Un Polo Ecologista
nell’ Unione a Savona

La nuova sede dei Verdi, che da troppo tempo mancano dal consiglio comunale, sarà un ottima occasione per aprire una discussione

di Danilo Bruno

 

L’ interessante nota di Sergio Acquilino sul recente numero di Trucioli Savonesi, di cui voglio salutare il ritorno con grande piacere, apre un importante ed ulteriore dibattito nella sinistra savonese e non solo.

Concordo con Acquilino che la scelta del candidato sindaco da parte dei DS sia avvenuta nel peggiore dei modi possibili e che sia auspicabile una riflessione dell’ intera coalizione non sul nome poiché nessuno discute la professionalità e l’alto profilo intellettuale di Federico Berruti ma quantomeno sul metodo poiché una scelta fatta nelle segreterie del partito mentre nelle sezioni era aperta una consultazione di merito e metodo introduce dubbi sulla concezione della democrazia e della partecipazione popolare di dirigenti DS.

A sostegno di tale tesi emergono infatti in questi giorni numerose prese di posizione, che contestano proprio il metodo e che dimostrano l’esistenza di un partito ancora vivo e vitale, che avrebbe voluto discutere e confrontarsi sui nomi e sui programmi collegati. Questo dato si incrocia poi con quello della discontinuità rispetto alle scelte della Giunta Ruggeri poiché il metodo usato lascia seri dubbi su quale discontinuità si voglia segnare rispetto alle precedenti giunte e sarà compito del candidato sindaco e dei partiti della coalizione segnare una reale svolta politica  e programmatica.

Proprio sul programma io credo che si giochi una partita decisiva per una reale svolta nella nostra città e per costruire un progetto discontinuo rispetto alla Giunta Ruggeri .

Tempo addietro l’ associazione Aprile per la Sinistra aveva posto al centro dell’ attenzione delle forze del centrosinistra alcuni punti di programma tra i quali emergeva la chiusura della discarica di Cima Montà.

Esso , così come posto, potrebbe apparire un mero dato di fatto dato che la discarica è già giunta ad esaurimento praticamente se non si considera valido il progetto di ampliamento che Comune ed ATA continuano a proporre.

Chiudere Cima Montà acquista invece un notevole valore simbolico se viene associato ad una strategia politico culturale, che porti tutte le cittadine e  i cittadini a considerare l’ ambiente come bene comune, di cui si deve fare carico l’ intera collettività per preservarlo per le future generazioni.

Chiudere Cima Montà vuole dire infatti:

 

·  Aprire un confronto con la Provincia per una politica dei rifiuti, che privilegi il compostaggio e la raccolta differenziata spinta al massimo e porta a porta ;

 

·   Riformare la “mission” dell’ ATA per farla divenire una azienda pubblica di ambito sovracomunale e volta ad essere il braccio operativo degli enti locali dato che i rifiuti da “problema” possono divenire una vera risorsa per la collettività;

 

·   Rifiutare la logica della discarica e dell’ inceneritore per andare verso nuove pratiche così come sembra che sia la destinazione finale del Piano provinciale dei Rifiuti nellas ua versione rivisitata;

 

·  Recuperare il progetto verde della giunta Marengo, che voleva dire creare una rete di sentieri nella fascia collinare ,riscoprire e valorizzare le aree napoleoniche,permettere il rilancio dell’ agricoltura locale,della selvicoltura e del turismo rurale ma soprattutto fare della fascia boschiva una risorsa per la conservazione della biodiversità e per la riscoperta del territorio da parte degli abitanti di Savona e degli ospiti;

 

·  Riscoprire la fascia collinare vuole poi dire anche permettere di percorrere il bosco con la conseguente necessità di tenerli puliti, riducendo gli incendi boschivi e i rischi di abbandono e di degrado oltre a consentire la riscoperta di monumenti di pregio come il romanico savonese (San Pietro e Paolo) o l’ antico villaggio di Cà di Ferrè o le zone interessate dalla Lotta di Liberazione e i relativi cippi.

Se questo può voler dire “chiudere Cima Montà” è altrettanto evidente che all’ interno della coalizione si deve consolidare un polo politico e culturale che porti avanti la problematiche dell’ ambiente come bene comune alla luce anche del documento discusso dalle associazioni ambientaliste al Primo Forum Sociale Provinciale.

Evidentemente tale polo dovrà essere aperto e permeabile alle esperienze di movimento e di associazionismo nate a Savona in questi anni e soprattutto dovrà avere quale funzione primaria la ricomposizione dell’ Unione pure al comune di Savona su equilibri più avanzati dal punto di vista ambientale , sociale e culturale.

A Savona venerdì 14 ottobre verrà inaugurata la nuova sede dei verdi, che da troppo tempo mancano dal consiglio comunale e questa potrebbe essere una nuova è ottima occasione per aprire una discussione più avanzata nel centrosinistra e per andare verso la costruzione di un polo ecologista nell’ Unione in città.

                                                        Danilo Bruno