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Dodici pagine da leggere. Ma il tabellone, con stemma del Comune, dimentica un nome

Frane a Noli, ecco la perizia Filippi

“Rispettata la privacy del geologo”

Un documento tecnico rigoroso e completo. Avvisi di reato. Soluzioni e incognite


Noli – Nell’area un tempo occupata dall’ex stazione ferroviaria e nei secoli mutata in conseguenza degli insediamenti alto-medioevali che l’hanno interessata – da qui le ricerche archeologiche – il progetto prevede la costruzione di 174 garage interrati, su tre piani. Un affare che una volta ultimato potrebbe fruttare da 13 ai 16 milioni di euro. Tenendo conto del prezzo di mercato solitamente richiesto. Tra gli 80 e 100 mila euro a box. A Savona, come ad Alassio, tanto per fare esempi, a volte si pagano anche di più. Un mercato, inoltre, diventato veicolo di investimento per chi ha “denaro” da mettere al sicuro. E’ accaduto – riferiscono diverse fonti -  al Crescent, il biscione sottostante il Priamar.

Nulla di nuovo sotto il sole si direbbe. Ma a Noli la “sfortuna” e la “cattiva sorte”, diciamo così, non sono state amiche fedeli. E’ successo qualcosa che ora è al vaglio dell’autorità giudiziaria, del responso di periti, superperiti e perizie.

In questa sede crediamo non sia utile (e prematuro) soffermarci su eventuali responsabilità penali. Ci sono già cinque “indagati”, atto dovuto si potrebbe dire. In attesa di possibili risvolti. 

 Con un primo bilancio – quello certo, inconfutabile. Le povere famiglie che senza colpa alcuna si ritrovano “cacciate di casa” causa frana e pericolo incombente.

Trucioli Savonesi, grazie a Carlo Gambetta, l’infaticabile combattente ex sindaco democristiano, ha avuto la possibilità di raccontare alcuni aspetti della vicenda “ex area ferroviaria”, progetto ed avvio di costruzione dei box. (vedi n. 229 e 228). Nessun sacro furore, ma la constatazione che anche Noli, negli anni, non è riuscita a sottrarsi alla “furia” e alla pressione del mercato immobiliare-speculativo, antietico ci ricorda assai frequente il papa, a cui molti nolesi non abiurato e restano fedeli osservanti. Coerenza?

D’accordo sullo sviluppo, ma a quale prezzo e con quale metodo. Il massimo profitto per alcuni imprenditori, il massimo rischio di dequalificazione urbana e del tessuto turistico-ricettivo? Constatazione che, da osservatori e cronisti, abbiamo spesso ascoltato lungo l’arco di Liguria più a noi conosciuto, frequentato. Testimoni diremmo.

Lasciamo da parte gli “ambientalisti” (tanto invisi!), parliamo di cittadini che hanno un ruolo nella vita economica, oppure nelle istituzioni. Insistono sulla “piaga”: lo sfondamento, negli anni, di un equilibrio di buon senso, ma anche di logica e strategia a tutela dell’interesse pubblico. Tema caro soprattutto a Gambetta, per 15 anni primo cittadino di Noli. A suo tempo accusato di paralizzare lo sviluppo del paese. Ma anche di 211 licenze edilizie richieste e concesse per la costruzione di case agricole (quasi tutte ville e villette, tante seconde case). Un totale di 100 mila metri cubi di cemento su un’area collinare di 350 mila mq, tra pini, ulivi, filari di vite e piante da frutto (articolo di Luciano Corrado sul Secolo XIX del 28 maggio 1978, con l’elenco di tutti i concessionari. Seguito da altri 36 articoli a tamburo. Fino all’annullamento ad opera del sindaco, la sequenza di ricorsi al Tar. E l’allora primo cittadino non si sottraeva alle proprie responsabilità, ammettendo errori, ritardi, l’esigenza di tutela il “patrimonio Noli”, nel suo insieme. Imponendo una sanatoria onerosa ai proprietari infuriati.

