versione stampabile

Documenti e testimonianze di Mino Bertolio (Spotorno), di Carlo Buccelli e…

Erano gli anni di Bono (Ept e seguenti)

Perché tacere il vademecum “seconde case”

La “benedizione” del neo presidente Vaccarezza e di Galtieri, mentre Claudio Pasquarelli scriveva.


Spotorno - <L’industria delle vacanze non può essere lasciata in mano ad incapaci. Lo devono sapere i politici, la Provincia, la Regione, ma anche i sindacati da tempo in letargo. Le Apt (ndr: prima Aziende di soggiorno, riunite sotto l’Ept, ora assorbite da Provincia e Sistemi turistici…) devono essere affidate a manager esperti del settore… è come se Agnelli pensasse di rilanciare la Fiat e l’auto tra incapacità ed errori a ripetizione, mancato raggiungimento di obiettivi…>.

Cosi dichiarava al Secolo XIX il 6 agosto 1988, un già allora tra i decani del turismo savonese, Erminio Bertolio,  mai coinvolto direttamente nei ruoli-vertice dell’associazionismo provinciale di categoria, né in incarichi pubblici. 

Possiamo oggi rivelare, seppure dopo 12 anni, che aggiunse una frase che compariva solo nel titolo, non nel testo, causandogli non poche reazioni stizzite della “lobby del mattone” già molto attiva –

 <Basta con le seconde case, puntiamo sui congressi>. (Vedi articolo…)

In privato, in tono confidenziale, l’imprenditore-alberghiero confidò che operando parecchio con le banche, come era normale per un uomo d’affari proiettato nello sviluppo, certe prese di posizione gli avrebbero nociuto. <Conosco bene, almeno credo, la realtà savonese… non voglio fare autolesionismo, né il salvatore della patria, dunque evitiamo almeno il tema “seconde case”>.

Il concetto, per completezza informativa, ci era già stato spiegato e chiarito – con lettere e documenti del nostro archivio da Carlo Buccelli, il più longevo in assoluto tra i responsabili provinciali e regionale dell’allora Unione albergatori, prima aderente a Confcommercio, in maggioranza, poi emigrata, sempre in maggioranza, in Confindustria.

Buccelli, ora novantenne in pensione a Genova, dopo aver gestito con la moglie un albergo-in affitto, a Celle Ligure, aveva svelato al cronista come ai massimi rappresentanti di categoria non era consentito, per motivavi di opportunità, mettersi di traverso alla politica di espansione edilizia da monolocali e bilocali, che stava imperversando soprattutto nel ponente ligure. Poi toccherà in parte anche all’entroterra. La distruzione ambientale, l’urbanizzazione selvaggia (in assenza poi di adeguate infrastrutture pubbliche, ad iniziare dalla viabilità) che mal si sposa ad un turismo qualificato ed alberghiero sano nei bilanci.

Con gli anni la calamita dell’immobiliare speculativo ha finito per inghiottire- ed era prevedibilissimo – decine e decine di alberghi famigliari, depauperando oltre la metà del patrimonio ricettivo che ebbe il suo apice a fine anni settanta.

A riprova: a fronte di 400 e meno esercizi alberghieri attivi (un 10 per cento aperti tutto l’anno), ci troviamo oltre 1100 agenzie ed agenti immobiliari, una forza da “lobby” che può solo misurarsi con l’ancora più radicata e potente “lobby dei bagni marini”, in cui solo in piccolissima parte figurano albergatori-proprietari di concessioni demaniali.

 Inciso: un mercato, quello della compravendita di stabilimenti balneari, fiorentissimo per anni. Con ingenti profitti ed ingentissime evasioni fiscali da corruzione ambientale.

I risultati delle “mani legate” e “bocche cucite” – salvo rarissime eccezioni e comunque fuori tempo massimo - si conoscono. La Riviera delle 400 mila “seconde case”  e più.   

