Belle notizie che battono la crisi (non per
tutti)
Se la “Bombardier” ci regalasse
anche il futuro Presidente della Provincia
L'attuale Giunta Provinciale |
Vado Ligure- Il
12 gennaio, o forse dopo le elezioni regionali
di marzo, arriverà la conferma che si tornerà a
votare per l’Amministrazione
provinciale.
Tutto lascia prevedere che il pronunciamento del
Tar
non avrà neppure bisogno dell’ulteriore
materiale probatorio raccolto nell’ambito
dell’inchiesta della Procura della Repubblica
sulle “firme
taroccate”
per la lista del
Pdl.
E che tanto clamore ebbe nella fase iniziale.
Titoli da prima pagina. C’è chi l’ha definito un pasticcio tra pasticcioni, tra superficialità, impreparazione, pressappochismo, leggerezze; una catena di Sant’Antonio a conferma dello spessore o, se preferite, della mediocrità di chi dovrebbe rappresentare, in provincia di Savona, il primo partito d’Italia e di governo.
|
E dire che, secondo il sommo “deus” ligure,
erano stati scelti i migliori rappresentanti
sulla piazza.
Scorrendo l’elenco,
scaturisce in diversi casi un senso di pietà e
di tristezza. Ovviamente c’è chi è libero di
andarne fiero e magari, dopo aver invocato una “giustizia
rapida”, da
vittime, collabora a suo modo con lo Stato di
diritto e le sue istituzioni, evitando di
rispondere alle domande, agli interrogatori, per
contribuire alla chiarezza, in fretta. Se il
caso, dimostrare la propria innocenza. Buona
fede.
Semmai col piccolo vizietto di ricopiare firme
di altri. Ed altre cosette affini. Che è pur
sempre reato, sotto diverse configurazioni
giuridiche.
Questa è l’Italia che
molti conoscono e moltissimi
premiano
col loro voto. Interessato o meno, di
convenienza o meno.
Trucioli Savonesi
aveva aperto, con buon anticipo, una finestra su
quel
mondo (con servizi
e nomi mai
smentiti), nessuno si era illuso che poteva
essere di aiuto, da pungolo alle coscienze
critiche che pure non mancano e subiscono.
Significava spalancare le porte al rinnovamento
reale e non alla sudditanza perfetta.
Non è un problema di
personalismi, semmai “salto di qualità” senza il
quale questa Provincia (e non solo) continuerà a
restare in ginocchio. A domandarsi come mai, pur
essendo favoriti dalla natura e dal clima, dalla
storia, l’unica industria fiorente è rimasta la
“gallina” della speculazione immobiliare e dei
piani regolatori a suon di varianti ad “beneficiandum”.
Il prosperare e
proliferare di un “professionismo della politica”
che il premier
Berlusconi
continua ad additare a livello nazionale come il
volto peggiore del “catto-comunismo”. La corsa
ai posti di governo e sottogoverno, degli enti e
dei carrozzoni con nomine, designazioni e
stipendi a prescindere dai risultati, dal
curriculum.
Forse il quadro ci aiuta a capire per quale ragione sfogliando i decennali archivi di cronaca savonese troviamo che si ripetono alla noia progetti, annunci, propositi, titoli roboanti di scelte strategiche in settori vitali: industria, turismo, agricoltura (era un fiore all’occhiello e la stanno letteralmente distruggendo, seguendo il copione alberghiero). |
Roberto Tazzioli |
Rispetto dei programmi e
soprattutto rispetto degli obiettivi e degli
impegni, restano desolatamente assenti. Con rare
eccezioni,
porto di Savona,
ad esempio. O ancora poche realtà di
imprenditoria privata, non assistita.
Si continua, nelle stanze
del potere politico e dintorni, a navigare a
vista, vivere quasi alla giornata. Regna il “chi non è con me è contro di me”.
In gangli vitali resistono
uomini che possono vantare primati decennali
nell’attaccamento al potere, a poltrone, al di
là dei risultati o dei fallimenti
a catena,
dimenticati in fretta, da eterni smemorati.
Anche i media hanno perso l’abitudine di “farci
ricordare”, per non essere ingannati in eterno.
|
Di fatto si è ridotto il nostro territorio in
precarie condizioni, a gran parte note, che
pesano sulla pelle dei cittadini e delle aziende
commerciali, produttive; economia parassitaria e
da riciclaggio (nero-malavitoso) esclusi. Ogni
alternativa serie viene soffocata e scoraggiata.
Vive e vegeta persino la “paura della parola”,
di esporsi, come aveva ricordato dalla colonne
dei giornali, il “personaggio”
Antonio Ricci,
in occasione dell’assalto, fallito, con tanto di
torri progettate sul centro storico, a “rilancio
dell’economia della piana albenganese”.
Testuali alcuni
articoli su
Il Secolo XIX
e
La Stampa.
Il tentativo naufragato di
mettere fuori gioco il popolare ideatore di “Striscia la notizia”,
con citazione in tribunale e maxi richiesta
danni, culminata in sentenza di assoluzione e
condanna alle spese legali (22
settembre 2008).
Manco a dirlo, sbandierata
come pronuncia di primo grado destinata a
frantumarsi in
appello; tuttora
non appellata. Seppure con distinguo di tempi,
tra campo penale e procedura civile.
