I commercianti del porto
di Loano:
<Ci siamo fidati di sindaco e giunta. Noi
la plebe, loro la casta!>
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Progetto del Porto di Loano |
Spettabile redazione di
Trucioli Savonesi,
<Noi commercianti del porto di Loano,
in questi anni, abbiamo commesso un grave
errore: ci siamo fidati del Sindaco e della
sua Giunta.
A loro abbiamo
rappresentato le nostre esigenze e difficoltà,
confidando che avrebbero tenuto in
considerazione chi per anni ha lavorato in porto
e lo ha mantenuto vivo; abbiamo, invece, capito
che l’amministrazione ci ha da tempo lasciato al
nostro destino ed ora sembra addirittura
metterci il bastone tra le ruote.
Noi, singoli titolari di
concessioni demaniali marittime, infatti, non
siamo mai stati formalmente coinvolti nell’iter
di approvazione del porto; né l’amministrazione
comunale si è mai degnata di interpellarci
quando le scelte che sarebbero state assunte
avrebbero determinato anche pesanti ed immediate
ripercussioni negative sulle nostre attività
commerciali. |
Siamo sempre
venuti a conoscenza di ciò che ci avrebbe
coinvolto a cose fatte.
In questi
anni abbiamo continuato ad operare nonostante
gli incredibili disagi; non solo noi, ma anche i
nostri clienti, i diportisti ed i cittadini che
abitano nella zona del porto sanno quanto è
stato difficile vivere e lavorare in un
cantiere.
Se l’amministrazione, in tempo utile, ci
avesse chiaramente comunicato che non era sua
intenzione tutelarci, avremmo potuto assumere
altre iniziative come quella di provare a
dialogare direttamente con i vertici di
Marina di Loano; abbiamo la sensazione che
avremmo ottenuto da loro maggior ascolto e
risultato.
Adesso, a convenzione approvata,
dobbiamo lottare perché ci sia riconosciuto
semplicemente un passaggio graduale dalle
vecchie tariffe a quelle ritenute di mercato da
parte di Marina di Loano. Tariffe che ci
sono state comunicate solo recentemente.
Abbiamo
chiesto e chiediamo solo di poter continuare a
lavorare nelle nostre attività, che consentono a
noi ed alle nostre famiglie di vivere, e di
poter pagare canoni pieni nel momento in cui
anche il porto sarà effettivamente funzionante.
Non ci sembra
una pretesa esagerata, da respingere al
mittente.
Siamo stati ingenui: come poteva
un’amministrazione che non ha tutelato
gli interessi di un’intera comunità,
regalando ulteriori venti anni di concessione a
Marina di Loano, preoccuparsi per le
esigenze e le difficoltà di poche famiglie ed
aziende?
Pensiamo però che, almeno, avremmo
meritato un minimo di rispetto da parte di
coloro i quali dovrebbero amministrarci; ed
invece, nel corso dell’ultimo consiglio
comunale, un assessore ci ha definiti plebe.
(Nota
redazionale di Trucioli, l’assessore in
questione e non abbiamo difficoltà a fare
il nome, è Luigi Pignocca che ha reagito,
diciamo a caldo, ad un applauso dei presenti del
“porto”, all’intervento dell’avvocato
Elisabetta Garassini).
Caro
assessore, certamente noi non siamo nobili, né
ci crediamo tali; siamo persone che lavorano,
cittadini di questo paese. Anche lei, però,
dovrebbe avere la consapevolezza di non essere
un signorotto medievale e ricordare che
rappresenta le istituzioni democratiche in
quanto eletto dal popolo.
La società divisa per classi è finita da
un pezzo ed i semplici cittadini incominciano ad
essere stufi della maleducazione e degli
atteggiamenti arroganti di chi si sente parte di
una casta intoccabile.>
I
commercianti del Porto di Loano
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Risposta di Trucioli
Savonesi: la
storia di cosa sia accaduto in tutti questi anni
nel porticciolo turistico di Loano l’abbiamo
fortunatamente documentata e custodita nel
nostro archivio. Racchiude molti
fatti-testimonianza. Documenti soprattutto. Non
è mancato neppure chi, da diligente cittadino,
ci ha fornito nel tempo materiale molto
interessante. Utile. Tre di essi, purtroppo, ci
hanno lasciato.
Il tempo cancella la
memoria, non ciò che resta nero su bianco.
