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Cronaca di un giorno viola-speranza


di Milena Debenedetti

 

A parte la bella anticipazione che ne ha fatto Antonia Briuglia, credo che la giornata di sabato scorso, 5 dicembre, la manifestazione “No Berlusconi Day”,  a Roma,  meriti qualche parola di più di quelle scarne e fuorvianti che, al solito, le ha dedicato l’informazione ufficiale su carta e in TV (con pochissime eccezioni).

 E non merita certo di essere ridotta alla boutade maligna dei sei di Idv a fare shopping, notiziola fatta pervenire da qualche  anonimo disinteressato a Uomini Liberi.

Non vorrei mai che passasse l’impressione di una gitarella, di uno scherzo.

Perché io c’ero, sabato scorso, e con me tanti meravigliosi savonesi, che hanno anche dato vita a un gruppo di coordinamento locale su Facebook, il “NBD Savona”, ora “popolo viola-sv”.

Credo di poter dire, senza ombra di dubbio, di non aver mai assistito a qualcosa di così grandioso ed epocale ed emozionante.

Partiamo dalle cifre. Di solito la questura riduce molto i numeri dei manifestanti stimati, la cosa è anche oggetto di frequenti battute. Ma mai di così tanto, 90000 contro un milione. Un confronto grottesco, indice di un certo disagio e timore, di un voler minimizzare a tutti i costi per giustificare lo scarso spazio concesso.

Cosa posso dire in proposito? Be’, se sono sovrastimate le cifre degli organizzatori, allora sono sovrastimate quelle di tante manifestazioni simili negli stessi luoghi, nella stessa piazza San Giovanni. Infatti pare che esistano nuove tecniche aeree molto affidabili per contare, ma volutamente non le si usa, perché fa più gioco la guerra propagandistica di cifre.

Pare che si parlasse di 800000 persone per Vasco Rossi, con la stessa piazza piena. Manifestazione non politica, quindi non oggetto di contestazioni.

Allora qui, con la vicina piazza Repubblica affollata e così pure le vie limitrofe?

 

Darò un altro dato. L’organizzazione parlava di 700 pullman da tutta Italia. Qualcuno si spingeva fino a 900, ma rimaniamo al più basso, a quello assolutamente credibile, perché ho collaborato con gli organizzatori locali e ho visto crescere su Facebook  questi numeri giorno dopo giorno, resoconti di prenotazioni, richieste.

Bene, con 700 pullman, più un traghetto dalla Sardegna (tra l’altro all’ultimo momento Tirrenia ha stracciato loro il contratto e hanno rischiato di non partire), più varie carrozze e treni prenotati, più i molti che sono venuti con mezzi propri  magari abbinando con un soggiorno dato il ponte, ecco che arriviamo quasi ai fatidici 90000 solo di esterni, senza scomodare Roma e dintorni.

 

Poi posso dire quello che ho visto. Una marea umana, un corteo di cui non si vedeva né l’inizio né la fine. Quando la piazza era già piena e gli oratori avevano iniziato a parlare sul palco, ancora più di metà del serpentone doveva arrivare.

 

Veniamo al discorso politico, altra strumentalizzazione, alle teorie dei complotti e delle regie occulte.

Ripeto, essendo amica su Facebook del mitico San Precario da un bel pezzo, ho visto nascere la proposta già a ottobre, crescere via via, acquistare consensi.

Sui giornali se ne è iniziato a parlare solo quando ha aderito Di Pietro, come manifestazione della stessa Idv, e lui ha dovuto andare di smentite per giorni. Se ne è riparlato per le polemiche con Bersani, come non esistesse altro.

Certo, Idv ha pagato tutto o parte del palco. Rifondazione ha messo a disposizione aiuti organizzativi e pullman, con la precisa condizione di essere aperti a tutti, non solo ai militanti. Magari qualcosa avranno dato anche Sinistra e Libertà (o come si chiama ora, ho perso il filo) e i Verdi.

Ma si tratta di aiuti e contributi alla perfetta luce del sole, in quanto aderenti (non organizzatori!) a una manifestazione pubblica. Certi giornali di regime (e non solo) ci ricaman sopra, ma che dire allora di quei tanti contributi ben più occulti di partiti, che circolano dappertutto nella compiacenza generale?

Che dire, per esempio,  di quel particolare Conto Corrente Postale che consente di dare donazioni al Pdl, e solo al Pdl, SENZA PAGARE UN CENTESIMO DI COMMISSIONE,  usufruendo delle condizioni riservate agli enti benefici? (fonte: blog Metilparaben).

Le bandiere di partito. Allora, gli organizzatori erano stati chiari: non le avrebbero volute.

