Sulla questione del tram-treno credo che sara' importante discuterne personalmente quando ci incontreremo ma certamente condivido una maggiore flessibilita' delle fermate che non necessariamente devono avvenire soltanto nelle vecchie ( ed abbandonate) stazioni originarie ...
Infine per riprendere il discorso del "gestore ideale" e della possibilita', come voi suggerite, che le autolinee Viani "possano
limitarsi ad Ormea", non dobbiamo dimenticare che il tragitto che la Riviera Trasporti Spa (Rt) gestice (ex-Viani) e' la Imperia - Cuneo in circa 4h e 30 minuti. ( credo che in treno basterebbero si e no 2 ore !)
http://www.garessio.net/AUTOLINEE%20INTERREGIONALI%20_file/orari%20viani%20.htm
(qui gli orari)
Dubito che il servizio possa essere "alleggerito" sulla ferrovia ma sicuramente la possibilita' di integrarlo con la rotaia,
arricchirebbe la frequenza ed integrerebbe il servizio bus a quello del treno, gestito poi dalla stessa compagnia .
Evitando quindi di "incappare" in quel "disservizio" che sta appunto diventando l'esperienza ferroviaria della Regione Liguria.
Mi sono ritrovato un giorno, tornando da Nizza in treno, dove la PACA (Provence-Alpes-Côte d'Azur) fa viaggiare treni TER ogni 15 minuti, di restare "bloccato" a Ventimiglia con centinaia di turisti ( cinesi e giapponesi) che tentavano di raggiungere Milano!
Scoprire che i treni regionali Ventimiglia - Imperia - Genova viaggiavano all'incirca ogni due ore ! Ma i bus della Riviera Trasporti Spa (Rt), che gestiscono un servizio Ventimiglia - Sanremo - Imperia circa ogni quarto d'ora, accumulando pero' gravi ritardi in quanto bloccati dal traffico della intasata aurelia !!!
Spero in un incontro al piu' presto nel 2010 visto che, come comitato, stiamo ricevendo varie informazioni ed interessamenti da molte persone, dal Basso Piemonte alla Liguria alla Francia, tra cui un interessante studio intitolato I BINARI DI EINAUDI sulla linea ferroviaria che "grazie" all'alluvione del 1994 fu definitivamente soppressa, (la linea Bra-Ceva ) nonche' radice storica della nostra ferrovia di valle, fin dai tempi del primo Ministro del Regno d'Italia, Camillo Benso, Conte di Cavour , "Ingegnere per formazione che affermava, con un suggestivo paragone basato sulla forma del nostro bel Paese, che le ferrovie per l'Italia avrebbero dovuto assumere il ruolo del filo che cuce lo stivale" .
Domenica 7 Marzo 2010 ci sara' sicuramente un incontro tra la nostra linea e gli amici della Bra-Ceva nell'occasione deIIa Giornata Nazionale delle Ferrovie Dimenticate :
http://www.ferroviedimenticate.it/
Cordiali saluti,
Massimo A. Allamandola
|
Filippo
Bonfiglietti
risponde:
Caro Massimo
Allamandola,
ricevo la sua
E-mail del 29
dicembre e
rispondo subito.
Il concetto di
“privatizzazione”,
nelle mie note,
era
consapevolmente
impreciso:
voleva solo
significare
“togliere la
gestione della
Ceva-Ormea alle
Ferrovie dello
Stato, comunque
si chiamino
adesso e
qualunque sia la
loro struttura
societaria” per
almeno due
ragioni: la
prima è che
hanno ben altre
priorità che
quella di
gestire “bene”
una trentina di
chilometri di
ferrovia in una
valle sperduta
del basso
Piemonte; la
seconda è che
“gestire bene”
significa cose
che con i
regolamenti e i
limiti delle
Ferrovie dello
Stato non sono
compatibili.
Quindi, dal mio
punto di vista,
qualunque cosa
va bene purché
non sia la
“cosa” attuale.
