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CENTRALE DI VADO: TRANQUILLI SOLO CARBONE!

 

di Antonia Briuglia

 

Non è una novità per chi abita a Vado e dintorni ma la polvere nera, quella che tutti i cittadini anche quelli poco informati conoscono, è tornata in modo  visibile sulle macchine, sui davanzali , sulla biancheria stesa di Vado, in particolare in quelle zone che, sotto la spinta del vento, sono maggiormente colpite dalla polvere di carbone dei carbonili della centrale.

Una disdetta per la Tirreno Power che durante lo scarico del carbone nell’area di stoccaggio soffiasse il vento che, in una Regione come la Liguria, forse non era previsto? 

 Prima in Via Piave e Via Manzoni, poi in un’area più vasta non propriamente limitrofa alla centrale che, ricordiamo, ha la prerogativa rara se non unica di sorgere adiacente al centro cittadino.

Proprio per questo non è facile quantificare l’inquinamento provocato anche in questa fase della lavorazione della centrale, proprio là dove non è visibile ma ugualmente dannoso.

La diffida del Sindaco Caviglia è il minimo che un Sindaco, attento all’ambiente, abbia potuto fare nei confronti di un’azienda che tappezza le strade della Provincia con enormi cartelli pubblicitari dove propaganda la sua attenzione verso l’ambiente, che si fregia di certificazioni ambientali ISO 140001 ed EMAS e sulla base di queste pretende di potenziare la centrale a carbone  esistente, già costituita da gruppi fortemente inquinanti che producono sicuramente più energia di quella necessaria e  le cui prescrizioni  passate, tra cui proprio la copertura dei parchi carbone,  sono state bellamente  ignorate.

A questo proposito sarebbe interessante sapere qualcosa di più sul certificatore della Certiquality srl di Milano, che ha approvato proprio l’ultima certificazione, quella di qualche settimana fa e sapere cosa ne pensa di questo ultimo quanto prevedibile episodio, se non sia contemplato dalle forme di prevenzione d’inquinamento, se non potrebbe esserlo nell’uso ottimale della materia prima quale il carbone, o se non è tra le procedure d’idonee tecniche gestionali per il controllo delle diverse emissioni.

Lo stesso controllo che vorremmo fosse fatto in modo più oggettivo sulle polveri, ancor più dannose, emesse nell’atmosfera dalla combustione di quel carbone. 


Una storia iniziata dieci anni fa quando con i permessi di ristrutturazione degli   impianti era stata richiesta dall’Amministrazione in cambio, proprio la copertura delle aree di stoccaggio del carbone che ad oggi continuano ad essere a cielo aperto.

Che fine ha fatto quel progetto? Se non era sufficientemente convincente perché non chiedere che fosse variato in uno più efficace?

 Mentre la centrale passava da Enel a Tirreno Power di cosa si occupavano i Sindaci di Vado e Quiliano?

Perché il convincimento di una scarsa efficienza tecnologica diventa alibi per la mancata realizzazione di un progetto che muore dimenticato nei faldoni di un’amministrazione?

Oggi un provvedimento disatteso e scaricato sulla salute dei cittadini insieme alle emissioni delle ancor più nocive  polveri sottili e sostanze tossiche, diventa merce di scambio per potenziare la centrale con nuovi gruppi e produrre ulteriori  megawatt.

Merce insufficiente a convincere sull’effettiva necessità dell’ampliamento.

 Un elemento che torna, invece, a favore di un depotenziamento e di una svolta concreta in tema di politica energetica lontana dal carbone.

 

Per adesso, intanto, tranquilli è solo carbone, sporcherà un po’ i panni e le automobili, ma quelle si possono nuovamente lavare, purtroppo i polmoni no!

Quelli che ogni giorno, assimilano ossidi di azoto, PM10, PM2,5, isotopi radioattivi: tutte sostanze invisibili che incidono da decine di anni sulla salute dei vadesi e su quella di chi abita il territorio dei paesi limitrofi.

Sono i Medici per l’Ambiente a segnalare, da tempo, l’allarme, non i soliti ambientalisti, quelli che “non amano lo sviluppo e che vorrebbero far tornare la gente all’uso delle candele”.

Sono i medici per l’Ambiente che offrono le loro conoscenze basate sulla  competenza professionale e scientifica sul loro lavoro quotidiano e che chiedono di offrire il loro supporto spesso inascoltato.

 

A noi, intanto, semplici cittadini, non interessa se i progetti di copertura prevedano cupole geodetiche o getti d’acqua, non ci interessa se gli amministratori passati attendevano qualcosa di più efficiente che non è mai arrivato e si sono spesso distratti nei rapporti con Enel o chicchessia, ci interessa solo che oggi, dopo decenni sprecati in parole, si sia ancora qui a respirare ciò che esce dai gruppi esistenti, vecchi e obsoleti che stanno emettendo inoltre CO2 sopra il consentito, che  si abbiano ancora i carbonili scoperti, che si  abbiano ancora centraline di controllo  delle emissioni insufficienti e inadeguate, che gli Enti pubblici di controllo , in primo luogo ARPAL, non promuovano azioni conseguenti al problema.

