TRUCIOLI SAVONESI
spazio di riflessione per Savona e dintorni EL
CACHORRO” Il
Crocefisso più atteso, più applaudito e pregato, giacente al suolo
moribondo…La canea per la decisione della Corte Europea. Le parole di
Gheddafi, a Roma, su Gesù in croce. Di quale Vangelo si nutrono…
di Stefano Carrara Sutour (Bellamigo)
La processione del venerdì santo di
Siviglia è uno degli spettacoli più suggestivi del mondo. Le
numerose confraternite di incappucciati, una per ogni Chiesa
e contrada della città, portano in processione, per l’intero giorno e
l’intera notte, i Cristi più sofferti e le Madonne più
affascinanti che si possano immaginare. Si tratta
di opere d’arte che risalgono anche al ‘300 e al ‘400 . Le
numerose Madonne ( dalla Trianera alla Macarena) sono vestite di
abiti e arricchite di gioielli di grande valore, le “Casse”
sono abbigliate di elaborati florilegi e, accompagnate dalla
musica di bande musicali straordinarie, avanzano lentamente
sorrette da portatori dei quali, sommersi come sono da ampi drappi
laterali , si intravedono solo i piedi striscianti il suolo con
ritmiche ed applaudite cadenze.
Il Crocefisso più atteso, più applaudito e pregato di tutti si chiama “El
Cachorro” (pronuncia : caciorro).
L’espressione del Cristo morente è di una tale intensità e di un
tale realismo da lasciare in tutti un senso profondo di partecipazione
al momento estremo della massima sofferenza e del distacco.
L’autore infatti ritrasse il volto di un gitano accoltellato per strada,
soprannominato Cachorro, giacente al suolo moribondo. I
contemporanei lo riconobbero quando la croce fu alzata e
presentata al popolo nella sua Chiesa , gridando: ” Mira, mira,
es el Cachorro !”
Ci è tornata alla mente questa vicenda in occasione
dell’incredibile canea seguita alla decisione della Corte Europea
per la difesa dei diritti dell’uomo la quale, richiesta sulla
presenza del Crocifisso nei locali gestiti dalle pubbliche Istituzioni,
come le scuole e le aule di giustizia, ha sentenziato, come non
poteva fare altro che sentenziare. Che il Crocefisso, in
quanto divenuto simbolo di una confessione religiosa non doveva –
così come ogni altro simbolo di altre confessioni - essere
esposto, per non assumere una prevalenza o costituire un invito
discriminatorio, in contrasto con la libertà di fede o non fede di tutti
coloro (fosse anche una sola persona) che accedono alle sedi pubbliche e
in violazione con la costituzionale laicità degli Stati membri.
Ci è anche tornato alla mente il discorso del dittatore libico
Gheddafi alle ragazze vergognosamente scritturate a Roma per
rallegrargli la vista: egli ha affermato che sulla Croce non era
stato inchiodato Gesù ma un altro uomo al suo posto. Chissà che
cosa crede di avere detto. I romani alle croci (tante, comprese quelle
dei seimila schiavi che seguirono la sorte di Spartaco)
inchiodavano uomini . Sarà
opportuno ricordare che su ognuna di esse era, per chi ha fede,
sempre stato inchiodato il figlio di Dio, comunque si chiamasse
quell’uomo, se ben si comprende il messaggio evangelico, chiunque egli
fosse, anche un qualsiasi Cachorro.
Ma abbiamo grandi dubbi sulla comprensione del Vangelo da parte
della genìa berleghista che ha aggredito la nostra vita
pubblica e privata. Di
quale Vangelo si nutrono i
difensori del Crocifisso che discriminano gli uomini in base alla
lingua o al colore della pelle o alla religione ? Coloro
i quali rievocano penose saghe pagane in riva alle fonti del Po,
alzando croci che nulla hanno a che vedere con quella di Cristo?
Coloro che sfruttano gli immigrati e vorrebbero prendere a
cannonate le barche di esuli da terre dominate da dittature spietate ?
Coloro che mantengono in carcere una minorenne Rom solo perché
tale ? Coloro che mantengono i detenuti in condizioni da suicidio?
Coloro che hanno come principio fondamentale l’adorazione di Mammona,
il dio denaro? Coloro che portano alla donna lo stesso rispetto
che si porta all’arredamento kitch delle loro vacue stanze? Coloro che
seminano odio contro il diverso? Che cosa fanno di quello che detta il
Vangelo, di quello che chiede il Crocifisso? Nulla: tutto
quello che connota i loro comportamenti è la negazione dell’uno e
dell’altro.
“Nessuno può servire due padroni…Non potete servir Dio e Mammona.”
(Matteo 6/ 24). “ Venite o benedetti dal Padre
mio…Perché io ebbi fame e voi mi deste da mangiare; ebbi sete e
mi deste da bere; fui pellegrino e m’avete accolto; fui ignudo e m’avete
rivestito; fui infermo e mi visitaste; fui in prigione e mi veniste a
trovare.
Allora i giusti gli domandarono : Signore quando mai t’abbiamo visto
aver fame e t’abbiam dato da mangiare? E aver sete e t’abbiam dato
da bere? Quando ti abbiamo veduto pellegrino e ti abbiamo accolto? O
ignudo e ti abbiamo rivestito? Quando mai ti abbiamo veduto infermo o in
prigione e siamo venuti a trovarti?
-In verità vi dico, che tutte le volte che avete fatto qualche cosa a
uno di questi minimi
tra i miei fratelli , l’avete fatta a me.”(Matteo: 25 / 34-40). Essi
rinnegano la Croce e disconoscono il Vangelo ogni giorno,
come è persino troppo facile dimostrare. Altro che Crocefisso
sulle pareti, nel cuore bisogna averlo, il resto è solo ipocrisia e
sconoscenza dei fondamentali diritti dell’uomo.
Di quale tradizione blaterano
coloro che disconoscono o vogliono alterare il tricolore,
identico a quello del governo provvisorio Lombardo nel
Risorgimento, che ha costituito il simbolo di speranza e di lotta
nelle “cinque giornate di Milano”, nelle ”dieci
giornate di Brescia”, nella difesa ad oltranza di
Venezia, fino al secondo Risorgimento della
Resistenza per la liberazione dal nazifascismo? Simbolo e
riconoscimento dell’Unità d’Italia nei momenti più alti
della nostra Storia ?
Nessuna tradizione, anzi, il contrario, la distruzione delle vere
tradizioni nostre che hanno nella Costituzione della
Repubblica, da essi sempre attaccata,la sintesi conclusiva e propulsiva
al tempo stesso della nostra nazione.
Il più vero tra i Crocifissi che noi abbiamo mai visto ritrae uno
zingaro morente. Se ne facciano tutti i separatisti spocchiosi una
ragione e tentino su questo fatto una robusta meditazione, se
resta loro lo spazio per uscire dalla gabbia della miseria
intellettuale e morale nella quale hanno costretto, per voluta
ignoranza, paura e bieco egoismo, le proprie facoltà mentali.
Stefano Carrara Sutour
( Per copia conforme)
BELLAMIGO
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