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Fumo negli occhi (e non è la centrale, stavolta)

 

 

di Milena Debenedetti


Fuksas se ne va, sbattendo la porta, insalutato ospite. Se si aspettava una reazione, l’ha avuta. Il grido di esultanza e i botti di spumante virtuale, fra i rozzi bifolchi savonesi, hanno formato un boato udibile fino a La Spezia.

Persino fra i ragazzi su Facebook, che di solito per impegno non vanno oltre i gruppi “quelli che non hanno voglia di studiare”, la notizia circolava con contorno di euforia e sollievo.

Qualcosa vorrà pur dire. Significherà qualcosa, quando quasi il novanta per cento di cittadini (praticamente tutti escluso qualche illuso e i diretti interessati) è contrario a un progetto al quale sono favorevoli il novanta per cento dei politici, con il cento per cento della stampa locale a far da grancassa.

Se la matematica non mi inganna, qualcosa non torna. Suggerirei chi di dovere di far bene i suoi conti, e di prenderla in considerazione sul serio, non tanto per dire, la volontà popolare sul territorio. Perché vedete, signori politici, nulla è per sempre, e la vostra sicurezza è durata un po’ troppo, andando ben oltre quella famosa goccia. Sembrate inconsapevoli del terremoto d’opinione che avete sotto i piedi. Inconsapevoli del fatto che ben pochi, ormai, se non i più anziani esclusi dai nuovi media, o gli affiliati alle varie clientele, votano per appartenenza. Tutti gli altri sono un magma che rischia di sfuggirvi di mano. Eppure i segnali ci sono tutti.

Segnali come ciò che è accaduto a Vado Ligure sono ben lungi dall’essere destinati a restare isolati.

Non appena si forma una alternativa credibile a questo sistema trasversale consolidato, i cittadini accorrono come mosche al miele. Pensateci. O cambiate voi, o alla lunga cambiano loro. Il cambiamento può al massimo essere ritardato il più possibile, non certo evitato.

Inoltre, si è giocato con disinvoltura, un po’ troppo e un po’ troppo a lungo: la punta dell’iceberg emerge, e qualche inchiesta tutt’altro che inaspettata e sorprendente si avvia. Speculazione improvvisa, frettolosa e incontrastata fa rima con riciclaggio. Impossibile non saperlo.

 

Fuksas se ne va. Ma c’è ben poco da esultare, se non per il significato simbolico di questa resa. C’è chi dice che sia stata una sceneggiata, quando ormai lui era già fuori da un pezzo. C’è chi afferma che si tratti di un contentino, un osso gettato al popolo, vittoria di Pirro, per distrarci e farci cullare su falsi allori. E in effetti, il giornale stesso che ha dato la notizia, e l’enfasi successiva, tirando in ballo Sgarbi (orrore), paiono proprio questo: fuffa su Fuffas.

Curioso che quando Sgarbi mostrò il proprio dissenso sul progetto, parecchio tempo fa, nella rubrica su un diffuso settimanale, non si diede, a mio ricordo, uguale risalto, nella stampa locale. Mah. 


Massimiliano Fuksas

Tuttavia, trattasi pur sempre di punto fermo. Immagino che comunque ora, stanti le osservazioni della regione Liguria e quant’altro, un nuovo iter dovrà riavviarsi.

Per quanto manifestino volontà incrollabile di andare avanti, ci sarà modo di vigilare, non abbassando la guardia.

Da dove ripartire? Dai dati concreti e dai punti di forza.

Alcuni dati concreti sono stati accennati molto bene da Valeria Rossi in un articolo su Il Ponente: l’esempio tutt’altro che positivo degli altri porticcioli limitrofi, da Varazze a Imperia a Loano, con speculazioni conseguenti. Questo è un elemento chiaro, non ha a che fare con nostalgie e ambiente e altri aspetti che loro considerano “sentimentalismi” inutili. Questi sono dati di fatto, non di parte, storia pregressa e in corso che smentisce le magnifiche sorti e progressive di cui ci stanno cianciando. 

 Siamo ancora in tempo a evitare un nuovo errore.

I punti di forza? In un altro breve, lucido e intelligente intervento su Uomini Liberi,  ad opera di Roberto Cuneo, si avvisa appunto che la storia è tutt’altro che conclusa, che il porticciolo (magari più piccolo, come contentino, ma allora ancor più disastroso perché senza alcuna speranza di essere redditizio), e soprattutto, la colata di cemento sulla costa savonese-albisolese, cui il porto fa da pretesto propedeutico, sono ben lungi dall’essere scongiurati.

Mi ha colpito, in questo pezzo, una frase significativa, dalla quale vorrei ripartire. Si dice che a suo tempo Bofil, il nome famoso e di prestigio, fu usato come grimaldello per spalancare la porte alla speculazione del porto. Fuksas aveva più o meno lo stesso scopo. Non ha funzionato? Pazienza, ci si fa venire in mente qualcos’altro.

Ecco, sì, ma: perché non ha funzionato? Non solo perché quando ti fregano una prima volta poi stai maggiormente sull’avviso, ma soprattutto perché nel frattempo tutto è cambiato, lo scenario è cambiato. Enormemente. Nonostante i pochi anni trascorsi.

Io stessa, ricordo, all’epoca lessi distrattamente le cronache trionfali sui giornali, perplessa ma lontana, come attraverso un vetro. E come me, la maggior parte dei savonesi.

Poi sono arrivate le informazioni di Lugaro ne “Il fallimento perfetto” e molte altre notizie. Ho iniziato a fare due più due, a collegare persone e fatti slegati che conoscevo.  I savonesi “belli addormentati” dietro il vetro si sono riscossi. Tardi, ormai. Ma la rete dei consapevoli è cresciuta.

 

La rete, già. Vogliamo parlare di Internet e delle nuove possibilità di informazione e partecipazione diffusa?

Ecco, secondo me, cosa alla lunga ha fatto la differenza fra Bofill e Fuksas. Ecco cosa ha permesso in un caso approvazioni sul velluto, contestate da pochi isolati, e nel secondo ha formato critiche, movimenti di opinione, ha portato i “pantofolai” in Comune a osservare l’operato dei propri eletti.

 

Per il momento, osservare. In seguito, chissà, influire. Ma di certo non si torna indietro, ai bei tempi del facciamo come ci pare.

Certo che ne avranno, ne avremo di lavoro da fare. Prossimamente ne parlo. Per ora, qualche nome, giusto per suscitare brividi nell’uditorio, come un trailer di film horror: operazione Papessa, cantieri Solimano. Per tacer di Binario Blu.

 

   

Milena Debenedetti 

Il mio ultimo romanzo  I Maghi degli Elementi