Proprio l’altro
ieri, durante un
incontro con il
dott. Benzo,
Sindaco di Ormea,
erano stati
messi a fuoco
alcuni punti
importanti: il
primo è che una
ferrovia del
genere va
trattata come un
tram, e non come
un treno.
|
Quindi:
Fermate a
richiesta
ovunque
occorrano, e non
necessariamente
nelle stazioni
attuali;
Biglietti in
vendita ovunque;
Il treno – che
almeno nei primi
anni non sarà
nulla più che
una motrice
diesel – guidato
da un conducente
che può anche
fare da
bigliettaio,
come si fa in
mezzo mondo;
Dunque il
gestore ideale,
almeno
all’inizio,
dovrebbe essere
un’azienda
municipale
abituata a
gestire il
trasporto
pubblico: e
l’idea di
parlarne con
l’azienda dei
trasporti di
Imperia è
saltata fuori da
sola come
conseguenza,
perché Imperia
già gestisce le
autolinee Viani
(il cui autobus
potrebbe quindi
limitarsi a
Ormea), perché
ha già un
servizio
pubblico e
perché è vicina.
Magari prendendo
in affitto la
linea attuale
(secondo il
suggerimento
dell’ing.
Croccolo,
Ministero
Infrastrutture e
Trasporti) e
naturalmente
pagando la
manutenzione
corrente.
Cordiali
saluti,
Filippo
Bonfiglietti
|
|
LA PRIMA LETTERA
DI MASSIMO
ALLAMANDOLA
Caro Filippo
Bonfiglietti,
grazie per il
suo interesse
sulla ferrovia
Ceva-Ormea e per
l'interesse sul
nostro neo-nato
comitato:
http://comitatotrenoalpiliguri.wordpress.com/
Leggendo il suo
studio
"La ferrovia
Ceva-Ormea una
proposta di
privatizzazione
per rilanciarla"
colgo
l'occasione per
qualche
commento,
sperando di
incontrala al
piu' presto per
discuterne
personalmente.
Il nostro sito
del comitato
cita come
esempio virtuoso
la ferrovia
della
Val Venosta.
Ebbene anche
quella ferrovia,
nella regione
autonoma di
Trento,
che sembra oggi
una realta'
cosi' "lontana
ed efficiente"
dal nostro
"sistema"
Italia, e'
rinata proprio
quando ha avuto
la possibilita'
di "staccarsi"
dalle Ferrovie
dello Stato, o
meglio la rete
e' stata ceduta
alla
Provincia di
Bolzano
nel 1999. Era
il 1989 quando
Ferrovie dello
Stato
(che era in
processo di
privatizzazione
completato poi
come Spa nel
1992 ) decise di
chiuderla . Nel
1991 poi, gli
unici a comprare
i biglietti per
la ferrovia
erano i turisti,
ragion per cui
la tratta
ferroviaria è
stata chiusa in
quell'anno.
|
Ragionare
soltanto in
termini di
"privatizzazione"
quindi credo sia
limitante
perche':
- trenitalia
sono gia'
privatizzate in
sostanza dal
1992 ( quindi si
dovrebbe al
massimo parlare
di
"liberalizzazione")
- il profitto
della tratta
Ceva-Ormea,
anche con una
massiccia
rinascita del
turismo in Valle
non riuscirebbe
a giustificare
un investimento
privato e quindi
dopo pochi anni
ritorneremmo ad
essere nella
stessa
condizione ( un
ramo secco che
economicamente
non funziona).
La regione
Piemonte, non
con pochi
contrasti con i
ferrovieri, sta
tentando di
liberalizzare
parzialmente il
network
ferroviario
piemontese:
http://www.regione.piemonte.it/entilocali/n.-24-del-16-luglio-2009/in-primo-piano/ferrovie-approvate-le-linee-guida-per-le-7.html
Tuttavia anche
un processo di
"privatizzazione
/
liberalizzazione"
non risolverebbe
i problemi della
nostra tratta in
quanto proprio
un processo di
questo tipo,
aumenterebbe l'
"interesse
economico" nella
linea e quindi
anche "la
necessita' di
trarne
profitto".
(Non e' un caso
che
GTT
non sia poi
cosi'
interessato alla
nostra linea (e'
troppo
Torinocentrica)...
mentre ad
esempio proverei
ad esplorare la
possibilita' di
gestione con RTT
(riviera
trasporti) , la
stessa compagnia
che ha comprato
la fallimentare
VIANI spa
.
a patto (a mio
parere)
che si
utilizzino i
treni nella
tratta
Ceva-Ormea
con degli
efficienti
scambi-modali
(treno-bus) per
Imperia.
