Un' opinione  sulla nostra proposta di Terza Via .

Dopo Ruggeri, Terza Via, città da risvegliare

Non va perduta l'occasione perché Savona torni ai savonesi

Il dibattito lanciato da “Trucioli” sulla Terza Via sembra già inaridito tra (tiepidi) consensi, (secche) bocciature, tentativi di rilancio e di apertura verso nuovi coinvolgimenti. Se vogliamo, i contributi più significativi sono venuti dall’area del centro destra (Roberto Cuneo e Federico Delfino). Da sinistra si è registrato solo un intervento a gamba tesa (poteva essere diversamente?) di un epigono di Karl Heinz Schnellinger. Per il resto, un assordante silenzio.

Come intendere e interpretare l’apatia della città? Tacciono i partiti, impegnati nelle manovre e manovrette per la spartizione delle briciole di potere; tacciono i sindacati, rassegnati alla gestione di migliaia di pensionati mentre le aziende sono in agonia; tacciono i giornali, ridotti a cronachette locali, incapaci di andare oltre la pedissequa registrazione dei fatti; tacciono gli imprenditori, ben felici di poter portare avanti i loro affari senza che qualcuno abbia il coraggio e la dignità di chiederne conto; tace la società civile, stanca e delusa, purtroppo in larga parte rassegnata.

Ma il problema non è Terza Via sì, Terza Via no. Il nocciolo della questione sta nell’esigenza di cercare e creare alternative credibili agli attuali schieramenti e centri di potere. O almeno provare a coinvolgere forze anche trasversali ai partiti per uscire dalla logica delle segreterie e della spartizione.

 

L’indecente teatrino della Regione dimostra che tra centro destra e centro sinistra le differenze sono minime. Altro che vittoria elettorale per rilanciare la Liguria. Al momento il governatore Burlando è impegnato a tenere a bada gli appetiti di questo o di quell’alleato, compresi quelli del suo partito, nella grande abbuffata degli assessorati. E siamo solo all’inizio. Ci sarà da ridere quando inizieranno le danze per gli enti e i consigli d’amministrazione, come previsto dallo spoil system. In ballo poltrone e prebende (per centinaia di migliaia di euro).

Disinteresse, menefreghismo, rassegnazione, dicevamo. Quanto avviene nei Palazzi del potere è squallido, deludente. Non invita alla partecipazione, ma può anche essere un punto di partenza per uscire dall’apatia, sollecitare, ripartire. Tra meno di un anno Savona dovrà scegliere il nuovo sindaco. Il dopo Ruggeri, con Lirosi e la sua giunta di sopravvissuti, apre scenari propizi al rinnovamento, al cambio di marcia e di uomini. E’ l’occasione per lanciare qualche significativo messaggio a chi pensa di avere già in tasca le chiavi e il nome del prossimo inquilino di Palazzo Sisto IV. E per far sapere che la città è viva, che la città c’è e non è rassegnata a scelte prese a tavolino per conto e a favore dei soliti noti. Un’occasione da non perdere.

 

Il grillo parlante

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