La "casa madre" dei berluscones insegna la "libertà di stampa" ai seguaci
Dolce diffamazione killer
Riservato ai preti, ai cattolici praticanti
Cosa insegna il "caso Boffo", da prima pagina di giornali e televisioni,
a notizia taciuta, oppure riservata alle pagine interne. Top della vergogna!
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Siamo un piccolo blog, non abbiamo protettori,
nè padrini, nè finanziatori, ma la conclusione
del "caso Boffo", l'ex direttore del quotidiano
"L'Avvenire" della Conferenza episcopale
italiana, è da voltastomaco. Leggete, se non
l'avete ancora fatto, gli articoli ultimi
sull'epilogo, riportati da Il Sole 24 Ore
(giornale della Confindustria), da Repubblica
(giornale dell'industriale De Benedetti) e Il
Secolo XIX (editore benestante ed ereditiero,
Carlo Perrone). Hanno descritto, diciamo con
completezza di informazione, cosa è accaduto.
Nelle pagine interne. Ogni testata aggiungendo
qualcosa in più, con titoli significativi.
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Negli anni cinquanta in molti seminari d'Italia
(quelli di Albenga e Savona compresi), in
prossimità delle elezioni, ai seminaristi si
facevano recitare preghiere affinchè i comunisti
non
vincessero le elezioni. Considerati atei,
materialisti e portatori di valori
anticristiani.
Oggi nei seminari (con i pochi seminaristi
rimasti) e nella stragrande maggioranza delle
chiese, guai a pregare per scongiurare i nuovi
"valori praticati dal berlusconismo". Molti
parroci, forse anche vescovi, sono le prime
vittime della massacro della nostra civiltà
cristiana che si compie nella diseducazione e
nell'illegalità sempre più di massa.
Chi va a braccetto, anche e soprattutto facendo
passerelle in televisione e giornali, con i "
diffamatori"? Con i neppure tanto occulti
mandanti, visto che sarebbe stato pubblicato
materiale proveniente dalle cosiddette
Istituzioni democratiche e magari "deviate".
Ovvero informazioni che possono arrivare
dall'alto del potere.
Sappiamo dell'indignazione di tanti sacerdoti
coerenti al vangelo, all'apostolato praticato
prima di tutto col buon esempio, non conosciamo
finora chi ha avuto il coraggio di ribellarsi,
magari parlando ai fedeli dal pulpito, come si
faceva per il "pericolo comunista". I poi si
parla di tutelare le nostre origini cristiane!
Da quale pulpito.
A meno che lo "scandalo Boffo" non abbia
insegnato nulla, anche ai cristiani della terra
ligure. Il perdono è ben altra cosa dalla
diseducazione civile, sempre più devastante ed
imperante.
Nessuno di noi ha il monopolio della verità, in
ciascun giornale (o blog on line) e pensiero
possono fare capolino censure e distorsioni.
L'ultima stagione dei media italiani (con
l'armata berlusconiana scatenata) ha visto
l'insorgere brutale ed arrogante di un
giornalismo da gorilla beceri ed intriganti
(Repubblica per certe sue "rivelazioni"
insistenti).
Il rimedio è un solo. Ogni giornalista dovrebbe
ricordarsi della sua coscienza, e non solo del
portafoglio o del plauso del momento. Si
ricordi, il giornalista, delle ragioni ideali
che dovrebbero averlo spinto da ragazzo o
ragazza al mestiere e non dimentichi che il suo
pubblico ed i suoi avversari sono persone
umane, da rispettare e difendere nei diritti e
nella dignità. Siano essi atei, comunisti o
clericalisti.
L.Cor.
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