Un appuntamento settimanale di valore documentale LE TRASFORMAZIONI URBANISTICHE A SAVONA Com'è cambiata la Città e perchè |
LA COSTRUZIONE DI VIA PALEOCAPA |
Via Paleocapa rappresenta la via più belle ed elegante di Savona, vale la pena davvero ricostruirne la storia. A questa importante strada era già stato dato il nome di Pietro Paleocapa (ministro dei lavori pubblici, nel Governo Cavour, cui Savona era grata per aver promosso la linea ferroviaria con Torino), quando ancora non si sapeva dove sarebbe stata localizzata. Il Consiglio Comunale di Savona aveva, infatti, deliberato, dal 1861, che la strada d'accesso alla stazione sarebbe stata intitolata all'eminente uomo politico, quando ancora non si sapeva ancora dove sarebbe stata ubicata la stazione stessa. L'anno dopo di discussero le caratteristiche della nuova arteria e nel 1864 si approvò il “Regolamento d'ornato”, nel quale era precisato, tra l'altro, che gli edifici della piazza della Stazione e della strada fra questa ed il centro della Città dovevano essere porticati nella fronte esterna, indicandone anche le misure. Alla metà dell'Ottocento, per giungere alla costruzione della nuova arteria, sia per quanto riguardava la direzione, sia per la larghezza, non mancarono le discussioni che durarono per molti anni. Stabilito, infine, che la Stazione doveva sorgere sulla sponda sinistra del Letimbro, si poté tracciare la nuova strada verso il centro cittadino (allora, nella zona compresa tra via Manzoni ed il Letimbro non esistevano che orti ed agrumeti) e si seguì il percorso di un modesto viottolo, esistente da tempo, ed indicato con il nome di vico del Molino. I primi due palazzi che tracciarono la strada furono quelli tra l'allora piazza principe Umberto (attuale Piazza del Popolo) e la piazza Paleocapa (odierna Piazza Mameli) e riguardavano, appunto, la realizzazione della strada d'accesso alla stazione ferroviaria: era il 1868, lo stesso anno dell'arrivo del primo treno nella modesta baracca che, appunto, era definita come stazione. Aperto il primo tratto i lavori di completamento procedettero veloci: altri palazzi si aggiunsero ai primi e nel 1871 la strada arrivò alla lunghezza di 330 metri ed era già descritta come la più bella tra le vie nuove “con portici grandiosi ed eleganti e fiancheggiata da alti caseggiati”, arrivando alla via Pia dove, nelle iniziali intenzioni, avrebbe dovuto fermarsi definitivamente dato che ormai lo scopo era stato raggiunto: quello di collegare la stazione con il centro cittadino, allora rappresentato appunto da via Pia. Dal 1880 partì l'idea di prolungare via Paleocapa fino al porto. I lavori di demolizione die vecchi caseggiati e lo sbancamento di parte della collina del Monticello, che si parava come ostacolo al progetto, iniziarono nel 1893 e nel 1898 la via Paleocapa arrivò alla Piazza Leon Pancaldo. Per trasportare i cumuli dei detriti ed il materiale di scavo fu installata una linea di vagonetti “Decauville” che, attraverso via Paleocapa, piazza della Stazione e via Venti Settembre, raggiungeva la Foce. In pochi anni sorsero i nuovi fabbricati tra via Pia e Piazza Leon Pancaldo che mantennero le stesse caratteristiche dei precedenti. Rimase per ultimo il tratto sul lato destro, tra l'attuale Piazza dei Consoli (Sant'Andrea) e la via Quarda Superiore. Per quasi tutto il primo decennio del Novecento proseguì su quest'area, rimasta in parte da sbancare, il prelievo della materia prima per la lavorazione delle stoviglie e la successiva costruzione del “Palazzo dei Pavoni” segnò anche la fine delle ultime due fabbriche savonesi di stoviglie. Se si eccettuano i lavori di pavimentazioni eseguiti, nel primo decennio del novecento con tacchi di pietra di Spezia e, nel secondo dopoguerra (1959) con cubetti di porfido (contemporaneamente alla sistemazione delle condotte sotterranee, poi ripetuta all'inizio degli anni'90) si può dire che la via Paleocapa, non abbia subito modifiche dal completamento del tracciato verso la Torretta. Non va dimenticato, infine, il tram: un inquilino che vi soggiornò per 37 anni dal 1911 al 1948 ( i binari, però, furono rimossi soltanto con la già citata ripavimentazione del 1959). |