Le idee e i suggerimenti non
gli mancheranno, visto le ultime uscite di
Canavese, che sembra voler superare Fuksas nel
proporre «Un percorso sottomarino in plexiglass
per visitare l’area protetta della Margonara >.
Lascia stupefatti una simile
proposta da parte di chi poco prima denigrava
l’area come zona da riqualificare, e riteneva
solo un pretesto di beceri ambientalisti la
presenza di un’area da proteggere.
Stupefatti fino a
quando non si ritrova nelle parole polemiche del
Presidente che documentato su Internet sulla
Oculina Patagonica trova conferma alla sua
antipatia per questa specie da estirpare
<Visto che i finanziamenti
sono privati, non dipenderà da noi valorizzare
quest’area come si conviene>.
Sarebbe curioso che riuscisse
a convincere Gambardella della bontà di questa
idea, visto il rifiuto di quest’ultimo ad
accettare il valore della realtà ambientale da
preservare. Ricordiamo molto bene il suo recente
intervento denigratorio che vedeva
chiamare “cozza” la madrepora.
La realtà vera invece è che
l’Autorità Portuale non molla e che di spostare
il porto turistico a Miramare non ci pensa
neppure. I punti irrinunciabili saranno quelli
su cui s’imposterà la discussione futura, se
discussione ci sarà.
Cambiare la forma della diga
foranea, pur lasciandola delle stesse dimensioni
ed escludere la Madonnetta dall’approdo sarà la
vera operazione che consentirà ai privati di
realizzare l’intervento, aggirando le
disposizioni del Ministero e del Via regionale.
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O
FAMO STRANO!
Dal tornado alla passeggiata
subacquea. La Margonara
sembra destinata a stuzzicare
le inverosimili fantasie dei costruttori e degli
Amministratori pubblici.
Dopo la bocciatura del
porto con annesso grattacielo di
120 metri di Fuksas, il presidente del
Porto Canavese ha lanciato la nuova provocazione:
un tunnel in plexiglass
per passeggiate sotto il mare.
<Una
trovata originale che dà il senso del nuovo
ordine di idee in cui si stanno muovendo gli
amministratori per rendere più accettabile il
progetto> così
leggiamo su un’importante quotidiano.
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Un vecchio ordine d’idee
invece, che dietro al titolo del progetto che
potrebbe essere “O
FAMO STRANO”
nasconde quelle sono le decisioni irrinunciabili
dei privati e cioè la cementificazione della
costa.
La discussione su quelle che
oggi vengono chiamate “opere di contorno”
continua ad essere preclusa ad un vero dibattito
che per dieci anni si è consumato su quest’opera
e che vedrebbe la sua soluzione un
ridimensionamento del porto e nel suo
spostamento alla “zona funivie” come
prosecuzione del porto attuale.
Invece si continua a
stupire e dopo lo spillo di
120 metri sul mare di
Fuksas, che doveva diventare l’icona di Savona
al posto della Torretta, si passa alla bolla
intorno agli scogli di Caviglia e oggi al tunnel
in plexiglass di Canavese, dove i turisti
potranno camminare circondati da imbarcazioni
che vanno e vengono e mastodontiche navi da
crociera che poco più in là fanno le loro
evoluzioni per entrare in porto.
Così si spiega a quei
provinciali di savonesi, quelli che a dire di
Fuksas abitano nella “città nana”, che una cosa
così esiste già
a Barcellona, a Valencia e a
San Francisco, continuando a perpetrare la
convinzione di una progettualità importata dove
il territorio perde la sua unicità e la
compatibilità ambientale viene snobbata per idee
sbandierate come innovazione, che servono invece
solo a sbeffeggiare chi nella difesa
territoriale ci crede.
La prova è in una recente
intervista, dove Canavese sostiene «Se
l’area viene considerata di pregio ambientale, è
giusto che la vedano tutti e non solo i
subacquei».
L’architetto dei privati,
Gambardella sostiene di essere contenta di
quello che chiama “entusiasmo e fervore
positivo”. <E’
così che avrei voluto lavorare fin dall’inizio!
Ogni idea è interessante e sarà valutata
complessivamente nell’ambito del nuovo progetto,
compatibilmente con il conto economico
dell’iniziativa».
Così anche l’assessore
all’urbanistica del Comune di Savona, Livio
Di Tullio, si butta a
capofitto sulla nuova idea che potrebbe portare
turisti, gli stessi che un tempo avrebbero
dovuto arrivare con imbarcazioni di lusso e che
oggi potrebbero passeggiare sotto il mare,
investimenti permettendo.
Così saranno necessarie le
cementificazioni di contorno, vero problema
dell’attacco dissennato alla costa, ultimo
territorio appetibile della speculazione che nel
mascherarsi da promotore di sviluppo,
persegue una progettazione lontana dalla
partecipazione di chi lo abita.
ANTONIA BRIUGLIA
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