 I nuovi alberghi, da 15 anni, nascono soprattutto dai titoli dei giornali (una settantina nel nostro archivio, ma in uno dei prossimi numeri rispetteremo il vecchio impegno di mettere in rete articolo dopo articolo e ne scopriremo delle belle).

I nuovi quattro e cinque stelle di lusso, sempre stando agli articoli, destinati ad un turismo qualificato e di lusso, in un contesto cittadino di lusso, per porticcioli turistici come volano per miliardari (c’è da ridere!).

Il “panino” arriva spesso in concomitanza – sempre sui media – con dolci operazioni immobiliari all’insegna del “partito dell’amore per l’ambiente”.  Un precursore.

 

 Del resto si legga, a riprova, la stessa testimonianza di Bertolio – nel pezzo riprodotto – a proposito della sorte del Merello di Bergeggi che, grazie alla cassa di risonanza dei media, doveva diventare una splendida struttura alberghiera a quattro stelle, capace di dare lavoro a non meno di cinquanta dipendenti.

Anche su questo tema pubblicheremo alcuni documenti inediti, uno riguarda un prefetto in carica in quegli anni.

Per dare un’idea sulle origini dell’impotenza dell’Unione albergatori a rinunciare alla fermezza contro lo “sfascio del tessuto alberghiero”, pubblichiamo l’intervista che un big della provincia, per tantissimi anni, Giovanni Bono, personaggio conosciutissimo e molto influente fece a La Gazzetta Ligure, edita a Genova, nel giugno 1986.

Vedi, peraltro, la foto della sua presenza in prima fila, primi anni settanta; alla sua sinistra di Bono, il questore dell’epoca Berardo, il sindaco di Loano, Guzzetti, il prefetto Princiotta, monsignor Palmarini, grande e dimenticato studioso e ottimo vicario generale della diocesi; l’assessore provinciale Tassara; alle loro spalle alcune  autorità della provincia. Tutti ascoltano le parole dell’allora ministro Luigi Preti, il giorno dell’inaugurazione, a Lusingano, del nuovissimo cantiere navale del loanese Germano Caviglia.

Il dottor Giovanni Bono (leggi tutto l’articolo intervista del periodico), gran commis delle “istituzioni dominanti”, era pure direttore dell’Ente Autonomo del Porto – oltre ad autorevole esponente socialdemocratico -,  a lungo potente e moderato presidente dell’Ente Provinciale del Turismo.

Nell’intervista  radiografava, come sapeva fare con acume, lo stato della “provincia di Savona, leader della nostra Regione” (Titolo). Ed il consiglio: <Tra luci e ombre, occorre una politica turistica – diceva – più aggressiva>. Parole, parole, al vento.

Possiamo sbagliarci, ma in tutte le interviste che Bono ha concesso ai giornali, o dichiarazioni pubbliche, non c’è un solo riferimento al “basta seconde case”.

Bono, ascoltato consigliere di imprenditori savonesi di spicco, ricoprendo pure ruoli di primo piano nelle loro aziende, non “taceva” casualmente. Non faceva neppure il barzellettiere, da 46.418 voti come “ambasciatore del sorriso”: proclamazione l’11 gennaio del candidato presidente Vaccarezza ad opera dall’agenzia Eccoci di Luca Galtieri e C. (Albenga).

Una conferma alla prudenza massima di Bono sul fronte dell’espansione edilizia, arriva ancora da Buccelli.

<Ad un certo punto – confidò – con mia figlia che muoveva i primi passi  nell’attività legale-amministrativo, visto che sul fronte politico non ottenevamo risultati concreti, ma assistenziali-clientelari, se non nel periodo-parentesi che in cui fu assessore regionale al turismo, dal 1975, l’imperiese  Francesco Rum. E su questo avevo il conforto di una vera manager del settore, Mally Mamberto, seppure con le sue e le nostre colpe. Mi ero cosi convinto che l’unica strada, al di là dei lamenti continui, dei piagnistei, col senno del poi anche inutili visto i risultati, era il fronte giudiziario quello da intraprendere. Per dire le cose senza condizionamenti. Ovvero impegnarci da una parte ad ostacolare, con ricorsi ed osservazioni, i piani regolatori permessivi e soprattutto le variante ai “gruppi e sottogruppi di potere locale e non”, inoltre coinvolgere e sensibilizzare in modo massiccio l’opinione pubblica con l’intervento della Confocommercio nazionale e…>.

