versione stampabile

Inedita testimonianza dell’ex sindaco Dc colpevole pure di “mancata omertà”

<Perché siamo arrivati alle crepe nei palazzi
Perché Noli ha perso il suo primo tesoro>

        di Carlo Gambetta

Ho letto l’articolo su Trucioli Savonesi, n. 224 (vedi…)  Crepe nei palazzi. A Noli timori e silenzi”.La situazione descritta si è venuta a creare non molto tempo fa e logicamente preoccupa tutti, Amministrazione Comunale compresa, per quel che mi è dato sapere.

E però….se rifacciamo la storia….proviamo a fare come fa la Magistratura: apre una inchiesta, verifica, trae conclusioni.

Anno 1975, la ferrovia cambia tracciato, trasloca in galleria tra Spotorno e Finale.  L’Amministrazione Comunale che ho presieduto, dal giugno 1975, blocca qualsiasi iniziativa urbanistica su quest’area, anzi il Piano Regolatore Generale, adottato nel 1979, approvato nel 1982 dalla Regione Liguria, vincola l’intera area ad uso pubblico, inclusa lo spazio circostante la Chiesa di S.Paragorio monumento nazionale, vincolata, in prima istanza, dalle Sovrintendenze Archeologica e Belle Arti.  Fissa d’ufficio una cifra (uniteralmente e bassa) per l’acquisto della stessa area onde proseguire nell’iter dell’abbattimento delle strutture Ferroviarie (tutto il rilevato nel centro storico e a ponente di Noli, il magazzino merci; rendere l’area utilizzabile per parcheggi, viabilità ecc.)

La gente di Noli spero sappia,(perché facilmente si dimentica) che l’area del centro storico ex F.S. è stata disegnata  su mia richiesta, da  Ino Beiso.

La proposta è stata trasformata in progetto esecutivo dal Geom. Rissone ed approvata in Consiglio Comunale.  Area compresa tra la galleria F.S. di levante ed il fiume attuata così come è ancora oggi. Ino Beiso, consigliere comunale di maggioranza; G. Rissone, geometra del Comune di Noli. Niente parcelle a Ino, normale stipendio a Rissone. Cioè costo zero!!!

Oggi colgo l’occasione per portarle a conoscenza di chi non lo ha mai saputo. Inoltre, approfitto per ricordare la vera storia dell’area ex F.S. quella che interessa la zona tra il Rio Mazzeno ed il fiume S.Antonio.

Negli anni 80 iniziarono i primi scavi attorno a San Paragorio e si hanno i primi risultati di interesse archeologico, area ferroviaria inclusa (anche se in minima parte). In quel tempo personalmente vedo da un punto di vista turistico/culturale per Noli un futuro interessante sull’area.

Nel contempo è ora di definire il  futuro della ex fabbrica refrattari.

Io termino il mio mandato da Sindaco dopo  15 anni, nel Maggio 1990. Attenzione, tra due anni c’è da rivedere il P.R.G.(1982- 1992). La D.C. provinciale e locale è in fibrillazione perché conoscendo le idee di uno che considera la salvaguardia del territorio come scelta prioritaria, Gambetta appunto, non va bene, forse troppo scomodo, per gestire eventuali  ssviluppi (speculativi) futuri.


Noli

A cominciare dalla battaglia contro il "Vertigo", la discoteca di Via Monastero con tutta la sua storia di investimenti miliardari.

Ragion per cui vengo sfiduciato, vigliaccamente, dal partito, non sono “idoneo” a ripresentarmi alle elezioni. A fine 1989, poco prima di aver adottato il Piano Particolareggiato del Centro Storico (maggio 1990) mi ero premurato di lasciare alla prossima Amministrazione, chiunque fosse, l’ipotesi di progetto per il riutilizzo dell’ex area fabbrica refrattari. Piano concordato in linea di massima con la proprietà: 18 mila metri cubi di residenziale e servizi utili, equivalente alla volumetria esistente, possibilità di costruire  autosilo nella zona più a monte.

Ipotesi conosciuta tra gli altri, da due miei assessori: prof. Fois (sindaco Liberale dal 1990 al 1995), Dott. Niccoli (sindaco  ex D.C. dal 1995 al 2005) e ad  un  membro  di minoranza, Giuliano Moggio  (ex P.C.I.)  eletto e nominato Assessore nel 1990 con il sindaco Fois. Quel che è successo è sotto gli occhi di tutti, i volumi  da 18 mila sono passati a 24 mila, poi a 26 mila, oneri di urbanizzazione non tutti onorati, autosilo niente.

Il  Sindaco Repetto (ex D.C.) con la sua nuova giunta del 2005 formata da un  DS, due di Rifondazione Comunista  ed un indipendente, oltre al capogruppo DS, su mia specifica richiesta, non ha ritenuto di verificare eventuali anomalie nella conduzione urbanistico/amministrativa della  giunta  Niccoli.

