IMPERIA - Un
attacco alla
magistratura mai
registrato prima
in Liguria,
sferrato da un
colosso italiano
del ramo rifiuti
vicino a
Marcello Dell´Utri,
si staglia
dietro il
pettegolezzo
delle presunte
avances via sms
tra due pm della
procura di
Imperia. Una
vicenda dai
mille risvolti,
uno dei quali è
un effetto
collaterale che
ha spinto venti
magistrati
liguri a
segnalare alla
procura generale
le proprie
situazioni di
possibile
incompatibilità.
Tutto inizia
quando il pm
Paola Marrali di
Imperia chiede,
agli organi
disciplinari
interni della
magistratura,
che vengano
presi
provvedimenti
nei confronti
del collega pari
grado Filippo Maffeo perchè
l´avrebbe
importunata con
ripetuti sms.
Entrambi sono
considerati
ottimi
magistrati che
da tempo
trattano (lo
hanno fatto
anche in pool in
diverse
occasioni)
delicate
inchieste sulla
pubblica
amministrazione,
senza aver mai
originato dubbi
o illazioni. E
la loro vicenda
personale si
chiarirà nei
modi stabiliti
dalla legge. Il
fatto è che,
proprio mentre
il caso è in
fase di
trattazione da
parte del
procuratore
generale di
Genova Luciano
Di Noto, ecco
che Maffeo è
oggetto di un
durissimo
attacco
personale da
parte di
Pierpaolo Pizzimbone,
candidato in
Sicilia per
Forza Italia
grazie
all´amicizia con
Marcello Dell´Utri,
fidanzato di
Barbara D´Urso
e
fondatore con il
fratello Giovanbattista
del Gruppo Biancamano,
azienda di
raccolta e
smaltimento
rifiuti con
forti interessi
in Sicilia e in
mezza Italia e
gestore della
discarica di
Ponticelli.
Appunto la
discarica, che
negli anni ha
ottenuto
ripetute
proroghe, è
oggetto
d´indagine da
parte di Maffeo
per presunte
violazioni
ambientali
(autorizzazioni,
ripristino dei
luoghi,
smaltimento del
percolato,
stabilità) che
se confermate
potrebbero
portare anche a
richieste di
revoca della
concessione.
Inchiesta che si
avvale anche
della
collaborazione
dell´Arpal e in
particolare di
una funzionaria
che si chiama
Paola Borsellino
ed è la nipote
del magistrato
ucciso dalla
mafia.
Pizzimbone, che
è uno dei tre
indagati, uscito
dalla procura
dopo una
convocazione ha
pesantemente
criticato
l´inchiesta del
pm Maffeo, e ha
poi concluso:
«Ritengo che per
la vicenda in
cui è
immischiato
relativa al sue
presunte avance
nei confronti di
una collega
dovrebbe
autosospendersi,
per rispetto dei
cittadini, delle
istituzioni dei
dipendenti del
Tribunale.
Questo è il mio
personale
pensiero da
libero cittadino
e da persona che
si schiera dalla
parte delle
donne». Qualche
giorno dopo due
parlamentari del
Pdl, Nicola
Formichella
(braccio destro
di Marcello
Dell´Utri), e
l´editorialista
de Il Giornale,
Giancarlo Lehner,
presentano
un´interrogazione
al ministro
contro Maffeo.
Fino ad ora,
però, nessuno ha
evidenziato un
particolare di
non poca
rilevanza. Il
marito della pm
Marrali è
Marcello De Michelis,
commercialista
appartenente ad
una potente
famiglia di
immobiliaristi
di Imperia (lo
zio Ivo è
vicepresidente
della Fondazione
Carige) che è
stato
consigliere o
sindaco, fino a
poco tempo fa,
delle società
dei Pizzimbone
Biancamano,
Aimeri e
Ponticelli, e
che oggi è
ancora presente
nelle società
Green Park e
Gabriel & C.
dove siede, in
veste di sindaco
e consigliere
Massimo Delbecchi,
attuale
amministratore
delegato di
Biancamano.
Altro retroscena
fino ad oggi
irrisolto è
quello che
riguarda una
sorella della pm
Marrali che è
avvocato ed
esercita a
Imperia. Il caso
(secondo
un´interpretazione
della legge
sussiste
l´incompatibilità
anche se
l´avvocato è
civilista perché
a Imperia il
Tribunale ha
un´unica sezione
penale e
civile), che
sarebbe
collegato anche
alla vicenda
degli sms,
diventato di
pubblico dominio
ha spinto una
ventina di
magistrati di
tutta la Liguria
a segnalare alla
procura generale
di Genova
situazioni di
possibile
incompatibilità
dovute alla
professione di
mogli, mariti,
figli o parenti
stretti.
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