versione stampabile

 

 Prima puntata       Seconda puntata           Terza puntata

 

Quarta puntata/Testimonianza nella causa di Lavoro tra Pizzorno e ReeferTerminal

<Io giuro di dire solo la verità…

…mi chiamo Di Tullio Livio…>

E dall’Abruzzo spunta il sito web Cgil con una dichiarazione “imbarazzante”.

Chi volle oscurare, in provincia di Savona, la vicenda del sindacalista in disgrazia?

 

Savona – Chissà se alla fine qualcuno si convincerà che il giornalismo asservito non ebbe molta fortuna neppure nei regimi dittatoriali o simili. Finirà così anche nella Russia dell’ex compagno Putin. Già  potente capo dei servizi segreti.

E grazie alle “voci libere” di internet (su questo Berlusconi ha ragione), grazie a chi non si rassegna, magari perché non è parte direttamente in causa, Trucioli Savonesi continua l’opera informativa sulla “cappa di silenzio” che ha avvolto (vedi… ultimo numero 236 e precedenti) uno, anzi due processi, davanti al giudice del Lavoro del tribunale di Savona, ma anche un appello a Genova e l’attesa di una sentenza in Cassazione. Con un contorno di retroscena che, in provincia di Savona, non avevano precedenti. E, a quanto pare, considerati “normale amministrazione di vicende umane lavorative”.

Non è d’accordo, ma può non interessare, il vecchio cronista che per  oltre 40 anni ha seguito il “Palazzo” dentro e fuori. Non resta che raccontare, dando voce ai documenti, ai contenuti messi nero su bianco. Sempre pronti ad ospitare opinioni altrui. Finora tutti zitti. Ci sarà pure un motivo.

Durante l’istruttoria che ha preceduto la sentenza di primo grado (annullato il licenziamento, ordinato il reintegro, a cui è seguito un licenziamento bis), tra gli altri testi, ha deposto  Livio Di Tullio.

La scorsa settimana abbiamo pubblicato la testimonianza di Luca Becce. All’epoca dei fatti dirigente del gruppo Orsero.

Ha scritto il giornalista de Il Secolo XIX di Genova, Bruno Lugaro, savonese, nel libro “IL fallimento perfetto”. <Storia del crac dello stabilimento Omsav e l’operazione immobiliare della Darsena di Savona. Carte segrete, i protagonisti, i retroscena dell’inchiesta sulla vendita dell’Italsider>.

Tra i personaggi raccontati, Lugaro cita : <Livio di Tullio, segretario della Fgci nei primi anni Ottanta, poi sindacalista della Cgil. Parte dal settore degli alimentaristi per approdare, nei primi anni Novanta, alla segreteria provinciale della Fiom e successivamente dei chimici. Agli inizi del 2000 diventa segretario provinciale della Camera del Lavoro. Oggi è assessore ai Lavori pubblici del Comune di Savona.> Volume stampato nel 2007.

Nel frattempo Di Tullio, del Partito Democratico, ha ottenuto dal sindaco Berruti l’assessorato “caldissimo” all’Urbanistica (edilizia residenzale privata e sportello unico edilizia, Puc), qualità urbana, lasciando i Lavori Pubblici a Rosario Tuvè (Idv-Di Pietro).

Radio clandestina Ds-Savona, tra le indiscrezioni, ha reso noto che sarà Livio Di Tullio, promosso a pieni voti “coordinatore” (30 a favore e solo tre astenuti) il futuro sindaco candidato del centro sinistra, mentre a Berruti non può essere negata la promozione in Parlamento al posto dell’ormai silenziosissimo e supernavigato Massimo Zunino.

Di Tullio dovrà vedersela col candidato del centro-destra, Paolo Marson, avvocato  a suo tempo messo alla presidenza dell’Acts dalla sinistra, il più gettonato. Resta il rebus di quasi scontate “elezioni bis” in Provincia, al termine dell’inchiesta penale sulle firme false e dell’iter sollevato anche davanti alle Corte Costituzionale, oltre che al Tar di Genova.  Che finora ha risolto la “grana” alla Ponzio Pilato. Niente merito della questione, solo aspetto procedurale. Di fatto l’unico gabbato, è rimasto la mini-mini- minoranza (come voti) del Partito Comunista Italiano dei Lavoratori.

Ma torniamo alla causa Pizzorno – Reefer Terminal. O se volete “guerra del silenzio”.


Livio Di Tullio

VERBALE DI UDIENZA IN TRIBUNALE  

 

Viene introdotto un teste, di Tullio Livio il quale rende l’impegno di rito e dichiara: “Sono e mi chiamo di Tullio Livio. Sono stato segretario generale della Cgil dal 13/12/2000 al giugno 2006.