Da troppi anni siamo vittime (l’entroterra ha
pagato lo scotto maggiore) di un freno allo
sviluppo, alla crescita di una strategia di
mercato capace di premiare la meritocrazia e non
la sudditanza, che favorisce chi sa rispettare
gli impegni e traguardi prefissati in modo
rigoroso, non parolaio, con puntuali riscontri.
Ci perdoneranno la
provocazione, ma la Provincia di Savona sarebbe
miracolata se il futuro presidente anziché un “professionista
della politica”,
fosse un professionista della sana economia,
quella che fa risultati, che i bilanci li esige
in attivo perché cosi vuole il capitalismo dei
valori, della crescita sociale, culturale (non
solo in senso letterario), di cui abbiamo esempi
in
Europa
e persino in alcuni paesi emergenti.
L’assistenza sociale e sanitaria di massa è
altra cosa.
Riportiamo, per i lettori
di Trucioli Savonesi, l’articolo pubblicato su
Il Sole 24 Ore,
del 30 dicembre scorso, dal titolo “Ricavi
record per la Bombardier”. “La consociata
italiana della multinazionale canadese chiude il
2009 con un fatturato di 400 milioni.”
(vedi….). Era stato di 370 milioni di euro nel
2008.
L’altro giornale economico
per eccellenza (“MilanoFinanza”)
parla di <un
bilancio 2009 splendido, si sono prodotte 140
locomotive, contro le 100 dell’anno precedente>.
Azienda di cui possono andare orgogliose le
maestranze (500), con una storia da
incorniciare. Pur di fronte alle generali
riduzioni del mercato, in molti settori
produttivi (con alcune eccezioni), l’ex
Tecnomasio,
sorta nel 1871, il più antico stabilimento
elettromeccanico d’Italia, dimostra di possedere
un management all’altezza, capace, preparato.
Con un secondo stabilimento (200 dipendenti) di
Rail Control Solutions,
ingegneria e sviluppo di sistemi di controllo
ferroviario, con sede a Roma. Produzione quasi
interamente destinata al mercato italiano e
spagnolo.
Tra gli artefici emerge la
figura del presidente-amministratore delegato
della
Bombardier Trasportation
Italy (con “casamadre”
canadese, quotata alla borsa di
Toronto),
l’ingegner
Roberto Tazzioli,
54 anni, chiamato alla guida del ramo italiano
nel 2003, dopo un buona prova, dal 1999 al 2002,
all’Alstom
e componente del consiglio del
Consorzio Saturno
per l’alta velocità. Dal 2003 al 2005 presidente
del
Consorzio Trevi.
Laurea in ingegneria
civile ed idraulica, natali a
Modena,
il big-manager può pure vantare “ispirazioni
ambientaliste”
(non ci interessano quelle di partito o
schieramenti) quando ha potuto sostenere e
ricordare su
Ivg, il 6 marzo 2009:
<Ogni
mille persone che lasciassero l’auto per il
treno, si risparmierebbero emissioni di Co2 per
1,3 tonnellate, pari a 3 mila alberi su una
distanza di 15 chilometri, il tragitto medio di
un treno metropolitano>.
In Italia, sia in tivù,
sia sui media, siamo avari di informazioni della
Germania (il più
esteso e popolato paese europeo, a lungo diviso
dal muro della vergogna che aveva reso un fetta
di territorio sottosviluppato e schiavo della
dittatura comunista); in quel paese il treno è
davvero conquista sociale. Un mezzo di trasporto
(merci e persone) veloce, efficiente, capillare,
anche nelle periferie meno abitate. Rimedio
efficace contro il “pericolo abbandono di aree
meno sviluppate e fortunate”.
Nell’interesse
dell’intera comunità, ad iniziare dai settori
produttivi, dei servizi, fino ai meno abbienti.
E’ “cultura di massa”, da priorità, simbolo del
progresso vero.
Se un “miracolo” volesse
che il manager della
Bombardier
(non sarà certo l’unico ad avere titoli)
diventasse il “primo cittadino” della Provincia,
sarebbe una svolta non solo di facciata. Ma di
contenuti, di traguardi, di conquiste sociali,
pur con tutte le problematiche dell’arretratezza
e della mancata riforma della politica.
Roberto Tazzioli
che amministra bilanci da
400 milioni,
non avrebbe difficoltà a dare una sterzata ad
una Provincia
che col suo ultimo
“conto” di previsione 2010 raggiunge i
66 milioni di
euro, in gran parte assorbiti da spese per far
funzionare la macchina burocratica. Ed in
piccolissima parte (15 milioni) in conto
capitale (fonte
La Stampa
del 29 dicembre).
Un bilancio, secondo
alcuni, del tirare a campare, senza colpi d’ala,
senza riforme della “consolidata
eredità del passato”.
Quella che sui giornali ci
viene di volta in volta descritta: <Voi avete
fallito, noi siamo invece più bravi>.
<Voi
avete perseguito una strana politica degli
affari che attraversa trasversalmente le forze
del centro sinistra, noi siamo la forza del
rinnovamento…loro coltivano l’orticello, noi i
grandi
progetti
del fare…>(fonte
Il Secolo XIX del 26 agosto 2007, pagina 17,
intervista di
Bruno Lugaro ad
Angelo Vaccarezza).
Che dire? Alternanza della mediocrità praticata
per bene che vada. I danni, disinformazione a
parte, sono sul piatto della vita quotidiana di
ogni cittadino, parassiti esclusi.
L.Cor.
|