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 ROSSARIO

       (Per piacere, non ridete, ecco a voi  RosarioTuvè!)  

 

di Bellamigo


Rosario Tuvé

 

Per piacere, non ridete. Non c’è niente da ridere.

 Un assessore savonese, Rosario Tuvé, non vuole la piazza intitolata a “Guido Rossa”, assassinato  dalle cosiddette  “Brigate Rosse”, per non dover abitare in un sito che, per sintesi verbale, potrebbe essere chiamato Piazza Rossa, come la famosa Piazza Rossa di Mosca .

Egli stesso risponderebbe a chi gli chiede “Dove abiti ?”, “Abito a Savona ,in piazza Rossa”.Ah , abiti a Savona la rossa, in  piazza Rossa, ce l’avete il mausoleo di Lenin?”  “No, ci abbiamo  quello della Campanassa e, in preparazione, quello delle ‘Fette’”.

Però, uno potrebbe sospettare: ”Lei è  comunista ?”

“ No, no, il rosso non c’entra niente , sono un fiero anticomunista, non posso nemmeno pensare che mi si possa dare del  comunista”, e scoppierebbe dalla rabbia.. 

     “Si calmi, si calmi , lo consolerebbe l’irresponsabile interlocutore, qui a Savona i comunisti italiani  hanno dato molto alla Resistenza contro la barbara occupazione  nazifascista, la sua città è stata insignita di Medaglia d’oro per questo, le assicuro che i comunisti ne sono stati parte determinante e se lei, oggi, può fare l’assessore lo deve anche a loro. Prima c’era il Podestà.  Ci sono e ci sono stati tanti modi di essere comunisti. Guardi persino Lui se ne è messi intorno più di uno e se li tiene cari…”

     Niente da fare. Tuvé cadrebbe in uno stato di profonda depressione.

Bisogna capirlo.

     A Savona le Giunte rosse sono da tempo strafinite ma resta, come dire, quell’aura, quel non so che della vecchia città, quando una robusta classe operaia, preponderante socialmente ed elettoralmente, consentiva di raggiungere in certi quartieri, il settanta per cento dei suffragi.

Il pensiero del nostro assessore si è concentrato sulle possibilità di un ritorno, anche solo in connessione con la forza di una parola: “Rossa”.  Vi sembra strano? ma perché ? non è forse vero che il canto comunista è “Bandiera rossa? Che la canzone partigiana diceva  “… a conquistare la rossa primavera?” Che la sala del Comune più importante è “la sala rossa ? Che l’esercito che ha messo in ginocchio il nazismo ad est è stata “l’Armata rossa?

      Ma dove si andrà a finire se faremo anche “piazza Rossa” ?

La palese coincidenza fonica tra un nome e un aggettivo non  ha importanza: chi guarda più a queste cose, che cosa ne sa la “gente” di queste differenze grammaticali, quando si scrive con il linguaggio degli sms? Una volta c’era il “Popolo” e queste differenze le conosceva bene, le aveva conosciute sulla propria pelle, ma la “gente” che ne sa?  Chi glielo dice chi è stato e perché è stato assassinato Guido Rossa? Chi è stato e perché è caduto da una finestra l’anarchico Pinelli, mentre era nelle mani del commissario Calabresi? Chi era e perché è stato assassinato il commissario Calabresi al quale il Nostro vuole dedicare la Piazza, quasi in contrapposizione al colore rosso dei “comunisti”, prendendo così, sul creduto consenso  unanime del richiamo, un grosso abbaglio ?

      Chi gliela spiega alla “gente” la storia di Savona ? Una specie di “Rossario” tanto  il colore delle bandiere operaie e della sinistra vi ha imperversato .

     Si confessi dunque meglio l’assessore, non lasci credere che teme per l’ignoranza della “gente” , si rivolga al Popolo: vedrà che tutti capiranno la differenza tra un nome e un aggettivo, il nome di un caduto per la libertà  e la democrazia e il colore di una bandiera che, qui da noi, è stata sempre in testa a tutte le lotte per la libertà e la democrazia .

      Dunque la differenza c’è: da una parte  una persona , dall’altra un simbolo .

      Però la differenza finisce qui, è puramente formale .

Ma forse è proprio questo che teme Rosario Tuvé, egli si chiama Rosario e non Rossario: l’antologia del “rosso” disturba le sue notturne digestioni e i suoi stati d’animo; perché anch’egli se lo sarà chiesto, qualche volta,  sotto quale colore hanno combattuto le schiere più folte dei nostri resistenti, di coloro che ci hanno dato la libertà e la democrazia delle quali usufruisce.

 Se lo sarà chiesto ? 

Sì, ma quale risposta si sarà  costruito ? che si tratta del “rosso cardinalizio”?

Buon Natale, Assessore. Il colore del martirio per la libertà, anche in Chiesa, è il rosso. Ma, si tranquillizzi, Lei non c’entra.

                                                                                 BELLAMIGO