TAGGIA: il mistero della delibera
doveva modificare il nome del Comune
di Claudio Mazza
“Il
Comitato, dopo aver portato alla luce la
delibera n. 128 del 1972, a riguardo del nome
municipale, indica come “unici responsabili”
dell’infossamento della delibera del 1972 tutti
i rappresentanti di partito, che hanno diretto
questo Comune a partire da quella data. In
particolar modo il Sindaco, allora in carica,
perché a lui, esponente massimo della Giunta
Comunale, era stato affidato il mandato di
rendere effettivo il consenso raggiunto di
attribuire al Nostro Municipio il nome di
Armataggia.
Il Comitato si rattrista per non essersi reso
conto prima che le Amministrazioni a cui si
erano affidati non prendevano i dovuti
provvedimenti e non soprintendevano agli atti
necessari perché la delibera n. 128 divenisse
effettiva.
Chiediamo ai Sindaci che hanno amministrato la
città e, in modo particolare, al Sindaco del
1972, nelle cui mani era stata rimessa quella
delibera, di partecipare all’iniziativa in atto
a dimostrazione che eventuali omissioni non
erano una mancanza di rispetto verso la volontà
cittadina, mancanza che ha ferito profondamente
più di 4000 cittadini che si sono sentiti
cinicamente traditi”.
In data 2 gennaio apparivano due articoli sui giornali. Su La Stampa si leggeva: “Il Comitato chiama in causa Provincia e Regione”. Il Secolo XIX scriveva: “Comitato Arma-Taggia lancia appello al governatore Burlando. I promotori chiamano in causa anche l’ex sindaco Romeo Panizzi. Durante il suo mandato fu votato il cambio del nome”. Il Decimonono proseguiva l’articolo recitando: “In attesa della sempre più probabile ipotesi di proporre ai cittadini un referendum consultivo, i componenti del Comitato hanno scritto alla Provincia di Imperia, al TAR regionale e al presidente della Regione Liguria Claudio Burlando. Abbiamo chiesto all’amministrazione provinciale – afferma Laura Garberoglio – se ci conferma che la pratica non sia mai arrivata in Provincia e per quale motivo non sia avvenuto questo passaggio fondamentale”. |
Torniamo indietro nel tempo all’epoca in cui è
stata emessa la famosa delibera. Era il 10
agosto del 1972 (37 anni fa) e si riuniva il
Consiglio Comunale. Allora la sede del municipio
era in via Soleri a Taggia. Convocati a
partecipare al Consiglio Comunale erano 30
persone, tra cui il sindaco, assessori e
consiglieri. Erano presenti 28 persone e due
assenti.
Dalla lettura del verbale si evince che il
sindaco Romeo Panizzi voleva e
ci teneva alla nuova denominazione. Nell’esporre
l’argomento, ricordava che già nel 1951 un
Consigliere Comunale del Partito Comunista
Italiano aveva proposto per il Comune il nome di
“Armataggia” e tale indirizzo era rimasto in
seno al gruppo comunista, in attesa che i tempi
maturassero e venisse recepito da altri gruppi,
finchè il Consiglio, nella seduta del
04/06/1966, con delibera n. 136 approvava un
ordine del giorno che proponeva il nome medesimo
per la Stazione Ferroviaria, ed in prospettiva,
per lo stesso Comune. La seduta consiliare si
concludeva deliberando di modificare il nome del
Comune, attribuendo allo stesso la nuova
denominazione di “Armataggia”, con 20 voti
favorevoli, 5 contrari e 1 astenuto.
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Trovo alquanto strano che, in 37 anni, nessuno
dei sei sindaci succeduti a Romeo Panizzi e i
gruppi consiliari di opposizione non abbiano
chiesto, a chi di competenza, il motivo per il
quale non è stata modificata la denominazione
del Comune, come altrettanto il fatto che
“nessuno” degli attuali pubblici amministratori
e consiglieri di opposizione, abitanti in Arma,
non si siano fatti avanti per sostenere il
suddetto Comitato.
Trovo alquanto strano che, in 37 anni,
nessuno dei sei sindaci succeduti a Romeo
Panizzi e i gruppi consiliari di opposizione non
abbiano chiesto, a chi di competenza, il motivo
per il quale non è stata modificata la
denominazione del Comune, come altrettanto il
fatto che “nessuno” degli attuali pubblici
amministratori e consiglieri di opposizione,
abitanti in Arma, non si siano fatti avanti per
sostenere il suddetto Comitato.
Claudio Mazza
6 gennaio 2010
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