LA DEMOCRAZIA IN ITALIA
Il NUOVO PARTITO DELLA SINISTRA
di
Franco Astengo
Torniamo a ragionare sulle
grandi manovre in corso, al piano del
riallineamento sistemico,nella sinistra
extraparlamentare italiana: da un lato si è
costituita la
Federazione della Sinistra,
dall'altra, Sabato 19 e Domenica 20, l'assemblea
nazionale di Sinistra e Libertà dovrebbe
consegnare la titolarità del simbolo agli
aderenti, iniziando il percorso di superamento
della logica dei “partiti
fondatori”. Inizialmente, però, restringiamo il nostro campo di iniziativa ad un punto, ponendo in relazione il discorso relativo alle “forme politiche” con quello dello stato della democrazia nel nostro paese. |
Qualche giorno fa, sulle
colonne del
“Manifesto”,
il
CRS ha presentato un documento di
analisi e proposta su questo punto che non
riassumiamo se non nella sua parte finale, del
tutto propedeutica a quel discorso di
ricollocazione di soggettività cui si accennava
all'inizio e che sembra impegnare, sia la
Federazione della Sinistra, sia Sinistra e Libertà.
Denunciando l'intreccio
(inestricabile e non occultabile) tra crisi
democratica e crisi della politica, il
Centro di Riforma dello Stato propone,
dunque, tre punti di riflessione e di iniziativa
politica: attorno al ruolo dei partiti ( radici,
ragioni, loro essere fattore di vita
democratica), attorno alla modifica della legge
elettorale ( giudicando devastante l'impatto
dell'attuale legge elettorale nel produrre una
torsione verticistica della governabilità, che
non ha riscontro in alcuna democrazia europea),
attorno alla deriva di destra attuata dalle
cosiddette “democrazie immediate” (
degenerazione ulteriore di quel concetto di
“taglio” nel rapporto tra democrazia e società,
introdotto dal reaganismo – tachterismo
all'inizio degli anni'80, e adottato dal PSI al
governo in quel periodo sulla base del principio
luhmanniano della “riduzione” della domanda
nella società complessa).
Il tutto, sempre secondo
il
CRS, per non rassegnarci alla
degenerazione del vivere collettivo e al degrado
istituzionale.
E' nostra opinione,
allora, che un programma di questo tipo,
assolutamente prioritario (perché è dalla
stretta autoritaria che derivano gli attacchi
alla Costituzione, il meccanismo di
affrontamento – in negativo – della crisi
economica, il disastro ambientale, il degrado
culturale, l'ignavia sociale, l'isolamento e
quasi la criminalizzazione delle parti ancora
combattive e coerenti del sindacato) possa
essere affrontato soltanto attraverso la
costruzione di un nuovo soggetto politico della
sinistra italiana.
In questo senso, da parte
dei soggetti esistenti, deve essere compiuto un
gesto di grande generosità politica: quella
della cessione di sovranità agli aderenti
singoli, quale elemento fondamentale, decisivo,
del primo atto di ricostruzione dalle macerie,
elettorali e di rappresentanza sociale, sotto
le quali si trova oggi quella che era
stata la sinistra italiana.
Occorre stabilire, prima
di tutto, una inversione di tendenza
nell'evoluzione negativa subita dalle forze
politiche italiane a partire dagli anni'90 del
secolo scorso: nel passaggio dal partito di
integrazione di massa, al partito “acchiappatutti”,
fino all'attuale partito di cartello, capace
soltanto di esercitare in maniera proterva il
potere di nomina (si apre, qui, tutto intero il
problema già accennato della legge elettorale e
se ne, intende, riflettendo con attenzione,
tutta la gravità ed urgenza).
Per fare un partito
occorrono tre condizioni essenziali: i
militanti, il quadro intermedio, un gruppo
dirigente coeso ed intellettualmente “forte”.
Queste condizioni, che
oggi non esistono, possono ricrearsi soltanto
attraverso una riaggregazione della sovranità
politica a partire dal territorio: e su questa
base aprire, quindi, il confronto a sinistra.
La sinistra italiana è
uscita schiantata dalle ultime vicende per aver
accettato, di fatto, la logica del “pensiero
debole” (mentre da parte della destra si
affermava, invece, una ideologia pervasiva,
molto forte e appoggiata da tutti gli strumenti
di comunicazione di massa impastata di demagogia
e populismo; mentre le nuove tecnologie offrono,
certo, una prospettiva di nuova socialità, a
partire, però dall' “io”, ed è questo un
ulteriore punto di riflessione da sottoporre
all'attenzione di tutti).
E' stata abbandonata la
teoria , l'idealità, la concreta pratica
politica e organizzativa: punti che non
viaggiano separati, ma strettamente connessi
l'uno con l'altro.
Teoria, idealità, concreta
pratica politica ed organizzativa costituiscono
i fattori-base per stabilire una autonomia di
fondo: soltanto acquisendo una piena autonomia
nella propria soggettività politica la sinistra,
potrà, allora efficacemente stabilire alleanze
con l'obiettivo di costruire, assieme ad altri,
una alternativa che non potrà essere
semplicemente di governo ma, più
complessivamente, di società.
L'atto politico della
consegna della sovranità agli aderenti, senza
riserva alcuna, costituisce il punto di partenza
di un nuovo partito, come è necessario, con
l'obiettivo, nel medio periodo, di superare il
pressapochismo, l'elettoralismo spicciolo,
l'assenza di capacità nel pensare profondo che
hanno caratterizzato gli ultimi vent'anni.
L'atto politico di
consegna di sovranità agli aderenti costituisce,
ancora, una vero e proprio atto “rivoluzionario”
nei confronti dei movimenti sociali che hanno
animato la scena di questi mesi, ed anche di
questi giorni: alle persone che hanno
partecipato a questi importanti appuntamenti non
va offerta, come si diceva una volta, una
“sponda politica”, ma va proposto di entrare
subito, direttamente, in pari dignità tra loro e
con gli altri alla costruzione di una nuova,
diversa soggettività, laddove i diversi principi
identitari vanno a costituire una ricchezza di
pluralità di idee di intenzioni e laddove
l'esercizio della mediazione “necessaria” si
colloca in alto, nelle ragioni del “collettivo”
e non certo del “gruppo” se non , come accade
spesso, del “singolo”.
Si tratta , quindi, di
recuperare rappresentatività istituzionale e
sociale, per porsi tutti assieme la grande
domanda: quale azione politica?
Ma, in precedenza alla
risposta a questa domanda che comunque non può
che essere considerata fondamentale e fondativa,
dobbiamo rappresentare il nuovo
CLN della liberazione dal cancro della
personalizzazione, della governabilità
esasperata, dello svuotamento delle istituzioni
rappresentative, del pericolo, concreto, di una
stretta autoritaria.
In forme diverse dal
passato: ma sicuramente molto più pesante da
sopportare.
Nell'anniversario dei 40
anni dalla strage di
Piazza
Fontana, incamminarci sulla strada di
una nuova
Liberazione,
non sarebbe poco davvero.
Savona,
12 Dicembre 2009
Franco Astengo
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