La forza del denaro e del guadagno facile hanno avuto, negli ultimi anni, il sopravvento. In particolare con l’ingresso di Niccoli nella stanza dei bottoni. Macinando anche persone, esponenti che per anni sono stati dalla parte delle “coscienze critiche”. La calamita si è estesa e non è un caso se le agenzie immobiliari, che svolgono il loro ruolo, sono oggi più del doppio degli alberghi, fonte di lavoro ed occupazione. Accade in tutta la provincia di Savona e nell’imperiese. Nella nostra provincia 400 esercizi, molti ormai con attività ridotta a pochi mesi. A fronte di oltre un migliaio di “agenzie”, e alcune decine di “intermediatori”.

Un bene collettivo? L’edilizia passa, non può essere una macchina perpetua, si esaurisce e poi che resta? Ci faceva osservare solo qualche mese fa un importante contadino della piana ingauna alle prese con la inesorabile avanzata del cemento. E lo spostamento a monte dei binari.

Con l’attrazione dei giovani a vendere i campi, finire nel “mondo dei ricchi”. E alla fine cosa ci resterà? Cosa lasceremo alle future generazioni? Si chiedeva ancora l’agricoltore, padre di tre figli, ostili ai sudori della terra, a problematiche da 40 anni irrisolte. Ma invase da annunci propagandistici, da fumo negli occhi. E su questo aspetto esiste una gravissima responsabilità dei mass media locali e non solo.

Basti pensare che nei negozi di Albenga si comprano zucchine, insalata, carciofi, carote ed altre primizie, provenienti rigorosamente dall’estero. Comprese Germania e Olanda dove un tempo esportavano con successo e tornaconto i nostri agricoltori.

Divagazioni a parte, a Noli la cronaca ci ha riproposto, colpa di un movimento franoso, uno spaccato che potrebbe avere decine di altri “casi analoghi”, come molti conoscenti, anche tecnici, a quattrocchi ammettono.

Eppure persino un “accordo di programma” che porta la data del 24 settembre 2007, con il coinvolgimento di Comune, Provincia,  Regione, Soprintendenza, avrebbe dovuto assicurarci non contro un terremoto, ma  conseguenze da scavi. A farne le spese finora, a Noli, sono alcune costruzioni a monte. I suoi ignari abitanti. Seminando angoscia e grattacapi. Notti insonne.    



Noli, ecco la sequenza delle case al centro dell'ordinanza di sgombero per frana in atto, causa lavori box interrati.
La prima casa "rossa" è abitata da anziani coniugi (Tissone). L'uomo è un ex ferroviere, la moglie una nolese.
La seconda casa è un immobile condominiale (ascensore esterno) risalente agli anni '50.
La terza casa di proprietà della famiglia Introini, realizzata subito dopo l'ultima Grande Guerra, la prima al centro di un'ordinanza di sgombero del sindaco Repetto del mese di aprile 2009. Il Tar ha annullato l'ordinanza, ma a seguito nuovi eventi ci sono i sigilli in atto. La quarta casa, con le persiane azzurre, è il condominio di via Belvedere n. 18. Inoltre nel piano in basso sono interessati dal provvedimento di sgombero gli alloggi della famiglia Pastorino e dell'ex sindaco Fois in carica dal 1990 al 1995. Nel complesso si tratta di oltre una decina di famiglie residenti, oltre a proprietari di seconde case
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Quando ci siamo recati nella zona per le fotografie ha colpito un particolare. Non abituale. Anzi, raro.  Nel tabellone indicante lo stemma del Comune di Noli (vedi …fografie pubblicate anche sul n. 229 di Trucioli) emergeva l’assenza dall’elenco di progettisti, committente, direttore dei lavori e cosi via…del tecnico geologo.

Ora senza svelare nulla di ciò che molti sanno – mass media locali esclusi – emerge che il rapporto tecnico, con l’indagine geologica, è firmata, quale responsabile dello studio, dal dr. Giampietro Filippi, all’epoca assessore in Provincia, con la giunta di centro sinistra Bertolotto.