Carlo Buccelli fallì per una serie di motivazioni (non estranee un buco milionario lasciato in ambito “associativo” al successore Massimo Parodi, artefice dell’abbraccio con Confindustria, uomo di sinistra e molto accorto, oltre che operativo a favore dei colleghi. Ma avremo altre occasioni per tornare, anche con documentazione, approfondire il ruolo di Parodi, le sue “tele”, oggi al vertice di Stpl provinciale.


Giovanni Bono

Torniamo a Giovanni Bono, al tema “lanciamo i congressi” per salvare gli alberghi nella provincia ligure, diceva Bono, <con  connotazione più balneare, con maggiore estensione di spiagge,  e numero di esercizi nel settore, bisogna giocoforza cercare di arricchire l’offerta turistica con promozione a livello culturale e storico-archeologico…sviluppare subito un turismo congressuale confortati in modo tangibile e pratico dalla Camera di Commercio di Savona che sta già operando in modo ineccepibile> (sic!)

Proprio ineccepibile. Lo documenteremo con 40 anni di articoli e materiale d’archivio.

Si parla di tutto nei temi di Bono, ma la “tutela del territorio attraverso la salvaguardia” e l’incentivo al motore alberghiero, al suo ruolo di volano, dove la troviamo? Giovanni Bono, con tutta la sua saggezza e preparazione, non lo dirà mai ai giornali, nei suoi interventi pubblici.

 Il “diluvio seconde case”,  imperterrito, marciava in sintonia con lo scavare la fossa agli alberghi, quella che non ha lasciato e non lascia scampo – come terza iniziativa inizieremo un viaggio fotografico in Riviera e nell’entroterra per documentare il titolo “laddove c’era un albergo, oggi c’è…”, -;  restava materia da non dare in pasto all’opinione pubblica.

Al massimo lasciarla ad ambientalisti vari che di fortune elettorali ne hanno avute davvero poche e nelle stanze del potere hanno fatto rapida comparsa con mini “posti di governo”, oppure nel più recente nel “borsino” della Regione.

Qualche risultato è arrivato, ma il “cancro oscuro” che distrugge alle fondamenta il tessuto alberghiero rimane con tutta la sua forza operativa. Decine e decine sono gli esempi. Prova del nove.

Un titolo a caso, preso da Il Secolo XIX del 13 settembre 2008, sull’edizione imperiese: <Pochi hotel, anche i più prestigiosi chiudono, troppe case, così il turismo non cresce>.

 Non parla un esponente della categoria albergatori, ma Corrado Faissola, presidente dell’Abi (Associazione bancaria italiana), originario di Castelvittorio (Imperia) e che a Porto Maurizio  ha svolto la pratica notarile presso lo studio Re, prima di intraprendere la brillante carriera nel mondo della Finanza.

Faissola era stato invitato come oratore alla convention dell’Unione industriali imperiesi sul tema “Infrastrutture e compettitività”.

Dimostrazione pratica dell’humus turistico-politico-economico alle soglie del primo decennio del terzo millennio? Sara servito a qualcosa la “moria alberghiera” (numeri e qualità della clientela, carta canta)?

 Il 20 novembre 2009 si inneggia (titolo del Secolo XIX), riportando peraltro la cronaca, a <Il turismo scopre che le seconde case sono un vero business. Ogni anno portano nel savonese 637 milioni, stando ad un dato emerso dal convegno della Camera di Commercio…e secondo il neo presidente della Provincia Vaccarezza  bisogna prendere finalmente coscienza che le seconde case sono fondamentali nel pacchetto della “nostra offerta”…non credo ad un’autoregolamentazione del  mercato…ma una normativa chiara…è essenziale garantire qualità>.

