versione stampabile

 

RIUSCIRE AD ESSERE DIVERSI !!

di Antonia Briuglia

 

Oggi è un giorno così. E’ un giorno particolare, uno di quelli che penso siano capitati a tutti.

Chiedo scusa, quindi, in anticipo se potrò apparire più critica del solito e soprattutto a coloro che, contrariamente a me, riescono a dare una lettura positiva alle vicende che caratterizzano questo preciso momento storico.

Mi piacerebbe, lo affermo con tutta sincerità, che qualcuno mi convincesse che le cose, in verità si stiano mettendo bene, che si intraveda uno spiraglio, che si possa sperare in una società migliore dove tutti indistintamente abbiano gli stessi diritti e le stesse opportunità, in un territorio e un ambiente finalmente tutelato e protetto, in un aria più pulita, nel ripristino della legalità, nella produzione di alimentazione più sana e in una scuola migliore.

 

Non poche volte la mia personalità critica, la mia voglia di chiarezza, la mia scarsa tolleranza verso la disonestà e l’ipocrisia ma soprattutto la mia schiettezza nel comunicare il mio pensiero mi hanno provocato problemi.

Insegno in una scuola superiore e ho potuto verificare che oggi anche in quell’ambiente, quando esponi, con pieno convincimento, il tuo pensiero critico, quando ti batti apertamente per le tue convinzioni, quando cerchi la discussione e il dibattito su argomenti di vitale importanza per la scuola, provochi in prima battuta il rifiuto, in seconda l’emarginazione.

Anche nella scuola, un mondo, un tempo vitale e ricco di curiosità intellettuale, la maggioranza delle persone è infastidita da chi sovverte le sue deboli convinzioni e non ama che si scombini la sua apatica tranquillità, il suo vivere impregnato d’individualismo e di colpevole indifferenza.

Così chi si batte, chi si dedica incondizionatamente e gratuitamente alla difesa di sacrosanti diritti sociali, chi denuncia pubblicamente, chi tenta di informare e divulgare, è guardato con occhio sospetto: <Lo farà perché ci sarà qualcosa sotto> < lo farà per mettersi in mostra> mi è già capitato di sentire.


gianluca nasuti
Gianluca Nasuti

Rino Canavese

L’AUTOCRITICA

 

Ho pensato allora di essere io a sbagliare e ammetto di aver  desiderato essere un’altra persona. Tutto sarebbe stato più facile, per me e per chi mi vive accanto.

 

In questo sforzo di autocritica anche oggi mi chiedo perché non riesco anch’io, ad esempio, a gioire per le decisioni prese dalla Regione in merito al progetto Margonara, perché non riesco a pensare che la bocciatura del preliminare di Fuksas voglia significare lo scongiurato pericolo dell’attuazione del progetto?

Perché non mi accontento anch’io delle “linee meno drastiche di delibere che da un lato bocciano e dall’altra consentono” alla società Omnia e Spada “di modificare o di rimodulare”?  

Perché non sono capace anch’io, come si dice del Comune di Savona, “di vedere il bicchiere mezzo pieno”?

Perché non sono felice nel vedere soddisfatti anche il Presidente dell’Autorità Portuale  Canavese e il vicesindaco di Albissola Marina Nasuti? Quest’ultimo preoccupato solo dell’esclusione dello scoglio della Madonnetta (territorio albissolese) assimilandolo a mero interesse di bottega.

Perché non sento anch’io “il vento ambientalista su Savona”?

Perché, soprattutto, non riesco anch’io, come fa la maggioranza dei savonesi e degli albissolesi, a mettermi davanti alla tv magari guardandomi un reality e farmi gli affari miei, i miei interessi, le mie cose, invece di pensare che le “mie cose” siano quelle del mondo che mi circonda?

 

In questo sforzo autocritico, perché non riesco a convincermi anch’io che la petizione del Partito Democratico Savonese contro la centrale a carbone sia efficace, sia di forte opposizione all’ampliamento e di voglia di rimediare agli errori passati?

Perché non devo credere anch’io che non c’entrino i calcoli elettorali?

