intuito, implicitamente subordinandola ad esso come fa Bergson nell’Évolution créatrice, serve a scomporre e a ricomporre all’infinito un sistema astratto di discontinuità che non ha riscontri nella bellezza unitaria del mondo reale. Infine se, come s’usa nel linguaggio comune, la si oppone alla stupidità, diventa il criterio per stabilire una graduatoria tra i lenti Frisoni e i Berberi veloci come il vento, riprendendo una bella immagine di Galileo.

Ma chi scrive in questi ultimi tempi si trova spesso a chiedersi se l’intelligenza nell’ultimo senso esista o non sia una tautologia illusa. Cos’è intelligente: un certo comportamento. Quale? Quello che io ritengo intelligente. E qual è quello che tu ritieni intelligente? Quello che ubbidisce a certi parametri. Quali parametri? Quelli che io ritengo intelligenti... Nel linguaggio informatico questo si chiamerebbe un loop: nella sua forma più semplice, l’istruzione A dice al computer di andare all’istruzione B e l’istruzione B gli dice di andare all'istruzione A. Un bel risultato, non c’è che dire, dopo aver inseguito per tutta la vita quest’Araba Fenice! Tanto più che di recente s’è sentito rispondere da qualcuno cui aveva comunicato i suoi rovelli, coll’intelligenza del cuore che supera d’un balzo tutte le lucubrazioni della mente: 

L’intelligenza non so bene che cosa sia ma certo è tante cose diverse e spesso distribuite in modo capriccioso. Ci sono persone del tutto illetterate che possiedono un’intelligenza della pietà tale da farmi arrossire: hai presenti certe donne che, dinanzi a un malato o a una di quelle sofferenze che agli intellettuali creano imbarazzo all’ennesima potenza (compreso l’imbarazzo dell’imbarazzo), sanno fare il gesto giusto o dire la cosa giusta... Forse che non è intelligenza quella? 

E non ha potuto far altro che chiedersi: “Ma perché diavolo non ci avevo pensato prima? Forse perché io sono un uomo?”.

Miserrimus