Filippi è conosciuto, in gran parte della provincia per preparazione, capacità, rigore. Per tante sue battaglie sulla moralizzazione della “politica”. Evitiamo il suo impegno nella soluzione dell’annoso problema “rifiuti urbani”, senza peraltro riuscire a dare nel suo mandato in provincia l’avvio di una soluzione. Ci sono troppi interessi in ballo, anche di campanile. Nessuno vuole l’impianto, la discarica nel suo comune (salvo pochi), ma tutti producono e la differenziata resta una chimera, stando ai dati reali.

Giampietro Filippi ha accettato – nulla lo vietava – di sostituire Maifredi nell’operazione ex fabbrica dei refrattari di Noli (di cui abbiamo documentato con foto e breve rendiconto su Trucioli 229 della scorsa settimana vedi…). E dove Filippi emerge anche nel tabellone che indica i dati “obbligatori” di chi partecipa all’intervento. Ha sorpreso, in quel caso, nel nuovo intervento più a monte della collina San Michele, la visibilissima caduta massi e prime reti a protezione proprio sopra le costruende seconde case.

Come documenta la relazione, allegata all’accordo di programma (epoca giunta Bertolotto), Filippi è molto scrupolosa. E scrive, tra l’altro (vedi allegata… tutta la relazione di 12 pagine ) , <Non si hanno nel sito (dove si vogliono costruire i tre piani di box ndr ) evidenti problematiche idrogeologiche….la dimensione idrogeologica non assume pertanto particolare rilevanza…in nessuno dei fori di sondaggio è stata riscontrata la presenza di acqua di falda…il sito in argomento ricade all’interno del bacino idrografico del Rio Noli all’altezza della foce dello stesso…considerate le caratteristiche del sito e la natura dell’intervento previsto, quest’ultimo è fattibile e compatibile con la presenza, sul sito stesso, del vincolo idrogeologico…risulta pertanto indispensabile con la messa in opera di micropali…Le teste di alcuni tiranti….Tuttavia si consiglia di verificare con attenzione il problema al momento in cui gli scavi siano stati completamente realizzati…>.

Pare che in qualche caso siano sorti problemi, o meglio dinieghi di privati confinanti alla messa in opera di uno o più tiranti. Un problema accaduto anche in altre città e di cui abbiamo conoscenza.

Sta di fatto che c’è scappata la frana. Probabile anche se nessuno l’ha scritto finora che il geologo Filippi sia tra i cinque-sei indagati, come atto dovuto. Quale firmatario di una relazione, assieme all’ingegner Delfino che ha ribadito, per ultimo, con una “asseverazione” che non esistevano pericoli incombenti ed i lavori potevano proseguire, rispettando tutte le prescrizioni del caso. Più complesso e forse da approfondire il ruolo dell’architetto Danilo Abate (già alla Soprintendenza). Avrà i buoni motivi per giustificare la completa trasparenza e legittimità del suo operato.

Non siamo certo noi cronisti a dover tirare le somme. Ci tocca solo raccontare, pur nei limiti. L’abbiamo già scritto e ripetuto: la grande delusione per l’operato della giunta di Ambrogio Repetto e di quella estrema sinistra – oltre ad alcuni ex democristiani e componenti di cooperative -  che avrebbe dovuto rappresentare l’elemento di rottura allo sfascio lasciato dall’ex sindaco Niccoli e che l’elettorato nolese per due volte ha bocciato. Il “caso ex fabbrica dei refrattari” (ha riqualificato il turismo, come sbandierato? Si è realizzato l’albergo a 4 stelle?) dove, in un all’oggetto ben ammobiliato di 40 mq, è oggi ospitata a spese del Comune una delle famiglie “sfortunate”. Proprietario di casa un “benestante” bresciano che ha comprato in blocco da terra al tetto. Ha investito a Noli. Uno dei tanti che ha colto l’occasione. Per le giovani coppie è più facile trovare casa? 

L.Cor.