ELEZIONI REGIONALI
E “CRISI DELLO STATO NAZIONE”
di
Franco Astengo
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L'Italia sta avviandosi
alla scadenza delle elezioni regionali previste
per il 28 e 29 marzo 2010, in una situazione di
vero e proprio disfacimento non solo del suo
territorio (Calabria
e Sicilia sono esempi fin troppo
facili da indicare) ma politico, economico,
istituzionale e soprattutto morale (intendiamo
“morale” in senso complessivo, al di là delle
inchieste giudiziarie in corso, delle vicende
più o meno recenti, affidando in questo una
responsabilità precisa alla “politica”, intesa
come arena all'interno della quale i soggetti
dovrebbero indicare un orientamento, una strada
per il futuro: per questo motivo la corruzione
della “politica” è fatto ben diverso dalla
corruzione “privata”).
Negli anni scorsi si è
discusso molto di “crisi” e “superamento” dello
“Stato Nazione”, di ritorno in forma
nuova della antica contraddizione tra centro e
periferia che, in Europa, avrebbe dovuto trovare
una risposta proprio a livello continentale,
attraverso un meccanismo di relazioni
sovraregionali: L'Europa nel frattempo non si è
fatta, sul piano politico, adottando anche un
meccanismo indiscriminato di allargamento di
tipo “nazionale”, e la crisi finanziaria ed
economica ha riportato in auge – appunto – quel
concetto di “Stato
Nazione” che appariva, ai più,
come uno strumento da oltrepassare. |
Quanto al superamento
degli Stati Nazionali ed al rischio
disgregazione sociale ci si può confrontare,
invece, con quanto scritto da
Giulio Sapelli (dal titolo, appunto: “Il
superamento degli stati nazionali e il rischio
di disgregazione sociale”)
apparso, sempre sul
Corriere della Sera, Domenica 14
febbraio.
Torniamo, però, al filo
del nostro discorso relativo alle
Elezioni Regionali: ebbene, nella fase preparatoria di queste
elezioni, si è palesato come al ruolo negativo
svolto, fin qui dalle Regioni, quale espressioni
prevalentemente di centri di potere separati, si
sia accompagnato una sorta di “puzzle impazzito”
nella scelta delle candidature e degli
schieramenti, proponendo una situazione dove, al
di là della necessitò urgente di riflettere sul
meccanismo dell'elezione diretta e
dell'attribuzione del premio di maggioranza (
non si tratta, beninteso, di “tecnicalità”
ma di fattori di grande importanza sul piano
politico”), si è palesato uno stato di cose
perfettamente aderente all'idea di una politica
praticata da “gruppi”, aggregazioni di “lobby”
(nell'accezione negativa cui questo termine è
attribuita in
Italia), cordate varie.
E' risaltato, in tutta la
sua negatività, il facile cedimento verificatosi
negli anni scorsi ad una sorta di
“federalismo” senza bussola,
cui si è ceduto per timidezza, timore di
apparire “antiquati” e di restare soffocati da
un nuovo vincolo populista. Da destra, da
parte degli interpreti originali del
personalismo populista e da parte di chi ha
saputo introdurre davvero, nel nostro Paese, il
“partito personale” si delinea già una risposta,
utile anche per fronteggiare situazioni diverse
di disgregazione come quelle derivanti dal
ravvivarsi (se mai ce ne fosse stato bisogno)
della “questione morale”: fare delle elezioni
regionali elezioni di “medio termine”,
contrassegnate dal solito referendum sul solito
“uomo solo al comando”: o con me o contro di me. Così si realizza
l'ennesima torsione autoritaria del nostro
sistema. Per la sinistra
può esserci ancora tempo ?
Non è il caso di mettersi
a contare i
Presidenti di
Regione vinti o persi (7-6; 6-7,
chissà...) ma di uscire da subito da una latente
subalternità, che si è ben dimostrata in questo
ultimo periodo (alcuni, forse intenti a
perseguire le proprie velleità personali hanno
ricalcato esattamente la strada che ci sta
portando alla rovina).
Da sinistra può partire,
subito, l'idea di una nuova coesione nazionale
quale base di fondo per affrontare la gravità
crescente della crisi economica e morale: a
partire dalla difesa della
Costituzione, si potrebbe convocare
un “tavolo nazionale” di programma che porti
alcuni elementi omogenei come punti di fondo
programmatici con al centro l'idea della
programmazione economica e del territorio e
della restituzione alle Regioni della loro
funzione legislativa riferita al livello locale.
Savona, 17 Febbraio 2010
Franco
Astengo
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