 

A noi, semplici cittadini, interesserebbe solo vivere in un luogo dove non si debba necessariamente accettare con impotenza e rassegnazione di dover morire di ictus o di cancro.

A noi semplici cittadini interesserebbe  che tutti facessero la loro parte perché sia rispettato un diritto sancito dalla Costituzione : il diritto alla salute e alla tutela del ambiente.

 ANTONIA BRIUGLIA

 

                                                           

Allego una parte del documento inviatomi dall’ISDE ITALIA-  medici per l’ambiente redatto in vista delle elezioni regionali.

 

L’Associazione Italiana Medici per l’Ambiente
(International Society of Doctors for the Environment) -ISDE Italia
per un governo sano del territorio

Come ormai cittadini sensibili e scienziati responsabili sostengono già da decenni, il progressivo degrado del nostro habitat appare sempre più inarrestabile e preoccupante: sostanze tossiche e cancerogene sono sempre più massicciamente presenti in aria, acqua, suolo, cibo e nel nostro stesso corpo, compreso il latte materno; tutto ciò si ripercuote sulla nostra salute dal momento che l’ambiente costituisce un determinante
fondamentale della salute, intesa nella sua più ampia accezione di complessivo benessere psico-fisico.
Di fatto, di pari passo col degrado del nostro habitat, si palesa anche un progressivo deterioramento dello stato di salute degli italiani documentato non solo dall’aumento di patologie tumorali soprattutto fra giovani e bambini, ma, in modo inequivocabile, anche dall’aumento di consumo di farmaci di fascia A (ovvero salvavita) che dal 2000 al 2009 è cresciuto del 60%: le dosi giornaliere di farmaci di Classe A ogni 1000
persone sono infatti passate da 581 a 924, con costi sempre più insostenibili per il SSN (AIFA-Osmed, 2009).

 

 Pertanto ogni intervento legislativo, programmatico e d’indirizzo, anche delle nuove amministrazioni regionali, provinciali e comunali, dovrà tener conto dell’imprescindibile rapporto tra ambiente e salute e dovrà fare della tutela dell’ambiente e del suo miglioramento la scelta prioritaria per ristabilire salute e benessere ai cittadini e garantire tutto ciò anche alle generazioni future.
Purtroppo, invece, l’ambiente è considerato sempre più spesso come un nuovo settore d’affari e sempre più numerosi e drammatici sono diventati i crimini e gli scempi ambientali: incentivazione dei processi di combustione per produzione di energia, comprese biomasse, quotidiani scandali per smaltimento illecito di rifiuti tossici e pericolosi, uso crescente di pesticidi in agricoltura e pratiche che prevedono l’utilizzo di OGM, allevamenti intensivi con conseguenti problemi di smaltimento dei reflui, inquinamento dell’intera eco-biosfera, con particolare riferimento alle catene alimentari e agli ecosistemi; deforestazione, desertificazione, cementificazione di territori sempre più vasti; grandi opere e infrastrutture, spacciate come cruciali (spesso con il sostegno di vere e proprie campagne mediatiche e pubblicitarie), ma devastanti per l’ambiente e dannose per la salute delle persone.
Per questi motivi è necessario che ogni scelta in tali ambiti sia preceduta sempre dalla più rigorosa ed obiettiva informazione scientifica così da permettere e promuovere una vera ed attiva partecipazione dei cittadini secondo quanto previsto dalla Convenzione di Aarhus e dall’ordinamento democratico.
In considerazione di quanto sopra affermato, l’ISDE individua alcuni principi fondamentali e settori prioritari per una sana politica di salvaguardia dell’ambiente e di tutela della salute.
*

Principi fondamentali

Il Diritto alla Salute

Il Diritto alla Salute è sancito dalla Dichiarazione Universale dei diritti umani e dall’art. 32 della Costituzione italiana, che lo includono tra i diritti fondamentali ed inalienabili di ogni essere umano.
L’ISDE chiede a coloro che si candidano al governo dei territori di operare per rimuovere ogni ostacolo alla piena attuazione di questo diritto inviolabile, che dovrà essere garantito pienamente a tutti i cittadini italiani e a quanti si trovino a vivere, anche temporaneamente, in Italia; senza alcuna discriminazione, in quanto la tutela del benessere psicofisico di ogni individuo è premessa e garanzia indispensabile per il benessere e la
salute dell’intera comunità.


L’ISDE chiede che le nuove amministrazioni si facciano promotrici e si adoperino affinché il Diritto alla Salute sia garantito in ogni parte del mondo e in particolare nei Paesi più poveri, attraverso politiche di partenariato e cooperazione.

Il Principio di Precauzione

Il Principio di Precauzione, entrato a far parte del Trattato Costitutivo dell’Unione Europea (Maastricht, 1994) afferma “… Qualora esista il rischio di danni gravi ed irreparabili, la mancanza di piena certezza scientifica non può costituire il pretesto per rinviare l’adozione di misure efficaci, anche non a costo zero, per la prevenzione del degrado ambientale”.

