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COPENAGHEN: NESSUN ACCORDO

MARGONARA: ACCORDO SCONTATO

 

di Antonia Briuglia

 

 

COPENAGHEN : NESSUN ACCORDO

 

Chissà perché i “fallimenti” non ci stupiscono più.

Chissà perché cominciamo sempre più a mettere in conto l’inutilità di alcuni appuntamenti dove coloro che governano la Terra dovrebbero prendere importanti e urgenti decisioni per salvare il pianeta dal collasso e dove invece si registra un fiasco dopo l’altro.

Il vertice di Copenaghen si conclude così con un accordo definito peggiorativo rispetto a Kyoto. 

  Inutili le manifestazioni di protesta, inutili le denunce contro il non-accordo deciso dai soliti Paesi impegnati solo alla difesa dei loro interessi economici. Paesi che hanno messo in conto milioni di morti per fame (nei paesi in cui l’aumentata siccità e diminuisce il raccolto), morti per catastrofi climatiche (alluvioni, piogge torrenziali, tifoni).

La politica ha fallito. <Doveva essere un processo democratico, fatto dalle Nazioni Unite: qui siamo stati  di fronte a un pezzo di carta scritto da un club esclusivo per i suoi interessi> Così ha sostenuto il rappresentante del Kenya.< I paesi ricchi non sono stati capaci di fare un accordo che desse sicurezza al mondo. Il risultato saranno milioni di morti. Saranno questi numeri a dare la misura del fallimento>.

Così, più di centomila in piazza a Copenhagen hanno ancora una volta manifestato e altri hanno fatto in tutto il mondo per gridare ai grandi riuniti nel summit che così stanno uccidendo la terra. Per ricordare a gran voce che per salvare il clima dalle conseguenze del riscaldamento globale, bisogna rovesciare il modello di vita e dei consumi e non con una dichiarazione politica senza vera sostanza, facendo finta di non uscire dal vertice a mani vuote. Facendo finta di dimenticare il legame esistente tra diritti umani e questioni ambientali.

    
Cosa ci si aspettava da Copenhagen?


Che i governi fossero in grado di arrivare a un accordo che riconoscesse il principio di giustizia climatica, dove si potessero definire le misure necessarie a mitigare il cambiamento del clima e dove i paesi industrializzati si impegnassero seriamente a fare tagli alle emissioni di gas serra con tempi e verifiche chiari. Purtroppo di tutto questo non c’è stato nulla.

 Se i governanti del terzo mondo decidessero di inquinare peggio di quelli del primo, pensando che questi ultimi hanno distrutto e continuano a distruggere il pianeta, si accelererebbe la fine di quel poco che rimane della vita del nostro pianeta. Quale menzogna potremo raccontare ai nostri figli e ai nostri nipoti eredi di questo pianeta?

 

MARGONARA: ACCORDO SCONTATO.

 

La Conferenza dei servizi sulla Margonara si è rivelata, come previsto, superflua. Durata meno di un’ora, è stata aggiornata in attesa che Gambardella porti un nuovo progetto e uno studio scientifico sulla madrepora degli scogli Margonara.

L’imprenditore ha dato la propria disponibilità a modificare il progetto del porto che verrà elaborato con la collaborazione dei Comuni di Savona

e Albissola Marina.

Le idee e i suggerimenti non gli mancheranno, visto le ultime uscite di Canavese, che sembra voler superare Fuksas nel proporre «Un percorso sottomarino in plexiglass per visitare l’area protetta della Margonara >.

Lascia stupefatti una simile proposta da parte di chi poco prima denigrava l’area come zona da riqualificare, e riteneva solo un pretesto di beceri ambientalisti la presenza di un’area da proteggere.

Stupefatti fino a  quando non si ritrova nelle parole polemiche del Presidente che documentato su Internet sulla Oculina Patagonica trova conferma alla sua antipatia per questa specie da estirpare

<Visto che i finanziamenti sono privati, non dipenderà da noi valorizzare quest’area come si conviene>.

