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Perché continuiamo a illudere cittadini e gli albergatori del Ponente?

Dubai e le sue meraviglie...di alberghi

Cosa insegna ai liguri il giro di boa

  di Guido Luccini

Ed eccoci alla riprova! Come avevo accennato più volte, cercando di spiegare quello che si deve fare, ma soprattutto quello che non si deve fare in campo Turistico, a Dubai è arrivato il momento del giro di boa!

Trucioli Savonesi aveva accennato, si erano anche formati “pool” di agenzie immobiliari, mi pare alassine, che offrivano “ottime opportunità di investimento”. Non accadeva anni fa, come documenta un depliant.

Ricorderete certamente quando cercai di spiegare i motivi che avevano impedito all'Aga Kan di costruire alberghi in Costa Smeralda, attribuendone a motivo principale l'impossibilità di frazionare e “vendere” residenze alberghiere aventi dimensioni di 15/17 mq. l'una, avendo per contro l'obbligo, per poter “vendere”, di  costruire tagli di 38 mq. essenziali per due posti letto, come prevedono le leggi urbanistiche italiane, ma reputati assurdi da qualsiasi operatore turistico.

A Dubai, l'Aga Kan o qualche suo cugino, constatato che nei loro Paesi  detti vincoli italiani non esistevano, investirono i loro petrodollari in alberghi che hanno destato invidia e stupore ai nostri politici che via via, ed a congrui strati, ne hanno preso visione e conoscenza!

Gli Arabi garantirono, agli eventuali acquirenti, la famosa “rendita annuale” dell' 8 % per 10 anni, ma...dimenticarono fatti importanti.

L'America ed i suoi operatori turistici non si erano infatti scordati l'undici settembre e le Torri Gemelle, così come gli Israeliani non potevano e non possono ammettere i continui attacchi al loro Paese da parte dei conoscenti dell'Aga Kan o dei suoi cugini.

Questi fatti nell'economia Turistica degli Emirati Arabi, hanno provocato una menomazione percentuale di tour–operators interessati, difficilmente quantificabile ma, che  sta rivelando, come del resto avevo previsto, tutti i suoi gravissimi risvolti economici, non ultimo tra i quali la scarsa propensione statunitense ed europea a sognare di stabilirsi in modo definitivo  a Dubai o a “Marrakech”. 

Infatti qualsiasi investimento turistico eseguito senza l'apporto associativo dei Tour- Operators Internazionali è considerato dalle Banche Internazionali (serie) una pazzia  - economica.


L'Aga Khan

Ricorderete la mia relazione sugli Alberghi costruiti sulle coste Adriatiche, che, finanziati al 50 % dallo Stato Italiano e costruiti senza l'apporto associativo dei Tour- Operators Internazionali, hanno dato risultati molto modesti rispetto agli investimenti effettuati, riuscendo solo a dilatare l'occupazione alberghiera per  qualche breve periodo estivo.

Il crollo del mercato turistico Arabo paragonato proprio alle difficoltà in cui si muove quello Italiano ha quindi molte analogie.

Con opportune ricerche di mercato peraltro molto semplici, dal mio punto di vista, è possibile verificare che raramente colossi come Sheraton, Thomson - Holyday. In,, si incontrano con gravi problemi di conduzione, e che ciò dipende sicuramente dai soci che ne detengono le azioni.

I loro soci sono costituiti da: Banche internazionali, Tour–Operators Internazionali, compagnie aeree, compagnie di trasporto su gomma, e dalle Touristic Developmen Management (compagnie atte alla commercializzazione turistica).       

Chi pretende di essere talmente “bravo” da poter esercitare il Turismo  durante tutto l'arco dell'anno al di fuori di questi “soci”,  non può fare altro che entrare nella trafila degli stessi eventi negativi che si sono verificati da sempre in Italia ed ora a Dubai.

A tale proposito mi ha destato grande meraviglia apprendere che la BNP PARIBAS sia entrata a Dubai, in rapporto chiaramente associativo, nelle operazioni avvenute sicuramente al di fuori dei partner di cui sopra e che la vedono esposta di quasi due miliardi di dollari. Questa banca, mi risulta  per esperienza personale, sia da sempre fortemente consociata con gruppi Turistici mondiali saldamente ancorati alle holding dei loro rispettivi Stati, per cui i suoi dirigenti avrebbero dovuto necessariamente  prevedere le situazioni  di tracollo a cui purtroppo stiamo assistendo.

D'altra parte e vale la pena ricordarlo ancora, i nostri politici hanno per anni lamentato il fatto che i nostri imprenditori non abbiano copiato dall'America strutture come Disneyland, dimenticando sempre di precisare che nessuno si sognerebbe di costruirvi a lato un Albergo all'italiana come del resto accadde per l'Aga Kan in Sardegna:

Disneyland  in America  si compone infatti :

1)    di una moltitudine di divertimenti turistici - sportivi;

2)    di centomila Aparthotel di 18 mq. l'uno  per un totale di duecentomila posti letto.

E considerato che l'attuazione del progetto globale è strettamente legato alla vendita totale degli Aparthotel a privati cittadini che ne sarebbero così i finanziatori, e che da noi questo risulta assolutamente impossibile a causa delle nostre leggi urbanistiche, a tal punto da rasentare l'assurdo se non il ridicolo, smettiamo di scopiazzare malamente ciò che avviene nel Mondo Turistico illudendo continuamente gli italiani.

Tali vendite, inattuabili per noi, ricoprirebbero infatti completamente i costi di costruzione dell' Aparthotel e degli impianti turistico - sportivi della stessa Disneyland, assicurando in modo certo la riuscita dell'operazione economico – sociale.

Da molto tempo ormai le operazioni immobiliari troppo semplici in Italia, vengono fraintese e travisate fino a creare scompigli economici del tutto gratuiti ed inspiegabili anche a fronte dei nostri naturali concorrenti turistici. 

Se avete dubbi  in proposito rileggetevi i miei articoli dall’archivio di Trucioli Savonesi!

 

                                                   Guido Luccini