TRUCIOLI
SAVONESI
spazio di riflessione per Savona e dintorni Le
gravi conseguenze di “diritto ed economia” banditi dalle scuole italiane
Accade nei licei, il danno e la beffa:
“Cittadinanza e Costituzione”
Eppure c’è il superpartito dei distratti, non se ne parla sui giornali e
in tivù
di Massimo Macciò Non è
curioso? Proprio mentre in Italia infuriano le polemiche sulla riforma
della giustizia, sui vari lodi Alfano e Mondadori, sul processo
breve, sulla libertà di espressione e di stampa, lo studio del diritto e
dell'economia viene bandito dalla scuola italiana. Sembra
incredibile – e infatti non ne parla nessuno – ma è così: l'avvocato
Gelmini abroga il diritto dalla scuola italiana. Se gli schemi di
regolamento della scuola secondaria saranno definitivamente approvati,
le discipline giuridiche ed economiche spariranno dal triennio superiore
degli istituti tecnici e professionali e da pressoché tutti i licei. Il futuro
geometra sarà esentato dalla conoscenza della certificazione
antincendio che dovrà firmare e del Piano Regolatore che dovrà seguire;
il futuro albergatore potrà pensare in buona fede che HACCP
sia un acronimo sovietico; il perito industriale non avrà alcuna
idea su come fare per garantirsi e garantire la sicurezza in azienda, e
così via. Pazienza: sceglieremo un geometra rumeno, che queste cose le
avrà studiate, e tanti saluti all'occupazione dei nostri giovani. Ma per i
licei al danno si aggiunge la beffa. Qui il governo sta strombazzando
una nuova materia: “Cittadinanza e Costituzione”
che però, in realtà, non esiste. Non esiste perché le ore saranno
ricavate da quelle già oggi riservate per storia e italiano – chissà
come saranno contenti gli insegnanti di quelle discipline - e senza una
valutazione autonoma. Non
esiste perché (e qui sfioriamo l'umorismo) “Cittadinanza e
Costituzione” dovrebbe essere insegnata non dai
professori di diritto ma dai docenti di materie storiche e letterarie
che non hanno mai dovuto dare un esame universitario, né di diritto, né
di economia e che, per curricula ed esperienze professionali, non sono
tenuti a sapere nulla né di cittadinanza, né tantomeno di Costituzione!
Facile immaginare come andrà a finire: “Cittadinanza e
Costituzione” farà la fine della vecchia educazione civica, che
nessuno ricorda di aver studiato. Insomma:
da oggi in poi chi spiegherà ai liceali italiani che cosa è il “lodo
Alfano”, il rapporto – vero, presunto o inesistente - tra la
decisione della Corte Costituzionale (cos'è? Di che si occupa? Che
poteri ha?) il “lodo Mondadori” e quel giudice dai calzini
turchesi? Chi
chiarirà loro che la libertà di manifestazione del pensiero non
significa che “non si può criticare il presidente della Repubblica”
(l'ha detto un'insegnante di storia) o che tutti hanno diritto alla
difesa (e questa volta, invece, un docente di storia sosteneva il
contrario)? Che il Presidente del Consiglio non è un monarca, ma che è
anch'egli soggetto alle leggi? Che il processo breve è incostituzionale,
e perché? Che le elezioni non danno l'immunità assoluta? Chi spiegherà
che cosa vuol dire veramente la frase: “La legge è uguale per
tutti”? I ragazzi
queste cose le chiedono. D'ora in poi, sarà meglio che si tengano per sé
queste domande, e con esse anche la pretesa di conoscere criticamente la
Costituzione e di essere educati alla cittadinanza. Le ore di
diritto ed economia nella scuola italiana caleranno del 64%, contro il
15% medio delle altre materie. Forse è solo una coincidenza e non c'è
nessun disegno, per carità. Ma questa coincidenza avrà l'effetto di
portare i nostri figli a sapere un po' meno di diritti e doveri, di
scelte economiche in un mondo globalizzato, di giustizia sociale: a
essere, in sintesi, un po' meno cittadini e un po' più sudditi. Così,
quando tutti i dipendenti pubblici dovranno giurare fedeltà allo Stato
(proposta Brunetta) sapranno un po' meno di che cosa stanno
parlando. Questa è
la situazione. Ci sarebbe una raccomandazione del Consiglio e del
Parlamento Europeo (dicembre 2006) - che indica tra gli
apprendimenti-chiave le “competenze sociali e civiche” - e altri
documenti del genere, ma di queste raccomandazioni in Italia non frega
niente a nessuno. Ci
sarebbero le firme di oltre 2300 persone, della più varia estrazione e
professione, che nella scorsa primavera hanno firmato l'Appello promosso
dal Coordinamento Nazionale dei docenti di diritto ed economia
contro l'eliminazione di tali materie dai licei. Ci
sarebbero le prese di posizione, spesso assai esplicite, di cento
docenti universitari (il prof. Stefano Rodotà, Alessandro Pace e
una quindicina di membri dell'Associazione Italiana dei
Costituzionalisti, il vicepresidente dell'Associazione Italiana
Direzione del Personale Paolo Iacci, il preside della facoltà di
giurisprudenza di Genova Paolo Comanducci, economisti come
Stefano Zamagni, sociologi come Chiara Saraceno, avvocati,
professionisti) contro l'espulsione del diritto e dell'economia dalle
scuole secondarie superiori. Ci
sarebbero i pareri negativi (ma non state a raccontarlo a Max Bruschi,
che si arrabbia) o assai critici del Consiglio Nazionale della Pubblica
Istruzione, della Conferenza Unificata Stato-Regioni, che però – essendo
obbligatori ma non vincolanti – servono solo al ministro per
accelerare i tempi della riforma. C'è una
“sospensione motivata” del parere del Consiglio di Stato che
assomiglia tanto ad una censura, che è ancora in corso. Ci sono le prese
di posizione, davvero stroncanti, dell'Assemblea Regionale Siciliana,
del Consiglio provinciale palermitano e, last but not least, del
Consiglio Comunale di Savona in un ordine del giorno recentemente
ospitato da Trucioli https://www.truciolisavonesi.it/articoli/numero227/insegnamento.pdf ma anche
di questi pareri il governo se ne infischia. Basta: non starò a tediare
i lettori con l'elenco dei contrari a questa decisione ministeriale: se
vuole, potrà trovarlo facilmente sul sito:
www.docentidiritto.it. La
realtà, ripeto, è che a molta stampa e molta televisione, distratta da
crocifissi e da altre nobilissime questioni, di questa storia importa
poco o nulla. Forse, però, a lettori di Trucioli attenti alle vicende
della scuola, queste coincidenze potranno essere incuriosito da queste
“coincidenze”.
Massimo Macciò
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