Chi troppo e chi niente.
di Salvatore Ganci
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Nel “Genuense Athenaeum” il 17 febbraio 2010 verrà ricordato come il giorno in cui passò la “linea della trasparenza”. E’ questo, in estrema sintesi, un articolo sulla prima pagina de “Il Secolo XIX” di Francesco Margiocco, Giornalista che spesso ci ha deliziato con velenose storie di plagi, nepotismi, e ora, di un delizioso articolo sui “doppi lavori” dei docenti universitari. Il Consiglio di Amministrazione ha infatti approvato il 16 febbraio il provvedimento di pubblicare sul sito http://www.unige.it tutti gli incarichi dei professori e dei relativi importi. |
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Secondo il Rettore Giacomo Deferrari, per porre
un argine al fenomeno dilagante di professori
che si dichiarano “a tempo pieno” e poi sono
titolari apertamente o occultamente di studi
professionali. Si comprende come il fenomeno sia
particolarmente “palpabile” nelle Facoltà di
Medicina e di Ingegneria. Dato che manca ancora
l’approvazione del cosiddetto “Senato
Accademico” non resta, a chi è un po’ distante
da Genova tenere d’occhio il sito segnalato.
Questo Rettore ha già manifestato i più nobili
intenti, ma temo che in molti si guarderanno
dall’appoggiarlo. Nel mio pessimismo, aggravato
dall’età e dalla conoscenza di tanti giovani “Philosophiae
Doctors” (Ingegneria i più), molti dei quali
saggiamente all’estero con contratti precari
quanto i nostri, sorge il pensiero: ma perché a
parità di “precarietà” questa/o giovane lascia
affetti e famiglia e se ne va negli U.S.A.?
Forse perché lì, oltre che fare il “Philosophiae
Doctor”, come da noi, non deve prendere un
treno alle 6.30 del mattino e rincasare alle 10
di sera (sabato e domenica esclusi), magari non
è costretto ad “esercitazioni à la carte” sia
per il professore referente che per i suoi
amici, o a sostituire, senza preavvisi, il
professore impegnato in una consulenza esterna o
in studio professionale, magari non è soggetto
alla maliziosa occhiatina ricattatoria o a
condividere una indagine frutto delle sue
capacità … già, perché un “docente” tanto
impegnato deve pur dimostrare un minimo di
“operosità” scientifica. Mi sembra che se
il coefficiente di “precarietà” è lo stesso,
probabilmente il motivo sta nel fatto che il
mondo accademico estero è da sempre trasparente
e va avanti il valore. Insomma, una filosofia di
vita e di valori lontani anni luce da noi, dove
i meccanismi dei concorsi sono noti anche ai
bambini delle scuole materne e dove la buona
legge “sul rientro dei cervelli” è servita a far
rientrare, senza requisiti, qualche eccellente
figliola, figlia di tanto padre che vivacchia a
Palermo. L’università piange miseria, però il
clienteralismo dei “professori a contratto” è
sempre in vigore e quando qualcuno si vanta di
avere “ingaggiato” per una conferenza un
professore con incarico a Genova e a Brescia, io
corro maligno sul sito M.I.U.R. e … il suo nome
non lo trovo (ovviamente) in organico. Però è
“professore a contratto” da un decennio ed è
regolarmente pagato da una università che piange
miseria e protesta per i tagli al bilancio.
Comunque per non cadere nella malinconia,
l’unica nota positiva è che il “Genuense
Athenaeum” è il primo a
tentare
di arginare il problema
del “chi troppo e
chi niente”. E il
bello è che, diversamente da Salerno, qui il
Rettore cambia
sistematicamente ad
ogni mandato. E oggi, sabato 20 febbraio si
aggiorna con un altro gustoso articolo di
Francesco Margiocco: “La prof a stipendio pieno
che insegna 60 ore l’anno”. Ripenso
malinconicamente a un Docente Ucraino con cui ho
collaborato, che con 40 anni di servizio
onorato, non si lamenta del suo carico didattico
di 900 ore annue. |
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