TRUCIOLI SAVONESI
spazio di riflessione per Savona e dintorni

Libertà di informare o di tacere?

Se tre arditi furti a Loano sono poca cosa…

Alla redazione di Trucioli Savonesi

Gentili redattori, seguo da un paio d’anni il vostro blog. Alcuni articoli che conservo anche per mia figlia, studentessa universitaria a Pavia, ritengo siano davvero di informazione libera e indipendente. Insomma date delle notizie di Loano che non sono commenti, né opinioni, ma i cosiddetti fatti, documentazione ufficiale, che non si leggono su altri mezzi di comunicazione.

Non mi interessa sapere il motivo per cui siete l’unico organo a comportarvi cosi. Forse come spiegate voi perché non avete condizionamenti della pubblicità, né dal potere politico ed economico dominante, in quanto gestite il tutto da volontari. Mi rendo conto, comunque, che incontrando altri concittadini loanesi, siano sempre più numerosi coloro che leggono il vostro sito.

Vi scrivo non per denunciare scandali. Ce ne sono già troppi in questo nostro Paese-Italia. Ma vorrei segnalare e con questo sarebbe interessante conoscere il pensiero di  altri loanesi, uno spaccato della vita cittadina che mi sorprende. Non ne intuisco l’utilità pubblica. Posso immaginare solo la motivazione, ma forse sbaglio. Dunque non azzardo in congetture.

Una mattina, di questa settimana, vado in banca e trovo un paio di conoscenti. Mi raccontano, ognuno per quel che sa, di tre episodi e mi collego a quanto già letto sulle vostre pagine di internet. Ovvero di furti o episodi di criminalità comune che a Loano non trovano spazio sui giornali e altri organi di informazione.

Vi descrivo e vedete voi come mettere le notizie.

Primo episodio. Una serata di pochi giorni fa, non molto di più, i titolari dei negozio Legnopiù, di via Aurelia, di levante, vicino ai campi da tennis, mentre si trovano al piano superiore della loro abitazione, sono rimasti insospettiti da rumori provenienti dal piano sottostante della casa unifamiliare. Un giovane componente della famiglia Bolla, scende per accertarsi cosa stava accadendo. E scopre, immaginate la sorpresa, un paio di individui intenti a scassinare, forse alla ricerca della cassaforte o materiale pregiato. Si affrontano, pare con una certa baldanza e ad opera dei malviventi, che temendo il peggio o l’arrivo di altri famigliari finiscono per abbandonare l’impresa che avrebbe provocato qualche danno, come la forzatura di porte. E la comprensibile paura del peggio.

Il secondo episodio che ho ascoltato e certamente curioso, è avvenuto, a quanto mi si dice, ai danni dei titolari dell’albergo “Villa Beatrice” della famiglia Panozzo. Persone benvolute e stimate da tutti, come del resto la famiglia Bolla, che dimorano nella stessa zona. Un albergatore ed un commerciante di cui Loano può essere fiera.

Succede che all’ora di cena, si presume, dal giardino recintato dell’albergo vengono portate via cinque giare vecchie, sulle sei presenti, nell’area esterna dell’hotel. Credo che abbiano una valore di  un migliaio di euro cadauna.

Qualche passate automobilista avrebbe visto, ma senza darci molto peso, che due o tre persone stavano facendo rotolare sull’Aurelia delle giare.

Manco a dirlo hanno avuto il tempo di prelevarle, e caricare l’ingombrante refurtiva. Di giare nel giardino dei Panozzo ne è rimasta una, a ricordo di quella sera. Il tutto mentre personale dell’albergo e clienti cenavano. La scoperta il mattino seguente.

Il terzo episodio riguarda un negozio di alimentari (frutta e verdura) nella zona di piazza Vallerga, gestito da due sorelle e non lontano dall’agenzia immobiliare Scrivano.

Le commercianti tornando al mattino a riaprire il negozio hanno avuto la sorpresa. Erano spariti prosciutti interi (cotti e crudi), salumi vari, formaggi. Un danno notevole. Qualche miglia di euro.