(Chissa'
se una compagnia
che gestice
principalmente
bus, fosse
interessata ad
una proposta del
genere"??? )
Anche questa
purtoppo pero'
risulterebbe una
opzione
temporanea e
molto precaria,
perche' ancora
una volta
dipenderebbe
dalle decisioni
dell'amministrazione
di una
"compagnia
privata" ...
Credo invece che
una soluzione
sostenibile a
lungo termine
potrebbero
trovarsi in una
gestione di tipo
"comunitario /
co-comunale "della tratta
dove ad esempio
un'
"associazione di
comuni", (in
Francia la
chiamano
co-comunalite')
si prende il
compito, insieme
ai cittadini (i
veri fruitori
del servizio) di
gestire la
ferrovia a
livello di
valle.
Non e' questa
una "visone
astratta" o
"irreale" ma
molto pratica.
Esempi di questo
tipo iniziano a
nascere oggi in
Inghilterra,
proprio per
rivitalizzare
delle tratte
rurali.
L'Inghilterra,
che ha vissuto
il periodo di
privatizzazione/liberalizzazione
ferroviaria
degli anni '90,
non senza pochi
problemi
(incidenti per
poca
manutenzione o
per mancanza di
comunicazione
tra i vari lotti
privati ) oggi
sta
sperimentando
degli esempi
di "imprese
sociali" anche a
livello
"comunale" che
possano quindi
essere piu'
vicini alle
necessita' delle
persone.
Uno degli esempi
e' la compagnia
Go-Coop
(di cui allego
un PDF purtroppo
in Inglese):
http://www.go-now.coop/http://www.socialenterpriselive.com/your-news/go-co-operative-track-create-rail-travel-the-future
L'idea e' quella
di promuovere
innanzitutto la
"mobilita'
sostenibile"
come principio
per riconnettere
piccoli paesi e
villaggi rurali
delle regioni
del Somerset and
Wiltshire
(l'Inghilterra
rurale) e quindi
scoraggiare
l'uso
privato
dell'automobile
anche attraverso
"treni leggeri",
servizi
bus-navetta tra
villaggi magari
non collegati
con servizio
pubblico (le
frazioni delle
nostre valli) e
anche promuovere
delle opzioni di
"car-sharing"
(auto-condivisa)
cosi' come gia'
avviene nelle
nostre citta'.
D'altronde se
per andare a
Torino, Milano o
Genova
scoraggiano
l'uso
della macchina,
bisogna offrire
delle
alternative
proprio a quei
luoghi poco
collegati con i
centri urbani
...
Questo tipo di
proposta diventa
un modo per
gestire "dei
beni" e non
delle "merci" e
quindi non fare
si' che la
gestione
economica
sia soltanto
basata sul
"profitto
immediato" ma
ritorni ad
essere "la
ferrovia della
Valle Tanaro"
di tutti i
Comuni della
Valle ma anche
un modo
"partecipato" di
gestione del
trasporto per
aiutare a
"riconnettere le
persone"....e
per prevenire -
infine -
processi
di "museificazione"
della linea
facendola
diventare "un
trenino per
eventi o
matrimoni",
sottolineando
invece il "ruolo
attivo" che la
nostra ferrovia
ha e potra'
avere nella
valle, dal punto
di vista dei
pendolari, del
turismo, della
filiera del
legno, del
trasporto merci
(acqua in
particolare), e
del "trasporto
sostenibile" a
365 gradi
...Spero che al
piu' presto di
poter discutere
di queste cose
in un incontro
in Valle dove
abbiamo gia'
avuto la
proposta dalla
CIPRA
http://www.cipra.org
un'organizzazione
che si occupa di
ricerca e
protezione della
montagna, ad
invitare ad un
incontro del
nostro
comitato l'ing.
Helmuth Moroder
(Merano-Malles)
e principale
responsabile/ideatore
della linea
ferrovia della
Val Venosta
per
raccontarci la
storia virtuosa
della rinascita
di una ferrovia
di montagna.
Cordiali Saluti,
Massimo A.
Allamandola
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