Perché non ho passato, anch’io, notti più tranquille invece che insonni a scrivere articoli contro l’ampliamento proposto da Tirreno Power, a documentarmi, a sentire tutto il peso di scelte che condizioneranno il futuro del nostro territorio e la salute di chi lo abita?


In fondo come sostengono molti, cosa può fare una persona sola? Le cose andranno avanti come devono andare, anche con le sue denuncie.

Perché non posso anch’io far finta che anche in Liguria non ci sia alcun dissesto idrogeologico dovuto alla massiccia cementificazione, che le varianti continue ai Piani Urbanistici Comunali non siano il dono fatto ai costruttori dai Sindaci in cambio di qualche obolo o di una palestra e che non si debba “paralizzare l’edilizia”?

Perché come altri architetti savonesi, non posso anch’io tacere e ricavarmi il mio spazio in questa o in quella realtà culturale, magari anche in cambio  di qualche fortunoso guadagno?
D’altronde che conseguenze ha avuto la mia cancellazione dall’Albo degli Architetti, per protesta ( documentata) verso un organismo chiuso al dibattito territoriale, ma proteso solo ad una spartizione di aree progettuali?

  

Perché non riesco anch’io a partecipare alle riunioni scolastiche in  completa e comoda apatia o magari difendendo interessi di bottega, invece che battermi per i principi e l’etica di una professione in cui tanto continuo a credere?

 

Potrei vivere mille volte meglio, se facessi come la maggioranza delle persone, se riuscissi ad omologarmi, se non mi buttassi sempre anima e corpo nelle mie convinzioni.

Potrei vivere meglio se non mi sentissi sempre parte responsabile  delle cose del mondo in cui vivo. Se non fosse per me istintivo analizzare, osservare, ragionare e avere sempre una mia personale idea. Potrei vivere meglio se riuscissi a essere un’altra persona.

                                                                ANTONIA BRIUGLIA

 

SEMPRE PER LA MIA AUTOCRITICA, QUALCUNO MI DICA CHE………………..

Quando Gambardella ha incontrato, l’altro ieri, il sindaco Berruti, offrendo improvvisamente la piena disponibilità a una rapida revisione del progetto Margonara e prevedendo le mosse della Regione che non si sarebbe piegata alle richieste di Zunino, aveva già fatto confezionare il nuovo progetto.

Qualcuno mi dica che il tavolo tecnico, promosso dal Comune, non sarà solo finalizzato ad avvallare le proposte dei progettisti dei privati che, nell’accogliere in modo fittizio le prescrizioni ambientali, ci riproporranno le loro inevitabili volumetrie (perché il cemento è necessario) magari in cambio di qualche pista ciclabile.

Qualcuno mi dica che è possibile ancora chiamare la società :”porticciolo di Savona e Albissola Marina” anche se la nuova perimetrazione del territorio, per escludere la Madonnetta e la Prateria di madrepore, dovrebbe escludere di fatto Albissola se almeno quest’ultima non si fosse candidata ad offrire il suo territorio per la nuova cementificazione. 

Qualcuno mi dica che se i progettisti s’incontreranno nella seconda parte di gennaio e non ci sarà più il tempo da parte della Regione di rivedere il progetto, impossibilitata dalla nuova tornata elettorale, questo non sia una decisione strategica per chi governa e chi costruisce.

Qualcuno mi dica che devo credere, anch’io, nella negoziazione tra Comune di Savona e società Omnia e Spada e che devo credere nelle “mani libere” del Sindaco Berruti.

Qualcuno mi dica che, a questo punto, la conferenza dei servizi del 16 dicembre sia ancora utile e non sia più utile, invece, offrire allo “spazientito Gambardella” un bel piatto di posidonia !

 

 

La sottoscritta e tutta la redazione di Trucioli  aderisce alla richiesta che la seduta della Conferenza dei Servizi del 16 dicembre prossimo, sia aperta al pubblico, approvando incondizionatamente la richiesta di ITALIA NOSTRA.  

 Mandiamo una email  all'Autorità portuale....SCRIVI