L’ISDE invita quindi ad assumere e ponderare ogni scelta e/o intervento, che coinvolga i territori e le popolazioni , alla luce del Principio di Precauzione, anteponendo così la tutela della salute e la salvaguardia dell’ambiente ad ogni considerazione meramente di ordine politico ed economico.

La Prevenzione Primaria

Per Prevenzione Primaria si intende l'insieme delle scelte e dei provvedimenti adottati in ambito ambientale, sociale e politico con l'obiettivo di ridurre l’esposizione della popolazione e soprattutto della sua componente più fragile e suscettibile quale l’infanzia, a fattori di rischio per la salute e, in particolare, a sostanze tossiche, mutagene, e cancerogene, mettendo pertanto in atto misure di più stringente protezione della salute pubblica e di tutela nei luoghi di lavoro per prevenire l'insorgenza di malattie ed infortuni nell’intera collettività.
L’ISDE chiede alle future amministrazioni di privilegiare sempre e in ogni caso le politiche di Prevenzione Primaria al fine di favorire il benessere psico-fisico delle popolazioni e prevenire l'insorgenza delle malattie nella collettività, anche tramite la tutela e il miglioramento dell’ambiente. Di pari importanza è garantire un’informazione corretta, indipendente e completa sui rischi sanitari derivanti dal degrado ambientale e d’inserire la Valutazione d’Impatto Sanitario (V.I.S.) in ogni Valutazione di Impatto Ambientale (V.I.A).
L’ISDE chiede che le amministrazioni si impegnino per attuare, con controlli rigorosi ed efficaci, quanto stabilito dalla Convenzione di Stoccolma del 13 Maggio 2001 relativa all’eliminazione degli inquinanti organici persistenti nell’ambiente e indicati con la sigla POPs (Persistent Organic Pollutants) e chiede inoltre la puntale attuazione della normativa comunitaria e nazionale in materia di sostanze chimiche (pericolose e
non) e di miscele pericolose. La normativa di riferimento è il regolamento REACH, il regolamento CLP, il d. lgs 52/1997 e il d. lgs 65/2003.

Informazione

L’accesso ad un’informazione indipendente e scevra da condizionamenti di qualsivoglia tipo rappresenta la condizione indispensabile affinché scelte, spesso cruciali, in tema di ambiente e salute siano condotte nel rispetto delle verità scientifiche e del bene della comunità. Purtroppo già in passato l’utilizzo artefatto di dati scientifici ha costituito l’alibi per non adottare misure di protezione della Salute Pubblica con conseguenti
gravi sofferenze che si sarebbero potute evitare.
L’ISDE invita pertanto le future amministrazioni ad appurare la reale indipendenza e l’assenza di conflitti di interesse delle fonti da cui attinge le informazioni scientifiche su cui vengono basate le scelte che implicano un impatto sanitario ed ambientale.


Energia

Tutta la comunità scientifica internazionale concorda circa la necessità di un rapido cambiamento dell’attuale modello di sviluppo, in larga misura fondato sul consumo di combustibili fossili e di risorse non rinnovabili. E’ necessario quindi un rapido incremento delle politiche di risparmio energetico, di ricerca e diffusione delle energie rinnovabili (solare, solare termico, eolico, minieolico), l’avvio di programmi di emancipazione rapida dalle fonti di energia fossile, in particolare dal carbone e la rinuncia ai progetti di realizzazione di centrali nucleari, che rappresentano un’ipoteca inaccettabile sulla vita delle persone, delle generazioni future e dello stesso pianeta. E’ altresì indispensabile un programma di diffusione su tutto il territorio nazionale di piccole centrali di produzione energetica e la rinuncia alla costruzione di grandi poli energetici in quanto fortemente inquinanti per l’ambiente e dannosi per la salute.
L’ISDE ritiene che la produzione di energia a partire dalla combustione delle biomasse non rappresenti una valida alternativa ai combustibili fossili e che sia parimenti insostenibile quando si esca dalla semplice logica del riutilizzo all’interno delle stesse aziende agricole di scarti e residui di provenienza aziendale o poco più.
Giudica, sotto questo profilo, l’attuale regime di incentivazione dell’energia da biomasse fortemente distorcente in quanto spinge il mercato verso una corsa alla realizzazione di impianti di grossa taglia assolutamente insostenibili sotto il profilo ambientale e pericolosi per la salute delle popolazioni.

L’ISDE mette a disposizione le proprie conoscenze e competenze scientifiche per approfondire ogni aspetto di quanto esposto e per sostenere sia le iniziative istituzionali che quelle promosse dalla società civile, tese a realizzare un governo sano dei territori al fine d garantire il diritto alla Salute inteso nella sua più ampia accezione, come sancito dall’ art. 32 della nostra Costituzione.
L’ISDE parimenti intende adoperarsi per preservare il nostro habitat e garantire alle future generazioni, pari disponibilità di risorse e possibilità di vita.

Associazione Medici per l’Ambiente – ISDE Italia