Rendendosi conto dell’impossibilità di ottenere una cosa del genere in una tale marea umana, hanno almeno chiesto che fossero verso il fondo, non alla testa.

 E per tutto il tempo quei quattro ragazzini in camiciotto giallo del servizio d’ordine si sono adoperati come potevano per questo.

Ma naturalmente l’informazione in malafede strumentalizza, inquadrando di preferenza bandiere Idv. I giustizialisti! I forcaioli!

Si vede che questa volta gli faceva meno gioco la faccenda comunisti. Più che altro, la consegna è di non dare importanza a Rifondazione e non far capire che si sta riorganizzando.

D’altra parte, scusate, fosse pure stata una manifestazione riuscita promossa da partiti, in cosa questo ne avrebbe sminuito il significato? Forse è lo spontaneismo, il fatto che la gente esasperata si organizzi fuori dagli schemi, la vera paura?

Per parte mia, ho sfilato dietro il viola, il viola simbolo di questo movimento apartitico, ma non apolitico, che sta crescendo e ha suscitato interessi e ammirazione in tutto il mondo.

Siamo noi, non mi sento presuntuosa a dirlo, persone di tutte le generazioni unite, di varie tendenze politiche, che stiamo cercando di ricuperare la dignità del paese, di una immagine irreparabilmente danneggiata, di mostrare come non sia in nostro nome, ma grazie a una maggioranza legata a un solo uomo e  a una cosiddetta opposizione quasi inguardabile, che siamo a questo punto.

Mi manca spazio, ora, per la parte più importante: le impressioni meravigliose della giornata.

Pullman che si affiancavano in autostrada, da Varese, da Udine, da ogni dove, ore e ore di viaggio, facce allegre di persone pulite, di ogni età, che vedendo il viola sventolavano drappi o ci salutavano con la V di vittoria. (Ma anche dei V day di Grillo e del film-culto V per Vendetta.)

L’allegria è stata la costante della giornata: cori, salti, sorrisi, mai un momento di rabbia che non fosse dignitosa e contenuta. Non uno spintone nella calca, non un gesto brusco. Non quel minimo incidente che tanti, troppi gufi bipartisan dalle anime squallide attendevano.

Un bellissimo miracolo, date le premesse e l’organizzazione spontanea e inesperta.

Persone di ogni età, dicevo, e soprattutto – che bello!- finalmente tanti giovani e giovanissimi, che nel linguaggio di Facebook e dei social network e dei blog si sono riconosciuti, trovati, acquisendo consapevolezza.

Persino i poliziotti sorridevano, rilassati, dopo le prevedibili tensioni della mattinata, dell’attesa.

E poi dovrei dire delle voci, dei colori, del meraviglioso limpido sole di Roma, delle facciate emozionanti della storia che ci guardavano, del venticello, forse il mitico ponentino che a tratti ci carezzava senza voler troppo disturbare.

Dovrei dire delle voci dal palco, volutamente non politici, ma persone comuni, lavoratori, blogger, con una puntata di Dario Fo e Franca Rame. Del vibrante discorso di Salvatore Borsellino, il suo commosso resoconto dei poliziotti di scorta a suo fratello fatti a pezzi nell’attentato, il riconoscimento di una piazza che aveva una sola grande anima, che sotto le prime stelle al calare della sera invernale gridava “fuori la mafia dallo stato” .

Altro che l’infame attacco del Giornale di Feltri che ci ha chiamati “amici di Spatuzza”, e sarà querelato per questo, dagli organizzatori, con l’assistenza dei pool di legali del gruppo “agenda rossa di Paolo Borsellino”.

Dovrei, ma manca il tempo e lo spazio. Quello che so, è che i ricordi sono custoditi nella mia anima e sono fiera di esserci stata. Per la prima volta sono tornata a essere fiera di sentirmi italiana, e savonese, conterranea del grande Sandro Pertini, uno dei simboli ed esempi della manifestazione.

Quello che so, è che comunque sabato scorso si è costruito un pezzo di storia di questo paese, che sta cercando faticosamente di uscire dalle sabbie mobili di uno dei suoi periodi più bui.

 

Quello che so, è che la dignitosa consapevolezza, la protesta civile, democratica e moderata del Popolo Viola una volta avviata non si ferma qui né ora, sia su scala nazionale sia su scala locale.

E che tutti dovranno fare i conti con questi nuovi cittadini consapevoli e organizzati, per il bene della Democrazia, della Costituzione, del Paese.

I pilastri fondamentali senza i quali, come dovrebbe essere ovvio per tutti, nulla di buono può venirci.

 

Milena Debenedetti 

Il mio ultimo romanzo  I Maghi degli Elementi