Verso le elezioni politiche 2006:

 

 Attenti a quei quattro

 

Pedrini e gli altri  a volte ritornano 

Perché Savona dovrà scegliere meglio  i suoi rappresentanti in Parlamento

 

Enrico Nan (Forza Italia), Stanislao Sambin (Forza Italia), Egidio Pedrini (Udeur), Massimo Zunino (Ds).  Sono i quattro parlamentari savonesi accasati a Palazzo Madama e a Montecitorio nella legislatura che tra pochi mesi andrà a conclusione.

Quattro personaggi che avrebbero dovuto rappresentare, confortare e tutelare gli interessi delle comunità che li hanno eletti. Cosa hanno fatto? Come si sono rapportati con il territorio, con le istituzioni locali e con i cittadini? Quali iniziative hanno caratterizzato la loro attività?

Non è simpatico né il caso di fare graduatorie, né elencare il numero delle firme su interrogazioni, interpellanze o decreti legge, oppure il numero degli interventi a Palazzo Madama o a Montecitorio. Non è quello a fare la differenza. E’ invece importante una riflessione su come avrebbero dovuto interpretare il ruolo di parlamentare e di sentirsi coinvolti nei problemi e nelle aspettative della propria gente, nei mutamenti nel tessuto sociale ed economico.

Partecipi, insomma. E su questo versante, come è emerso in modo palese per alcuni (Sambin e soprattutto Pedrini, a proposito chi era costui?), gli elettori hanno avuto tempo e modo per valutare qualità, comportamento, presenza e spessore.

Su un fronte e sull’altro dello schieramento. Poco o nulla ha funzionato.

A cominciare dal dialogo con il cittadino-elettore.

Un rapporto che dovrebbe proseguire e arricchirsi anche dopo averne ottenuto il voto. Per illustrare il proprio lavoro in Parlamento, per spiegare la propria posizione su una legge (Cirami, conflitto di interessi, salva Previti e via discorrendo con i provvedimenti ad personam) o sulle varie Finanziarie con i tagli e le (spiacevoli) conseguenze per le tasche dei cittadini. O anche solo per ascoltare, per raccogliere proposte, appelli e richieste. Per immergersi nella diverse realtà sociali ed economiche di città, paesi, borgate. Di una provincia dalle molte facce e alla ricerca di vecchie e nuove vocazioni. E poi i rapporti con sindaci e amministratori di vario ordine e grado, con commercianti, imprenditori, circoli e associazioni. Con il mondo del lavoro e dell’imprenditoria, della scuola e della sanità, con la società civile. Per confrontarsi. Per parlare ed ascoltare. Per allacciare un dialogo che quasi mai è andato oltre un flebile balbettio.

Le (solite) promesse elettorali si sono rivelate fallaci, si sono dissolte nell’anonimato come i cittadini-elettori, anche i più distratti e distaccati, hanno avuto modo di constatare. Il caso più emblematico è quello di Egidio Pedrini, mastelliano ondivago, miracolato dall’Ulivo nel 2001, desaparecido per i restanti anni, riapparso, come un fenomeno carsico, in odor di elezioni e a caccia di improbabile candidatura. A volte ritornano. 

 

Il Bruco