Ora il mio stupore è questo.

Proprio negli ultimi giorni leggo che ad Albenga fa notizia che ignoti hanno infranto i finestrini di tre auto in sosta.  Che a Borgio hanno rubato dai videopoker di un bar del centro. Che a Ceriale hanno rubato piccoli attrezzi.

Albenga, che per motivi di lavoro conosco abbastanza, sembra la capitale della malavita in Riviera e la Lega Nord lancia ogni giorno allarmi, accuse al sindaco avvocato. Si preparano le ronde a difesa dei cittadini onesti.

Loano, a leggere i giornali, a parte i clamorosi episodi, appare un paradiso di tranquillità. Sarà cosi!

A proposito, tre mesi fa, sempre in banca ho trovato il famigliare di un noto autonoleggiatore locale. Una domenica mattina hanno lasciato la casa incustodita per un paio d’ore e quando sono tornati erano stati ripuliti, prelevata anche la cassaforte. Un danno notevole, in una villa.

Perché i cittadini loanesi non devono sapere ed essere giustamente allertati?  A meno che non ci sia qualche giornalista (loanese?) che, a sua volta, è stato oggetto di irruzione in casa e tutti zitti. Bell’esempio di coerenza! Sono d’accordo che l’allarmismo non serve. Ma l’informazione, i giornali di chi sono al servizio, dei cittadini, dei lettori o di qualche “boss politico” (?) che a Loano vuole tenere tutto sotto controllo. Persino le notizie dei furti, non proprio piccolini o da ladruncoli di polli.

Ma ci tiene a far sapere, trattandosi di un vero e proprio allarme sociale – leggo su La Stampa dell’11 febbraio scorso – che sono state sequestrate le elemosine di accattoni e mendicanti dagli agenti della Polizia Municipale. Negli ultimi otto mesi fanno rigorosamente rispettare l’ordinanza emanata a luglio dal sindaco Vaccarezza, su richiesta, viene precisato, dell’assessore alla Polizia Municipale, Giacomo Piccinini. Da allora, riporta il giornale, i mendicanti vengono identificati, sequestrando anche il denaro che in genere ammonta a pochi spiccioli.

Non so se i nostri parroci (vero don Pino?) siano soddisfatti o meno di questa misura molto cristiana, evangelica. Non sono un berleghista, come li definisce il vostro ottimo Bellamigo (lo invidio per tanta capacità, cultura,bravura espositiva, chiarezza, magari a Loano ce ne fosse qualcuno in più!). Io sono cresciuta in una famiglia democristiana.

Eppure sono d’accordo che l’accattonaggio va combattuto e la prevenzione fatta attraverso il controllo sistematico, continuo. Bene, dunque, la decisione del sindaco e l’operato dei vigili urbani, dell’assessore.

L’illegalità, qualunque essa sia, per mia convinzione, alimenta certi estremismi e qualunquismi nel popolino. Altrimenti non si spiegherebbe per quale ragione tanti immigrati lavorano in nero e spesso i datori di lavoro sono leghisti accaniti.

Oppure chi sono coloro che affittano, a mesi, a viados e prostitute straniere in questa Riviera dove molte coppie giovani hanno difficoltà a trovare case in affitto, con contratti regolari.

A proposito perché sui giornali non si pubblicano i nomi degli affittuari denunciati? Eventuali connivenze delle solite agenzie immobiliari, sempre le stesse?  Non sarebbe un disincentivo a non speculare sulla malavita? O chi intendere fare l’antico mestiere in proprio, ma con affitti da un migliaio di euro al mese?

Pubblicate quello che ritenete. Non sono abituato a scrivere lettere ai giornali. Gli ultimi avvenimenti mi hanno incoraggiato, mia moglie non vuole, eppure se non avessi una figlia che non condivide che il papà si esponga in pubblico, vi direi di firmare per esteso. Grazie.

Piero M. (loanese oriundo)