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Ping-pong di responsabilità con la ditta fornitrice: costo oltre 50 mila euro

Ambulanza nuova, inutilizzata da 7 mesi

A Loano non bisogna far sapere…

E’ parcheggiata a cielo aperto. Esibita alla “castagnata” e dono di benefattori


Loano- L’autoambulanza, dono di benefattori loanesi, è arrivata da Roma, tra aprile e maggio 2009. Sono trascorsi sette mesi. L’automezzo, con tanto di scritte e di pronta emergenza, è parcheggiato, inutilizzato, sotto le intemperie. Motivo per quel che si dice: dopo la presentazione-mini viaggio alla “castagnata”, si sono resi conto dell’esistenza di problematiche tali da rendere impossibile l’utilizzo.

L’uomo della strada parla questo linguaggio: <Dicono che… è arrivato sbagliato, ed io rispondo, perché l’hanno ritirato, e se esiste un capitolato sbagliato, per quale ragione ne devono pagare le conseguenze i benefattori, i cittadini di Loano. Una città dove chi sbaglia viene premiato o promosso…>. 

Certamente è un’altra storia che non avremmo voluto scrivere. Non siamo ancora usciti dallo choc delle udienze in tribunale ad Albenga a proposito della vicenda “asilo nido” ed ecco che incontrando l’anziano medico, confida tra sconforto e incredulità, il “caso-scandalo” dell’ambulanza nuovissima, inutilizzata.

Non ci sembra il caso di andare alla ricerca di responsabilità, colpe. Non giova alla soluzione. Difficile però esimerci dalla constatazione del saggio ex “medico di famiglia”: quando ho chiesto, stupito, se non rischiavano di finire sui giornali e sui media, mi hanno risposto: . E il tempo passa. Pare sia in corso un balletto di “raccomandate”, telefonate. Io ti contesto, la ditta risponde. E’ colpa tua, non è colpa mia. I loanesi, il loro buon cuore, possono attendere. 25 mila euro arrivavano da donazioni, 25 mila euro da un notaio…è in corso la distribuzione dei calendari ed è giusto che le famiglie, i cittadini tutti, non facciano mancare il loro sostegno.

Ma si può assistere, alla stregua di una cosuccia di poco conto, alla storia della nuovissima ambulanza, targata, ospitata sotto le intemperie nello spazio davanti alla sede provvisoria di via Magenta (con richiesta al Comune di una nuova sede), come un qualcosa da sistemare in famiglia? Da tenere riservata agli “addetti ai lavori”, ovvero il “commissario”, Carlo Briozzo, dipendente della Cia (Confederazione italiana agricoltori) e i componenti il direttivo? E che dire del “commissario provinciale”, il loanese Baldini? Indicato alla prestigiosa carica non certamente in modo casuale.

Una vettura in più forse non pregiudica il servizio che peraltro, come emerso in alcune circostanze, ha bisogno come il pane di volontari veri. Visto che spesso sulle nostre strade incontriamo le auto di “Pietra Soccorso”. Ma questo non pare possa giustificare il “prendiamo” tempo in attesa di un accordo con la “Bollanti” di Roma che aveva preso in carico l’ordine della Croce Rossa Loanese. Tra l’altro, se non sbagliamo, nella sede di Loano sono a stipendio quattro persone, come accade in altre città della provincia.

 I benefattori, i cittadini che versano anche un piccolo obolo in base alle proprie condizioni sociali, i tanti benemeriti militi che si sono avvicendati in decenni, tra alti e bassi - la cui riconoscenza non sarà mai troppa – non debbono assistere al balletto di responsabilità, temporeggiamenti da burocrazia statale e parastatale. In un’azienda privata qualche avvocato avrebbe già suggerito la strada, anche un compromesso, ma non le calende greche.

Ce si sono stati errori devono essere chiariti, in fretta e non tra quattro mura. Se la Croce Rossa ha ragione e la ditta ha torto, oppure il contrario o ancora se ci sono state eccessive superficialità, non può essere motivo per lasciare inutilizzata l’autoambulanza nuova, con rischi intuibili. Non importa neppure quanto sia stato, eventualmente, già versato di acconto. Pagato.

 Questo “pateracchio” Loano non lo merita e non lo può subire nel silenzio generale.

 L.C.