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Ai lettori di Trucioli Savonesi la prima puntata degli atti ufficiali del processo

Maltrattamenti all’asilo di Loano

Ecco i messaggini del sindaco

Verbali di interrogatorio dell’ex presidente

Loano – Il processo per lo “scandalo all’asilo di Loano” (imputazioni di maltrattamenti a minori e dal dibattimento anche conferma di casi con atteggiamenti a sfondo razziale) doveva avere un grande protagonista: il silenzio degli organi di informazione.

In attesa della sentenza che dovrà trarre le conclusioni della “verità giudiziaria”, c’erano già state le premesse per un  inno all’omertà dei media.

Gli atti in possesso di avvocati (difensori dei due imputati) e delle parti civili-parti lese (tre) e della Cooperativa Quadrifoglio contenevano protagonisti e retroscena. Bastava darne un piccolo e parziale resoconto per scoprire una pentola che, comunque sarà l’esito finale, contiene  uno spaccato sconcertante. In altre parti d’Italia fatti da copertina di giornali e televisioni. A Loano non fa notizia. Per il gusto di “gettare fango”?  A chi giova? Giudichino i lettori, i cittadini una volta informati.

In questa puntata ci comportiamo da cronisti alla Ponzio Pilato. Pubblichiamo alcune parti significative dell’inchiesta, atti istruttori ormai pubblici e non più coperti da alcun vincolo di segretezza.

Nella precedente puntata (vedi….) avevamo fatto il resoconto delle telefonate, meglio gli sms, che si scambiarono il sindaco Angelo Vaccarezza e il presidente (ormai caduto in disgrazia) Emanuele Caglieris che è stato interrogato il 25 settembre ed il 3 ottobre 2005, nella veste di <persona che può riferire circostanze utili alle indagini relative al procedimento n.3471/05/21 e dell’obbligo di rispondere secondo verità alle domande rivolte>.

Caglieris è stato interrogato il 3 dicembre 2009, in aula dibattimentale, dal giudice Laura Russo. Pm,  Chiara Maria Paolucci.  Il processo era iniziato formalmente nel novembre 2007. Le prossime udienze sono fissate per il 22 e 23 aprile 2010. Difensori: Tagliero, Formato, Salvini, Paleologo, Calcaterra, Zunino.

Piccoli e utili chiarimenti: Caglieris, esponente di Forza Italia, venne scelto come presidente in sostituzione del cav. Stefano Ferrari, già sottufficiale dell’Arma dei carabinieri pluridecorato, dal 23 giugno 2004 al 18 luglio 2005.

Fu designato dal gruppo Vaccarezza e, a dire di Caglieris stesso, scaricato per non aver taciuto, per aver messo in piazza, aver denunciato anche in prima persona, la bruttissima storia dei presunti maltrattamenti a piccoli assistiti del Simone Stella.

L’opinione pubblica di Loano, insomma, non avrebbe dovuto sapere. A quanto pare, confidando sul silenzio o sulla discrezionalità dei media che avrebbero, a loro volta, taciuto il brutto bubbone. Non sapevano.

Caglieris, in udienza, ha aggiunto che invece proprio lui dopo aver scelto la strada della trasparenza, collaborazione con la giustizia, alla ricerca della verità (in realtà come vedremo in altre puntate ci sono esposti e denunce che lo chiamano in causa nell’ambito della sua presidenza) si è trovato nel mirino dei giornali. Una regia dava notizie che di fatto lo mettevano all’indice, insieme alla sua credibilità, emarginandolo pure sul piano dell’attività (agenzia immobiliare).

Il lettore potrà rendersi conto. Il sindaco sarebbe stato informato fin dall’inizio di tutti i risvolti e contenuti della paradossale situazione che si era creata all’asilo-scuola materna. La struttura alla quale decine di famiglie, di giovani coppie, affidano la sorte del loro bimbi. Compresi quelli del primo cittadino e del consigliere Rocca.