Ricordiamoci che  nel 2005 l’ultimo fabbricato di  una quarantina di appartamenti non era ancora iniziato.

Perché accettare come corretto sotto tutti gli aspetti l’operazione  economica/amministrativa conclusa con l’Immobiliare Liguria 17? Qualche mormorio c’è già stato. Chissà che qualcos’altro non faccia capolino nel futuro: il tempo è galantuomo, ci hanno insegnato i nostri inimitabili avi.

Noli, da sempre, ha riscontrato necessità di attuare parcheggi, garages. Gravi carenze non percepite nel boom edilizio dagli anni  50 in avanti.

Perché non approfittare di  un sito, quello a monte della fabbrica refrattari per realizzare  autosilo con garages necessari per il centro della cittadina? Perché voler invece utilizzare l’ex area FS per  costruire  garages su due e tre piani? Optare per un’operazione  immobiliare  che cancella per sempre una zona archeologica.

Forse che  Noli  non merita, non ha  le caratteristiche di una località di  interesse archeologico? Interesse  che vuol dire  cultura  oltre che indotto turistico, senza nulla sottrarre a quanto descritto in precedenza. Un qualcosa  da offrire in più alla zona del Castello da  rivitalizzare.

Non solo far rivivere con l’immaginazione il “Tesoro nascosto”, il libro scritto dalla dottoressa Frondoni della Sovrintendenza Archeologica.  Tesoro nascosto da una costruzione cresciuta in un terreno dei Padri Barnabiti: il porto di epoca romana, testimoniato dalle monete datate ritrovate. Noli, un tesoro nascosto che ha subito, dall’inizio degli anni 2000, scelte indirizzate al terremoto della speculazione invece di quello parsimonioso del recupero della storia: almeno per quella parte che tende a favorire la cultura che ci appartiene per eredità storica. Da tramandare alla future generazioni, ad iniziare dai figli, dai nipoti. A ricordo perenne di suole dire.

Al  contrario, si sceglie di favorire seconde case da 40/50 m.c., nessuna delle quali acquistate da residenti ma che, in ultima analisi, hanno dato un colpo di grazia alle proprietà private esistenti, creando inflazione di appartamenti con tutte le negatività collegate.

Concludendo: è risaputo che, in questo caso un’Amministrazione Comunale, viene valutata “dopo, col passare del tempo” in base alle scelte politiche programmate ed attuate sul territorio, e se queste hanno portato benefici, benessere alla comunità tutta, ad iniziare dalle fasce più deboli.

Quel che vedo e constato oggi è che ciò che avevo programmato da Sindaco con l’assenso (più o meno sincero, posso affermare oggi a ragion veduta) di tutti i componenti dell’Amministrazione comunale 1985/1990 (maggioranza e minoranza) era “fit” termine inglese che significa “idoneo”.

Avremmo l’attrattiva di scavi archeologici non risultati pericolosi nel passato, autosilo già attuati a minore costo e soprattutto nessun pericolo per le abitazioni di via Belvedere. Una situazione, che stando alla realtà attuale, non favorisce un futuro tranquillo sotto tutti gli aspetti. Tra l’altro, esperienza ci dice che chi paga è sempre chi subisce  danno, non chi lo crea. Considerazioni amare al termine dell”indagine” incontestabili, inconfutabili  che mi sono sentito in dovere di testimoniare. Accetto la sfida, solo per amore del nostro paese, il rispetto che dobbiamo alla memoria di tanti valorosi nolesi. Mi smentiscano se hanno elementi ed il coraggio!

Carlo Gambetta

 

Commento di Trucioli Savonesi: ci sarebbe poco da aggiungere al “testamento” olografo del comandante Gambetta. Già primo cittadino. La sua rettitudine, la tenacia, la franchezza non hanno bisogno della nostra testimonianza di 43 di giornalismo in questa provincia. Solo l’amarezza e la constatazione che i personaggi Gambetta sono fuori moda, scomodi e di intralcio. Peccato che, per esperienza diretta, Gambetta abbia constatato il ruolo ormai subalterno dell’informazione locale. Le sue lettere-testimonianza inviate ai giornali, a volte su temi scottanti, erano diventate un ingombro, da rinviare, da tagliare, per “mancanza di spazio”. Lo stesso sindaco Gambetta che, per anni, ha portato notizie in redazione anche quando erano contro di lui, ad iniziare da inchieste giudiziarie. Gambetta ha sempre avuto un grosso difetto: non essere omertoso e troppo indipendente; orgoglioso del ruolo in nome e per conto dei cittadini che l’avevano eletto. (l.c.)