versione stampabile

Dall’Enaip che inguaia la Provincia

ai corsi di formazione “targati Ds”

E Caviglia sparava a zero. Ma poi?

 

Savona – Che meravigliosa soddisfazione professionale! Un meraviglioso accrescimento dell’immagine politica, della credibilità! E’ quanto emerge leggendo e approfondendo il “caso Enaip (Titolo del Secolo XIX del 17 febbraio scorso: Un debito di 1, 6 milioni. Il conto non torna. Il fallimento dell’ente di formazione inguaia il bilancio provinciale). Con la sibillina (solo fuoco di paglia?) dichiarazione del neo presidente della Provincia di centro destra, Angelo Vaccarezza: <Io nel bilancio non entro, ma questa vicenda è la prova  che in passato il manico politico della Provincia è mancato…>.

A chi allude il “navigatissimo” soldatone scajolano?  Forse al fatto il giorno prima lo stesso Secolo XIX annunciato il “pensiero vaccarezziano” e cioè che, dopo anni di fallimenti e di disfatta alberghiera, della qualità della clientela, il “futuro del turismo passa attraverso la formazione”. Certificazione da esperto della materia: <Vaccarezza, la formazione è un punto di partenza concreto>. Nessuno gli avrà detto che sono anni che gli alberghi hanno accesso a contributi per la formazione.  C’è da chiedersi cosa succede quando un albergo chiude e ha usufruito, con i dipendenti,  di finanziamenti per la formazione.

Ecco, allora, trovata la strada che porterà diritti a futuri investimenti alberghieri, anziché puntare su “mattone e cemento”, a partire proprio dall’elite di imprenditori assai rappresentanti in questa provincia e che sanno  bene destreggiarsi tra i potentati di turno, sempre assistiti dalla “cupola”.

Chissà per quale motivo sono spariti dalla memoria, non dall’archivio, tre articoli che Il Secolo XIX aveva dedicato, con puntuale approfondimento giornalistico, nel non lontano 21-22-24 febbraio 2007 (vedi i tre titoli….).

Il quasi esordio. Titolo: <Corsi di formazione “Dati pubblici nessun polverone>. L’assessore Teresa Ferrando risponde alle critiche “Per procurare lavoro esistono i centri  dell’impiego”.

Da cosa nasceva il “caso”? Il lettore tenga a mente i personaggi, potrà farsi un’idea dalla “distrazione persistente”. A dare fuoco alle polveri una dichiarazione  del consigliere provinciale socialista Franco Caruso (successivamente arrestato a 18 dicembre per una storia di tangenti, da mani nella marmellata?) sul Secolo XIX del 21 febbraio 2007: < Le cifre investite nella formazione professionale sono sproporzionate rispetto ai risultati ottenuti in termini di occupazione. Ora attendiamo il consultivo del 2006 per valutare gli effetti di questa costosissima esperienza>.

Non solo, il segretario provinciale dello Sdi, Paolo Caviglia – politico raffinato e che è quasi impossibile intervenga sbadatamente su un tema di pubblico interesse – aggiungeva farina del suo sacco: <Ho l’impressione che quel fiume di denaro anziché portare benefici ai legittimi destinatari, ovvero i giovani disoccupati e le persone di mezza età espulse dal mondo del lavoro, venga speso in larga parte per mantenere il corpo insegnanti e potenziare le strutture>.

Sempre dalle colonne (dimenticate in fretta) del giornale: <Il caso era già finito al centro di una riunione  in cui l’attuale sindaco di Savona, Federico Berruti, si scagliò contro il segretario  dei Ds Lunardon>.


Paolo Caviglia

Bruno Lugaro

Ancora Caviglia: <Bertolotto e Minetti avevano usato toni pesantissimi e si arrivò a parlare di clientele…l’argomento avrebbe dovuto essere affrontato in giunta, ma non ne ho più sentito parlare…occorre invece fare sistema con l’Università, puntare sui master, aprire maggiormente ai contributi esterni>.

L’assessore  Teresa Ferrando, a cui fa capo il settore “formazione”, replicava: <I dati relativi alla formazione saranno sempre pubblici…all’insegna della trasparenza e nessuno ha mai sollevato dubbi….Un simile investimento ha un ritorno concreto a livello occupazionale…La Regione Liguria e la Comunità Europea svolgono un costante lavoro di controllo e monitoraggio sull’impiego dei finanziamenti, sulla qualità  e validità dei corsi attivati. La discrezionalità della Provincia è relativa all’applicazione del direttive del proprio territorio…I nostri compiti sono: recuperare l’abbandono scolastico formando i giovani su materie che non competono alla scuola pubblica…; prevenire il disagio giovanile;  fornire competenze tecniche e relazionali nonché fiducia in se stessi e per mancanza di modelli adeguati;  si cerca di evitare che i giovani passino il tempo in giro a fare nulla diventando preda di facili stimoli delinquenziali. La formazione è un forte aiuto, ma non la soluzione definitiva alla disoccupazione, pensare questo è un segno di grande ottusità e miopia>.