Ecco uno dei tantissimi esempi di propaganda pura ed ingannevole. Di che “qualità” parla Vaccarezza, se proprio lui per dieci anni assessore al turismo di Loano, detiene il record/percentuale della chiusura di alberghi, anche importanti e da dieci anni non riesce a convincere operatori che non vogliono sacrificarsi sull’altare della nuova area turistica delle Vignasse, sulla quale sono prossime alcune rivelazioni molto, molto interessanti, grazie ad un’intervista, mai pubblicata, all’imprenditore Giuseppe Miino di Borghetto S, Spirito.  Spunti interessanti, inoltre, dai verbali di bilancio di alcune società.

E a corredo, ci mancava – l’abbiamo già scritto in precedenti numeri – la benedizione a questa filosofia da rilancio alberghiero del presidente provinciale alberghi-Confindustria, Angelo Galtieri di Alassio e fratello di Luca (Agenzia Eccoci).

Che magari potrebbe rileggersi quella proposta di consorzio misto “per una marchio di qualità per le seconde case” che risale al 19 gennaio 1996 ed altre iniziative partite da Loano, tutte documentate e rimaste sulla carta. Con in calce le firme.

A questo punto un’utile pausa di sana riflessione. Le “fatiche” in materia del vento nuovo che spira nel governo della Provincia (dopo i disastri dell’era Bertolotto, confermati in più occasioni dallo stesso Vaccarezza, ora alleati) ce le ricorda in una lettera a La Stampa lo scrittore cattolicissimo Mauro Teresio Ciarlo di Savona, l’alter eco dell’assessore provinciale acchiappa preferenze, Piero Santi.

Titolo e testo: <Un plauso alle parole di Vaccarezza. …Il nuovo presidente della Provincia, durante il giuramento, ha sottolineato come i valori religiosi saranno a lui similari a quelli  sociali ed umani per il suo mandato di amministratore. L’applauso dei presenti non è stato soltanto un motivo di partecipazione, ma espressione di condivisione. E’ anche su questi piccoli segni di contorno che una persona dimostra il proprio valore…>.

E come non battere le mani a Mauro Teresio Ciarlo, poteva aggiungere i meriti della presenza assidua di Vaccarezza alle 17 processioni (Il Secolo XIX, con un inviato speciale, ha scritto 13) della sua Loano, dei bellissimi edifici realizzati a ridosso della  monumentale chiesa, di una storiaccia di cause civili e penali, tra Parrocchia e privati; di una causa, per soldi dovuti o non dovuti, tra Comune e Curia Vescovile. Insomma, Ciarlo scrittore dimostra di essere bene informato quando manda doverose lettere di ringraziamento e di “fulgido esempio” di cristiano operante.

Se poi qualcuno vuole farsi un’idea del “turismo di qualità”, delle sue esigenze e delle sue basi, all’origine dei giovani e del loro futuro, legga un servizio scritto da un personaggio notissimo – oltre che bravo scrittore nella sua materia preferita – come Claudio Pasquarelli. Il non lontano 23 aprile 2002, sulle pagine de Il Secolo XIX (vedi…).  Cosa è cambiato in meglio o in peggio, rispetto al forte richiamo, costruttivo, del patron-imprenditore Pasquarelli di Bergeggi?

Anche noi giornalisti possiamo soffrire di memoria corta, amnesie, afflitti dal tourbillon di notizie quotidiane.

Magari tra gli omaggi, ai lettori del 2010, potrebbe esserci un nuovo intervento-testimonianza dell’intraprendente e concreto Claudio Pasquarelli. Per illuminarci e magari dare una  lezione di ottimismo, non di maniera, a tanti operatori, piuttosto illusi, disillusi, sfiduciati. Oppure pronti e partiamo. Anzi, partite!

L. Cor.