versione stampabile

Sarà natale e festa tutto il giorno

I racconti di Cristina Ricci*



Era una notte fredda di dicembre…

Una coppia vagava per le vie…

Dicono che il cielo quella notte fosse stranamente luminoso…

Sono passati anni… più di duemila.

Uomini e donne continuano a vagare per le vie, infagottati nei loro cappotti, coi baveri alzati, il berretto calcato sugli occhi e, presi da turistica frenesia, affollano alberghi e ostelli; proprio come allora.

E’ Natale, ops, scusate: è natale.

   

Si, natale. Ormai solo per pochi è rimasto Natale.

Per i più è tornare bambini.

Si tornare bambini non per sentire la gioia ma l’angoscia.

L’angoscia di salire sul palco e iniziare la recita.

La stessa musica ogni anno.

Le stesse canzoni che ormai non dobbiamo neppure più imparare a memoria.

La suora ci agghinda, per benino. La bambina bionda è sempre quella che avrà il posto d’onore sulla scena. Lei e il suo Cicciobello.

Poi via via tutti gli altri; umili pastorelli e contadine.

La nostra società multietnica sarebbe stata la gioia della maestra che avrebbe potuto disporre di “autentici” re magi provenienti dall’oriente…ma questo lusso la mia suora, costretta ad annerirci coi  tappi di sughero,  non ha mai potuto permetterselo…

Così eccoci, tutti in fila, tutti con l’ansia di scordare la battuta.

Ci sei anche tu, si, proprio accanto a me. Tu che hai un natale con la n minuscola come il mio.

Siedi anche tu qui, dietro le quinte, pronto a iniziare la recita.

Una voce soave e sicura ci sussurrerà “Svelto, tocca a te”,

Presto saremo spinti sul palco e rapiti dalla frenesia.

Addobbi, regali, cene e sorrisi.

Regali e  regali, sorrisi e sorrisi.

Via via, sempre più in fretta.

Via via sempre più immersi, catturati dal vorticare del carosello.

La recita del natale perfetto avrà inizio.

Il natale del regalo più costoso, della tavola più sfarzosa, del pranzo più succulento, dell’abito più sontuoso.

Qualcuno quest’anno inscenerà  addirittura un natale white. Un perfetto natale bianco dove Gesù Bambino avrà in dotazione un candido cappuccio e girerà per le vie mostrando la croce infuocata per un nuovo calvario.

Anche quest’anno, cari Amici vicini e lontani, per Voi, nessun pacchetto da parte mia.

Solo l’augurio di trascorre un semplice ma caldo Natale.

 *Cristina Ricci, quarantun anni, abita a Spotorno,  ha  pubblicato il suo primo romanzo (La montagna d’acqua – ed. Il Filo, Roma), un altro recentemente finito e tanta voglia di scrivere.

A questo “scarno” curriculum si può aggiungere la collaborazione con il blog dell’Udi Savonese per il quale Cristina Ricci ha scritto alcuni pezzi