Non è qui il caso di “giustificare”
Pignocca junior (il papà, socialista, è stato
per anni autorevolissimo esponente
dell’amministrazione cittadina), ma è dal
2001-2002 che all’ex Portobello si poteva
accedere ai “calcoli” di quelli che sarebbero
stati i futuri canoni di affitto,
post-sdemanializzazione, parametrati ai metri
quadrati occupati. Come potrà confermare il
bravo direttore …(omissis) e fonte Ufficio
del registro. |
Il problema, prima di tutto di buon senso, posto in evidenza nella lettera è serio perché non tutte le attività presenti hanno avuto uguale fortuna. Ci sono stati fallimenti, chiusure, rapidi cambi di gestione, problematiche varie. E non ultimo i bassi canoni richiesti, per decenni, dal demanio statale. Nel rispetto, tuttavia, di norme statali.
Al momento opportuno
metteremo a disposizione dei lettori e dei commercianti - esercenti - artigiani, operatori
perché, come dicono, si sentivano “incoraggiati”
e ora “ingannati”.
Sicuramente una delle pagine più buie – ma
non è ardua una chiave di lettura, in
considerazione dei personaggi coinvolti – è la
citata proroga, da 60 a 80 anni della
concessione, a giustificazione dei maggiori
oneri sopportati dalla Marina di Loano.
Oggi considerato tra i maggiori gruppi
industriale-finanziario (per estensione di
interessi) d’Italia. La famiglia Ligresti
(origini a Paternò) possiede una
invidiabile galassia: banche, giornali,
alberghi, assicurazioni, edilizia ed aree
immobiliari, persino Cai (ex Alitalia); solo per
citare ciò che è documentato.
Come documenta anche due articoli de Il
Sole 24 Ore (vedi…),
quotidiano della Confidustria, di cui i
Ligresti fanno parte a pieno titolo. Uno
illustra l’operazione Loano, è del 9
novembre 2008.
Non tutti saranno d’accordo, ma meglio
avere un investitore solido che un “pirata” o
“avventuriero”, come era accaduto in passato in
una circostanza, purché ci sia un giusto
bilanciamento, tra interessi privati e
collettivi. Lo ricordava, assai bene, l’avvocato
Stefano Carrara Sutour, allora militante
comunista, nelle osservazioni al Piano
Particolareggiato (12 luglio 1990).
A ulteriore completezza di
informazione storica recente, a tutta pagina
La Stampa (9 novembre 2008), come
Trucioli ha già pubblicato, con uno
“stuzzicante” Augusto Rembado esordiva
nel pezzo dal titolo:
<Ieri “blitz” di Ligresti
per presentare il porto. Il raddoppio
dell’approdo terminato entro il 2010>.
Prime profetiche parole dell’articolo: <L’ingegner
Ligresti non voleva realizzare il porto,
poi al termine del pranzo al Garden Lido,
ha voluto ascoltare il mio parere, guardandomi
negli occhi, mi ha chiesto una mano. “Mi
fido di lei”, mi ha detto. Era il 2006,
l’operazione è così ripartita>. Aggiunge il
cronista Rembado: <Angelo
Vaccarezza, sindaco di Loano,
racconta raggiante il retroscena che ha
sbloccato l’operazione porto turistico…e
ringrazia in particolare per il Comune,
Gennaro Mazzitelli e Piero Araldo per il
loro contributo in questi anni…>.
Il “dossier porto” che
pubblicheremo, a puntate, sarà istruttivo.
Comprese alcune pagine di atti giudiziari,
nell’ambito di delicate vicende-indagini,
intercettazioni telefoniche autorizzate, mai
rese di pubblico dominio. Incluse alcune
“memorie” di fonte massonica.
Oggi è l’occasione può essere utile per
informare i cittadini, quei pochi a quanto pare
a cui interessa conoscere la storia del porto di
Loano. Ci riferiamo soprattutto al mondo dei
giovani, alla future generazioni che potranno
trarre lezione storica. Anche per non fare di
ogni erba un fascio. Non mistificare, ci
ricorderebbe persino il Berlusconi
premier e “statista” (?).
Ci perdonino i commercianti del porto, ma
Luigi Pignocca, è un “cagnolino buono”.
Ha abbaiato in consiglio come farebbe
solitamente il “fedele amico”. Non può
essere lui il “capro espiatorio”.
Lo vedremo nel lungo “dossier porto”,
dall’A alla Z.
(l.c)
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