Dal bonus ai medici al cinico e inflessibile DRG

ALCUNE COSE CHE NON SI SANNO DEL SISTEMA SANITARIO

Dopo aver raccolto lo sfogo di
un’ amica a cui  ben due  medici   non volevano  prescrivere una scintigrafia  di cui aveva urgente bisogno,  ci siamo insospettiti e abbiamo indagato  sui lati oscuri della sanità.
Ecco cosa abbiamo scoperto:

Ogni medico curante  ha un budget  annuale di spesa  da distribuire tra prescrizioni ambulatoriali e medicinali; se non supera questo budget ( viene rinnovato ogni anno  aumentando del 5% quello dell’anno precedente)  riceve come premio  dalla ASL   un bonus che si aggira  tra i 10.000 e 20.000 euro.
Se poi il medico  fa parte di un’ equipe e quindi deve dividere il bonus con i colleghi, le pressioni che riceve per contenere le spese mediche  sono maggiori.
E’ stato forse questo il motivo  per cui la nostra amica  non ha potuto fare l’esame di cui aveva bisogno?

Ricordiamo  che ogni medico di famiglia riceve già dalla ASL  80 euro  a paziente  per un massimo di 1500 pazienti.
Cinico e inflessibile è anche il famoso DRG (Diagnosis Related Groups)  il  sistema  con cui è calcolato, per ogni intervento,  la durata di degenza all’ospedale ; solo per  complicazioni gravi l’ospedale può aumentare i giorni di  ricovero del paziente, naturalmente giustificandolo.
Nei prossimi 3 anni   i ricoveri  per ogni mille abitanti dovranno scendere da 220 a 180, un parametro  sproporzionato  per  la quasi totalità degli ospedali.  Per raggiungere l’obiettivo  si riserverà  il ricovero ospedaliero solo  ai casi  più gravi.
Abbiamo letto sul SECOLOXIX che la fuga dei pazienti  savonesi verso gli ospedali situati fuori dalla Regione costa alle casse della Asl oltre 24 milioni di euro all'anno (il dato riguarda il 2003)

e racconta di una emorragia di quasi 8 mila pazienti che, in un anno, hanno scelto di farsi curare oltre i confini della Liguria.
Con la nuova legge sul federalismo, sarà praticamente  impossibile  andarsi a curare in altre regioni;
infatti  nessuna regione sarà  più disposta a rimborsare  le spese sostenute da un suo abitante che si avvarrà  delle strutture  ospedaliere di una regione  più organizzata.

Anche in Lombardia, dove la sanità è all’avanguardia e si avvale di molte strutture private,  ci sono grossi problemi.
Il budget delle spese sanitarie  viene diviso equamente  tra pubblico e privato, ma mentre il privato,  raggiunto il tetto di spesa, può rifiutare gli ammalati  e quindi non sfora  questo tetto, la sanità pubblica, obbligata per legge  a curare gli ammalati , è in continua perdita.

Questo fatto  fa pensare che il privato è meglio del pubblico. 

Da qualche tempo è iniziata la “ esternalizzazione” delle  farmacie ospedaliere.
Ha cominciato la tanto decantata  Emilia Romagna,  dando in appalto ai privati  le farmacie dell’ospedale che vengono gestite da un unico farmacista responsabile col solo aiuto di semplici magazzinieri che non hanno la preparazione necessaria per distribuire le medicine.

 Molte volte si arriva al massimo del  cinismo,  le  ASL per risparmiare sono disposte ricorrere a qualunque mezzo: se un anziano  fa richiesta di una protesi o del servizio di accompagnamento   il responsabile della ASL  sfrutta al massimo  i giorni  che ha a disposizione  per firmare la pratica (una ventina), sperando nella dipartita  del richiedente. 

ZORRO