TRUCIOLI SAVONESI
spazio di riflessione per Savona e dintorni

        

Il dramma del costo sociale e la battaglia contro lo spaccio fine a se stessa

            ALASSIO CHOCOLAT

La domanda del mercato tra flagello e proibizionismo visti da Octavio Paz

 

di Bellamigo

 

        Non ci siamo ancora ripresi dalle feste di fine anno ed ecco che arriva il vetero compagno Pistarino sventolando una pagina di giornale dove si parla dei cioccolatini di Alassio.

         “ Ti è vistô ? Arasce: droga int’a ciccolata. Poi ciamman i caruggi budelli; e e bütteghe de dôçi cômme e ciamma ? cocaelli?

         “Ma cosa c’entra , Pista, poteva succedere dovunque, purtroppo la diffusione della droga non ha confini.”

         “  Na, na, Arasce a l’è sempre davanti .Mia, gh’è ün’atra question de praevi…”

“Lascia perdere, presunzione d’innocenza prima di tutto e smettila con il tuo campanilismo antialassino!”

         Sappiamo molto  sui successi delle forze dell’ordine (Guardia di Finanza, Carabinieri, Polizia di Stato) nella lotta contro lo spaccio di droga. Non passa giorno che su Televideo, da noi  privilegiato ai TG per non vedere le solite facce toste fare le loro esternazioni, non se ne dia notizia .

         Siamo soddisfatti e, allo stesso tempo, preoccupati.  Quello che quotidianamente ci viene  comunicato potrebbe costituire solo  la controprova di un commercio di tale portata da  dare per scontati  quei successi, come marginale  rischio calcolato.

         I giornali dichiarano il valore di “mercato” delle quantità di droga confiscate, ci offrono dettagli di carattere economico che trovano il loro riscontro nel vasto consumo, del tutto incontrollabile, costituente  il vero problema sociale e politico da affrontare.

         Quanti e chi sono i consumatori? In quali ambienti imperversa l’uso delle droghe? Quanti cittadini delle giovani generazioni ne sono vittime? Qual è il tasso di microdelinquenza indotta da tale consumo? Qual è  l’incidenza sulla salute della popolazione? Quale il costo dell’assistenza sanitaria ?      

         Temiamo fortemente che la battaglia contro lo spaccio, che però non riesce a attaccare la testa  della piovra, diventi fine a se stessa  e il dramma  vero , relativo  al consumo , al costo sociale e  alle persone , passi in secondo piano.

         Eppure è questo il nodo: non vi sarebbe spaccio se non vi fosse domanda di mercato.

         A questo punto tutto il nostro modo di considerare tale flagello si complica e dobbiamo esaminare freddamente  i fatti: il proibizionismo non ha evidentemente risolto il problema ; continuare così ci dà qualche speranza di risolverlo?

         Octavio Paz, lo scrittore messicano premio Nobel per la letteratura del 1990, nel suo libro “La llama doble –La doppia famma- Ed. Seix Barral –México- 1999- p. 160”, ha scritto: (traduciamo dallo spagnolo):

“…La stupida proibizione delle droghe, ben lontana da eliminarne l’uso, lo ha moltiplicato e ha fatto del narcotraffico uno dei più grandi affari del secolo XX; un affare tanto grande e potente che sfida tutte le polizie  e minaccia la stabilità politica  di alcune nazioni.”

         Ha ragione Octavio Paz o il timore di un consumo ancor maggiore in caso di libero commercio è tale da farci mantenere la posizione proibizionista ?

         Certamente non basta dar conto del lavoro di polizia: i nostri specialisti sono bravissimi, ma noi crediamo che il problema debba affrontarsi in sede politica, con la primaria visione strategica, a nostro modesto avviso, di togliere alle mafie di tutto  il mondo quello che Paz chiama  “un negocio tan grande e poderoso” che ,proprio grazie al proibizionismo, alimenta le voraci casse della criminalità internazionale.

         E poi, insomma, noi vorremmo visitare tutte le pasticcerie e cioccolaterie, Alassio in testa, liberi di poter chiedere ed offrire agli amici , insieme al nostro inimitabile caffè italiano anche “…un cioccolatino ,please?”, senza il rischio di trovarlo imbottito di cocaina liquida  anziché di “Maraschino”.

Ma liquida, ci scusi l’informazione giornalistica, non significa che poi qualcuno la deve trattare ? qui? o se no, dove ? come ? Approfondire, per piacere.

 Grazie per l’attenzione.

 .                                                                               BELLAMIGO