A tamburo battente, Il Secolo XIX, con la firma di  Bruno Lugaro, redattore e autore del libro “Il fallimento perfetto” (storia-scandalo aree Italsider), cronista “scomodo”, almeno allora, a Savona, ora a Genova – titolava: <Formazione professionale, così si reclutano i docenti. Non ci sono albi, né graduatorie, la Provincia sceglie liberamente i nomi>.

Scriveva Lugaro: <Si diventa semplicemente docenti dei corsi di formazione professionale gestiti dalla Provincia, se si ha la fortuna di essere conosciuti, per competenze e buone entrature. Il reclutamento è lasciato alla libera iniziativa delle scuole (Varaldo, Isforcop, Ial) accreditate dalla Regione.  Sono loro a presentare progetti e nomi agli uffici di Palazzo Nervi.  Qui un gruppo di valutazione che fa capo all’assessore alle politiche del lavoro esamina i curricula degli insegnanti proposti e decide di avallare o meno la scelta.  Nei rarissimi casi in cui il nominativo è stato giudicato debole, la Provincia ha chiesto di indicare un’alternativa>.

Nel primo semestre 2006, la Provincia ha riconosciuto circa 900 mila euro di emolumenti per i corsi più disparati. Dalla promozione turistica alla sartoria.

Quanto guadagna, si chiedeva Lugaro, un insegnante? Tre sono le fasce: si va dai 100 ai 50 euro lordi l’ora. Ai tutor viene riconosciuto un compensdello  dai 30 ai 50 euro. Ai consulenti, a seconda della fascia, dai 500 ai 150 euro a giornata>.

Dichiarazione- chiarimento  di Teresa Ferrando sui fondi destinati alla formazione di Ferrania: <La Regione ha affidato alla Provincia  1.400.000 euro per la formazione ai dipendenti dell’azienda valbomidese. Questi soldi a differenza di quanto si creda non sono stati versati da noi all’azienda, che prima dovrà dimostrare di aver effettuato e realizzato i corsi pattuiti>.

Risposta immediata. Il 24 febbraio 2007, Il Secolo XIX: <I Ds controllano la formazione professionale. Paolo Caviglia (Sdi) attacca e contesta i dati sulle ricadute occupazionali “Credo siano fasulli”>.

Bruno Lugaro ricorda che il presidente Marco Bertolotto per la prima volta  rende noti dati sulle ricadute dei corsi. <Il 70 per cento degli iscritti ha trovato lavoro, rispedendo al mittente anche i sospetti che il reclutamento dei docenti  possa rispondere a logiche clientelari>.

E Caviglia a replicare: <Ci faremo consegnare dall’Assessorato alle politiche del lavoro tutta la documentazione relativa ai corsi, costi, nomi dei docenti, dati reali e non fasulli come quello forniti da Bertolotto…mi sorprende che  Lunardon difenda il sistema della formazione che è da sempre appannaggio del suo partito. Mi sorprende invece che non ricordi  la vivace discussione che ebbe con Federico Berruti, Marco Bertolotto ed Alfio Minetti. Furono proprio Minetti e Bertolotto (entrambi allora della Margherita ndr) a parlare per primi di clientele…>

Era scesa in campo anche la dirigente dell’assessorato, Anna Antolini: <…Caviglia è fermo all’epoca in cui era responsabile del Centro Varaldo, confinato in una stamberga.>  Nuovo intervento di Caviglia: <Il Varaldo l’ha inventato il sottoscritto quando la Antolini era ancora assistente sociale, per lei la formazione professionale ha funzionato benissimo, le ha consentito di diventare prima funzionario  e poi dirigente>.

Se qualcuno ha saputo come è finita la disputa velenosa, con tanto di messaggi quasi cifrati, lo faccia sapere.  I dati ed i nomi richiesti da Caviglia sono stati resi noti? Paolo Caviglia conosceva Franco Caruso che, a sua volta, sapeva qualcosa di più del panorama-sistema dei corsi di formazione controllati dai Ds?

Difficile credere che un personaggio intelligente e supernavigato alla stregua di Paolo Caviglia abbia fatto una solenne promessa al giornalista Bruno Lugaro, tre anni fa, e sia finito tutto in brodo di giuggiole.

A meno che, nel frattempo, la vicenda non sia al vaglio dell’autorità giudiziaria. Meno probabile che interessi il neo Vaccarezza, il quale sarà impegnato (conoscendo il suo scrupolo nell’amministrare i soldi dei contribuenti) a far quadrare i conti-dissesto dell’Enaip.

A proposito, una buona notizia, in tema Enaip, ammesso che si abbia il tempo di leggere anche qualche barzelletta.

Pubblichiamo un articolo del SecoloXIX  ((5 aprile 1996) dal titolo (vedi….): <Da cassaintegrati ad imprenditori. Operai della Piaggi/b>o diventano esperti del verde. Dopo un corso, hanno fondato una cooperativa agroforestale>. Il presidente Vaccarezza,, immaginiamo, attende con ansia notizie della cooperativa. Non è tra quelle, a scanso di equivoci, in cui figurano soci alcuni suoi assessori comunali a Loano. Fedelissimi e cooperativi.

L.Cor.