L’avv. Noberasco rileva che il signor Di Tullio quale segretario della Cgil ha conferito il mandato per l’intervento adesivo dell’organizzazione sindacale nel presente procedimento con la conseguenza che non può essere sentito come teste.

L’avv. Maniglio rileva che alla luce del fatto che il signor Di Tullio non riveste più la carica oggi non è più parte in senso tecnico e può quindi essere sentito come testimone.

 Il giudice

Dato atto, ammette la deposizione con riserva di valutare la capacità.

Viene esibita al teste la produzione n°75 di parte convenuta e quindi dichiara: “Riconosco come mia la firma. Ricordo che ci fu una trattativa per l’integrativo in azienda seguita dai delegati e dalle strutture di categoria.

Ricordo che ci furono due assemblee di lavoratori alla presenza di un rappresentante dell’azienda per la prima e la seconda una sorta di referendum nell’approvazione della bozza di rinnovo del contratto integrativo elaborato nel corso delle trattative.

Preciso già all’epoca era orientamento del sindacato sottoporre all’assemblea dei lavoratori in via preventiva.

Si verificò un dissenso all’interno della r.s.u. e anche all’interno della componente della Cgil nell’approvazione o meno della bozza.

Mi pare che la questione venne perché l’azienda aveva unilateralmente riconosciuto somme a parte dei lavoratori, quelli con qualifiche più alte con compiti di coordinamento.

A domanda risponde-  <Mi pare che l’integrativo regolasse tutti i rapporti e quindi anche le posizioni di livello più altro. L’assemblea approvò l’ipotesi di accordo.

Dopo l’assemblea io scrissi la lettera perché c’era una situazione di tensione a poi perché la nostra organizzazione era quella più seguita tra i lavoratori e io mi sentivo investito anche per il ruolo del dover intervenire.

Quando scrissi la lettera ero certo che i membri della Cgil avrebbero firmato l’accordo, cosa che poi avvenne.

Sul capitolo 85: “Mi pare che per la prima volta nelle elezioni del 2005 perdemmo il primato elettorale.

L’assemblea del 2003 aveva visto sconfitta la posizione dei nostri rappresentanti.

Dopo l’assemblea non ci furono cambiamenti nei nostri rappresentanti all’interno dell’azienda.

Nell’analisi del risultato delle elezioni del 2005 si valutò anche il ruolo che aveva avuto l’esito dell’assemblea nell’integrativo del 2003 che ci aveva visto su una linea sconfitta dal voto dei lavoratori.

A domanda risponde- Dopo il licenziamento del Pizzorno la Cgil contribuì a promuovere e partecipò compatta agli scioperi che vennero indetti in ragione dello stesso.

Letto e sottoscritto, Livio Di Tullio

DA INTERNET UNA SORPRESA DALL’ABRUZZO

Se a Savona non si era saputo quasi nulla (ad eccezione di un paio di articoli iniziali su Il Secolo XIX e notizia ad una colonna su La Stampa), scopriamo che il sito www.filtabruzzo.it aveva riportato il 19 maggio 2008 l’intervento del Lavoratore Portuale Giorgio Pizzorno, delegato della Filt Liguria, salito sul palco in occasione della Conferenza di organizzazione della Filt Cgil, ad Abano Terme.

Non solo, sempre su internet, troviamo la lettera che l’odierno silenzioso Pizzorno ha scritto e firmato: <…Navigando in rete vengo a conoscenza del fatto che una vicenda locale savonese viene riportata sul vostro sito regionale, le prime domande che mi pongo sono se ho parenti/amici/conoscenti in quella regione d’Italia, può darsi ma la cosa non mi risulta, ne deduco di conseguenza che qualche compagno in qualche modo è venuto a conoscenza  della notizia e presumo che se quella notizia viene inserita sul sito ufficiale è un modo concreto di fare quadrato e/o manifestare la propria solidarietà ad un altro compagno.

La cosa mi colpisce positivamente…>.

C’è un mistero, pure piccolo, significativo. Nel suo intervento, con data che emerge dal sito stesso del 19 maggio 2008, c’è questa frase, poi scomparsa: <…come mai sul mio territorio  (leggi provincia di Savona e Liguria ndr)  nessuno si è assunto lo stesso comportamento? Sarà mica a causa della parsimonia tutta ligure o meglio savonese…>.

Fa parte dei contesti in cui si è mosso  il gigante Golia? Nessuno conosce il suo vero volto.

Un caro abbraccio” concludeva la lettera di Pizzorno (Filt Cgil Savona). Abbraccio a chi? Esteso a chi?

Se, a Savona, Giorgio Pizzorno non esiste, è muto. Parola di Belfagor!

L.C.