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Spy-story alla sede Telecom di Savona?

Una perquisizione top secret

Un capo ufficio “sospeso”che non risponde

di Luciano Corrado

Savona – Questa storia può sembrare inverosimile, se non fosse che abbiamo atteso invano una risposta da colei che appare come la maggiore “protagonista”.

Fatti raccontati molti mesi dopo. Siamo a giugno dello scorso anno. In corso Tardy e Benech e via Pirandello arrivano auto dei carabinieri. Personale in divisa e non. Si dirigono all’edificio che ospita da decenni la Telecom (uffici e centrale).

I militari – riferiscono le fonti – salgono ai piani superiori. Esibiscono un ordine di perquisizione? Non abbiamo la certezza, si può desumere. Forse la Telecom stessa è parte lesa della vicenda avvolta nella riservatezza. Inutile pure l’attesa di chiarimenti, via telefono.

Possiamo dire invece - tra i testimoni ci sarebbe un personaggio pubblico come vedremo oltre-  che i carabinieri hanno cercato, frugato negli armadietti del settore uffici. In particolare l’attenzione si sarebbe concentrata nella zona occupata dal capo ufficio.

Cosa cercavano gli inquirenti? Pare si possa escludere che l’iniziativa sia partita dall’autorità giudiziaria di Savona, prima o poi sarebbe trapelata una qualche mezza verità. Seppure a distanza di tempo e con estrema prudenza quando sono in ballo indagini particolarmente delicate.

La Telecom del resto si è trovata spesso, a livello nazionale, di fronte a situazioni che l’hanno vista al centro di vicende con presunti dipendenti “infedeli”. Sarebbe perfino noioso indicare tutti i filoni di inchieste riportate dai mass media. Tra spie, spionaggio, dossier, infiltrazioni, infiltrati. Storie che hanno coinvolto pure servizi segreti e dintorni, in operazioni “deviate”.

Nella sede Telecom di Savona cosa speravano di trovare gli inquirenti, in base alla presumibile richiesta della magistratura?

Le fonti assicurano che gli uomini dell’Arma, dopo una permanenza di diverse ore (mattino), hanno lasciato l’immobile con “alcuni scatoloni” di materiale.

Non è pensabile che il personale impiegatizio in servizio (6-7 unità) possa divulgare una notizia che altre fonti hanno tenuto “segreta”, almeno all’esterno.

E’ passato parecchio tempo. Le “voci” sostengono che la problematica maggiore avrebbe coinvolto il capo ufficio della sede (M.N.) , contattato invano dal cronista volontario di Trucioli Savonesi.


Piero Santi

Anche per conoscere la motivazione della lunga assenza dello stesso dal luogo di lavoro e dalla circostanza che, almeno ufficialmente, nessuno ai vertici dell’azienda avrebbe dato notizie tranquillizzanti o meno.  Nulla è trapelato, per quanto se ne sa, pure sul fronte sindacale; dal sindacato dei dirigenti.

Tra l’altro, come quasi sempre accade di fronte alla “cortina di silenzio”, finiscono per diventare certezze ombre che potrebbero rivelarsi infondate, inventate, ingigantite.

All’impossibilità, almeno da parte nostra, di una verifica efficace, sul fatto se ci siano stati o meno provvedimenti cautelari.

Tra i presenti quella mattina un personaggio pubblico, dicevamo.

Difficile, peraltro, credere che il testimone non abbia fatto cenno nell’ambiente che politicamente e per motivi istituzionali gli è più vicino.

Non è un mistero che Piero Santi, leader indiscusso delle preferenze elettorali  non da oggi, sia un impiegato storico di Telecom. Da anni siede in consiglio comunale, già con la defunta Dc, poi  con l’Udc e una sempre chiarissima scelta nel centrodestra. Tra i pochi politici di Savona ad avere un quasi “filo diretto” con Claudio Scajola.

Santi vice presidente del Consiglio comunale con i “Democratici Cristiani per Savona”, promosso con un assessorato in Provincia, dopo il personale successo di preferenze nel suo “collegio” elettorale.

Piero Santi avrebbe assistito alla perquisizione dei carabinieri, almeno fino a quando non ha chiesto ed ottenuto di potersi allontanare per motivi politico-istituzionali. Del resto lui non c’entrava nulla con le motivazioni di quella certosina ricerca nei locali-uffici Telecom.

Il capo ufficio, se lo ritiene, può contattarci. Ha il nostro recapito. Anche per dissipare voci e diciamo qualche illazioni. Insomma, la sede Telecom non è l’abitazione privata di un qualsiasi cittadino al centro di un possibile accertamento. Alla ricerca di elementi probatori e riscontri. E’ un luogo di lavoro, un ambiente diciamo assai “sensibile”. E ancora, sono fondati o meno le indiscrezioni di provvedimenti della stessa Telecom?

A scanso di equivoci. Non c’entrano le cimici rivelatesi una bufala e che tanto clamore avevano suscitato a Palazzo Nervi, sede della Provincia, nel novembre scorso. Anche le date non combaciano. E poi, non c’era nessuna “spy-story”, fu accertato. Né spionaggio artigianale ai danni della neo giunta del presidente Vaccarezza e dell’assessore Santi. Qualcuno, nel dare le notizie, aveva esagerato. Anzi, era andato fuori dal seminato.

Luciano Corrado