Pagando una retta, differenziata tra residenti e non residenti. Con alcuni casi di esenzione per condizioni socio economiche.

I lettori leggano i verbali che ha sottoscritto Emanuele Caglieris e che ha ribadito, ricostruito nei dettagli, nonostante tutte le contestazioni mosse per far emergere l’attendibilità, la credibilità o meno del principale teste d’accusa. Non solo dei maltrattamenti (in un caso testimone diretto), ma i presunti tentativi perpetrati per “farlo tacere”; dalle lusinghe (“ti daremo una carica ancora più importante”) alle minacce, all’invito a non testimoniare davanti ai giudici. Altrimenti avrebbero “tirato fuori storielle che avvebbero messo nei guai, rischiando fino a sette anni di carcere”.

Sono trascorsi oltre tre anni dal deposito degli atti e dall’avvio del processo   e Caglieris può dire in aula di non aver ricevuto querele per quelle testimonianze choc.

In effetti è stato contestato ed accusato dal presidente Ferrari, da alcuni consiglieri della Fondazione, dal segretario dell’asilo Genesio.

Di tutto questo riparleremo  in una prossima puntata.

Anche a proposito di un cambio di data della presentazione della denuncia che, a detta di Ferrari, non sarebbe avvenuta a febbraio, ma in giugno 2005, come potrebbe dimostrare l’hard disck del computer che si trova negli uffici di segreteria della Fondazione e di cui è stato chiesto, invano, il sequestro.

Pare però di capire, seguendo il ragionamento logico di alcuni legali impegnati nel processo,  che la sostanza dell’ipotesi accusatoria non cambierebbe, irrilevante. Non è in discussione la data di una denuncia scritta, ma se i maltrattamenti sono avvenuti e le immediate conseguenze messe in atto dalla Cooperativa Quadrifoglio, come ha testimoniato in udienza l’avvocato genovese Zucchini.

Ed ora il nuovo spettro: con ipotesi non proprio strampalate (Uomini Liberi né ha fatto cenno) del reato di estorsione in concorso, a carico di pubblici ufficiali che si sarebbero resi autori di minacce, intimidazioni. O in alternativa avrebbero nascosto e non denunciato all’autorità giudiziaria la notizia ricevuta da Caglieris, in merito agli asseriti maltrattamenti a minori.

Ci sono altri aspetti davvero inquietanti sfogliando gli atti processuali. Le testimonianze fin qui acquisite dal dibattimento. Non era mai accaduto di trovarsi di fronte scenari di tale degrado. Diciamo questo a testimonianza di oltre 40 anni di attività giornalistica e di frequentazione di aule giudiziarie. Mai si era toccato il fondo come viene raccontato ed emerge fino ad oggi. Chi era in grado di assicurare che “tutto sarebbe finito in una bolla di sapone” e che i giornali sarebbero rimasti alla larga?

Ed ecco dapprima i messaggini, nei giorni caldi, dello scontro tra Vaccarezza e Caglieris, poi il verbale delle deposizioni dell’ex presidente stesso, che alla fine ha scelto di cedere l’attività, abbandonare Loano per il Venezuela. Tornato tra mille difficoltà e scetticimso a testimoniare in aula, senza la presenza di cronisti, escluso Trucioli Savonesi e Uomini Liberi.

La  minoranza consiliare, via La Stampa,  ha chiesto quando il sindaco Vaccarezza intervenne e quando seppe della vicenda. C’è una sua lettera del 26 ottobre 2005. Ma nel frattempo Caglieris disse di aver incontrato il sindaco ed il segretario generale Araldo molti mesi prima e soprattutto ci sono i messaggi, inviati dal cellulare in dotazione al sindaco di Loano. Come documentano i verbali ufficiali.

L.Cor.

Leggi allegato n. 1 (la trascrizione dei messaggi tra sindaco e Caglieris via sms).

Leggi allegato due: il primo verbale di interrogatorio.

Leggi allegato tre: il secondo verbale di interrogatorio.