L’affresco “massoneria &
tangenti” aveva ripreso quota con la partenza
del procuratore Acquarone Il “sistema mazzette” è in divieto di transito Alcune tappe descritte sui
giornali. Oggi c’è un gran fermento dopo il
ritorno di Granero
di Luciano Corrado
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Savona- Parlare oggi per dimenticarsene domani. Oppure: contro la perdita di memoria. I peccati commessi dai pubblici amministratori nei confronti dei cittadini non sono solo quelli vergognosi come intascare le tangenti o favorire amici e sodali. Anche il non decidere rientra nei comportamenti da mettere all’indice. E quando si decide, troppe volte, restano aloni di mistero per assenza di trasparenza. In questi giorni la provincia di Savona, il suo levante, sono percorsi da una burrasca giudiziaria di cui molto si parla, si scrive, si dibatte. Ma cosa succedeva da alcuni anni a questa parte (dopo la partenza del procuratore Acquarone), proprio in quella zona? Cosa scrivevano i mass media? |
C’è qualcosa, al di là, della vicenda specifica e di cui poco si conosce, che è sfuggito all’opinione pubblica, ai lettori per una serie di ragioni? Per non parlare della storia, pure recente, delle “mazzette” nell’ambito dei controlli di ispettori dell’Asl. E del finanziere a Porto Vado. E
oggi, quale immagine offre una certa classe
politica (non è utile fare di ogni erba un
fascio, sarebbe un torto ai tanti amministratori
onesti e capaci) al cittadino sempre più deluso?
Vedi il clamoroso flop di diserzione alle urne
nelle elezioni provinciali che ha visto la
competizione tra il centro-destra di
Vaccarezza
(vittorioso) ed il centro sinistra di
Boffa. L’ultimo presunto scandalo che leggiamo sui giornali coinvolge persone e vicende con scenario a Celle Ligure ed Albissola Marina. Due casi, soprattutto a Celle, dove il piccolo blog “Uomini Liberi” di Antonio Signorile (non ha mai fatto parte della Casta), ha condotto una difficilissima opera informativa. Senza uno staff giornalistico alle spalle. Solo alcuni volontari, ad iniziare da cittadini cellesi, che hanno bombardato e scritto con insistenza e persistenza. Senza apparenti risultati. Anzi, scoraggianti. Con essi, in una direzione più estesa e mirata, organizzata, il blog “Casa della Legalità” di Genova. A Celle Ligure, citiamo per la cronaca un “combattente” per tutti, Luigi Bertoldi, ex sindaco Dc che, con tenacia e quasi disperazione, ha bussato nel corso degli anni a decine di porte ed uffici. Ad iniziare dalle redazioni dei giornali locali, senza successo peraltro. Fino a coinvolgere Trucioli Savonesi, in piccola parte. Una spiegazione c’era. Occorreva attendere “tempi migliori”. A livello investigativo e nelle cittadelle giudiziarie di Genova e soprattutto Savona. Siamo alle fasi preliminari di un’indagine che solo chi l’ha seguita può desumerne i limiti e gli orizzonti. Forse l’esperienza può essere utile e ci racconta un “caso” dei tanti filoni della ormai dimenticata “Teardo story”. Una busta, con una cinquantina di milioni lire (più che meno a quanto si disse) che un geometra comunale, su incarico di un grosso costruttore edile savonese che risultava tra i concussi (solo Dio sa, il confine che ci fu con la corruzione), avrebbe consegnato ad un sindaco “rosso” della Riviera. C’erano conferme di quel denaro prelevato in banca, ma nessuno ebbe la certezza di aver visto, stando alle testimonianze processuali, i biglietti verdi dentro il malloppo. |
Alberto Ferrando |
Il sindaco ammise di aver ricevuto una busta, ma conteneva documenti, non denaro in contanti. L’intermediario, a sua volta, escluse il passaggio di denaro. Il primo cittadino fu arrestato, sbattuto sul banco degli imputati, si rovinò mezza esistenza terrena e alla fine fu scagionato. Non era stata raggiunta la prova dell’effettivo passaggio di denaro. Inutile approfondire altri aspetti importanti della tesi accusatoria che non era campata in aria. Non ci interessa, in questa fase, sapere quanto scrivono i giornali <…chi era il destinatario della mazzetta da 50 mila euro che Alberto Ferrando, capogruppo di maggioranza nella lista civica di Celle che sostiene il sindaco Renato Zunino, avrebbe fatto arrivare in Comune, ad Albissola Marina, per la lottizzazione delle ex aree Arcos> e di cui, a suo tempo, avevamo seguito alcune problematiche da parte dei proprietari dell’area. |
I
quotidiani ricordano ancora… la mazzetta era
destinata <all’allora
sindaco, Stefano
Parodi, oggi
presidente del
Consiglio provinciale di Savona,
eletto all’unanimità, passato dal
Pd al Pdl,
o qualcun altro all’insaputa del primo
cittadino? Interrogativi a cui cercherà di
rispondere il Pm, Paola Calleri…>. Il 2
febbraio, Il Secolo
XIX che, per primo
ha dato notizia, con due “mastini del
giornalismo d’inchiesta” (quando è loro
possibile),
Graziano Cetara e Marco Menduni,
ha esordito: <C’è
una nuova inchiesta per corruzione e riciclaggio
che parte da Genova,
ma destinata a far tremare, ancora una volta, la
Provincia di Savona.
Nove indagati di spicco, tra cui
Piero Pesce,
uno dei più conosciuti costruttori genovesi…una
mazzetta da 50 mila euro sarebbe stata
consegnata direttamente nell’ufficio del sindaco
del Comune di
Albissola Marina,
per conto dello stesso
Pesce>. L’inizio, pare, ma evidentemente a monte c’erano già antenne allertate, da un fermo al confine Ventimiglia-Francia, con una figlia di Pietro Pesce che nascondeva negli slip (doppi) 273 mila euro in contanti. La notizia, opportunamente, rimase riservata. Siamo ora ai primi e forse neppure ultimi fuochi d’artificio. Una rapida occhiata alle cronache scritte e (non) di Uomini Liberi e Trucioli Savonesi. E’ l’estate 2007. Sulla collina dei Bruciati di Albissola Marina esplodono situazioni imbarazzanti. Un assicuratore ed un ammiraglio in pensione decidono di fare (in alcune sedi) nomi e cognomi di massoni (l’appartenenza non è reato e soltanto i giudici decano dal loro ruolo per espresso divieto) che avrebbero messo in atto una serie di interessi non pare cristallini. Si raccontano – la magistratura deve provarli – episodi abbastanza circostanziati di professionisti e privati, con la “benevolenza del Comune”, che negli anni avrebbero dettato la “loro legge”. Manco a dirlo edilizia, concessioni edilizie. Si racconta di un legale che era stato, in passato, l’avvocato del Comune. Tra i giornali locali, Il Secolo XIX, con Dario Freccero, è il più attivo ed attento, a seguire i casi, almeno per quanto si riesce a sapere.
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