Sarebbe curioso che riuscisse a convincere Gambardella della bontà di questa idea, visto il rifiuto di quest’ultimo ad accettare il valore della realtà ambientale da preservare. Ricordiamo molto bene il suo recente intervento  denigratorio che vedeva chiamare “cozza” la madrepora.

 

La realtà vera invece è che l’Autorità Portuale non molla e che di spostare il porto turistico a Miramare non ci pensa neppure. I punti irrinunciabili saranno quelli su cui s’imposterà la discussione futura, se discussione ci sarà.

Cambiare la forma della diga foranea, pur lasciandola delle stesse dimensioni ed escludere la Madonnetta dall’approdo sarà la vera operazione che consentirà ai privati di realizzare l’intervento, aggirando le disposizioni del Ministero e del Via regionale. 

O FAMO STRANO!

 

Dal tornado alla passeggiata subacquea. La  Margonara

sembra destinata a stuzzicare le inverosimili fantasie dei costruttori e degli Amministratori pubblici.

Dopo la bocciatura del porto con annesso grattacielo di 120 metri di Fuksas, il presidente del Porto Canavese ha lanciato la nuova provocazione: un tunnel in plexiglass per passeggiate sotto il mare.

<Una trovata originale che dà il senso del nuovo ordine di idee in cui si stanno muovendo gli amministratori per rendere più accettabile il progetto> così leggiamo su un’importante quotidiano.

  Un vecchio ordine d’idee invece, che dietro al titolo del progetto che potrebbe essere “O FAMO STRANO” nasconde quelle sono le decisioni irrinunciabili dei privati e cioè la cementificazione della costa.

 

La discussione su quelle che oggi vengono chiamate “opere di contorno” continua ad essere preclusa ad un vero dibattito che per dieci anni si è consumato su quest’opera e che vedrebbe la sua soluzione un ridimensionamento del porto e nel suo spostamento alla “zona funivie” come prosecuzione del porto attuale.

Invece si continua a stupire e dopo lo spillo di 120 metri sul mare di Fuksas, che doveva diventare l’icona di Savona al posto della Torretta, si passa alla bolla intorno agli scogli di Caviglia e oggi al tunnel in plexiglass di Canavese, dove i turisti potranno camminare circondati da imbarcazioni che vanno e vengono e mastodontiche navi da crociera che poco più in là fanno le loro evoluzioni per entrare in porto.

Così si spiega a quei provinciali di savonesi, quelli che a dire di Fuksas abitano nella “città nana”, che una cosa così esiste già

a Barcellona, a Valencia e a  San Francisco, continuando a perpetrare la convinzione di una progettualità importata dove il territorio perde la sua unicità e la compatibilità ambientale viene snobbata per idee sbandierate come innovazione, che servono invece solo a sbeffeggiare chi nella difesa territoriale ci crede.

La prova è in una recente intervista, dove Canavese sostiene «Se l’area viene considerata di pregio ambientale, è giusto che la vedano tutti e non solo i subacquei».

L’architetto dei privati, Gambardella sostiene di essere contenta di quello che chiama “entusiasmo e fervore positivo”. <E’ così che avrei voluto lavorare fin dall’inizio! Ogni idea è interessante e sarà valutata complessivamente nell’ambito del nuovo progetto, compatibilmente con il conto economico dell’iniziativa».

Così anche l’assessore all’urbanistica del Comune di Savona, Livio

Di Tullio, si butta a capofitto sulla nuova idea che potrebbe portare turisti, gli stessi che un tempo avrebbero dovuto arrivare con imbarcazioni di lusso e che oggi potrebbero passeggiare sotto il mare, investimenti permettendo.

Così saranno necessarie le cementificazioni di contorno, vero problema dell’attacco dissennato alla costa, ultimo territorio appetibile della speculazione che nel mascherarsi  da promotore di sviluppo, persegue una progettazione lontana dalla partecipazione di chi lo abita. 

 

                                                               ANTONIA BRIUGLIA