Note e riflessioni sui personaggi: dove sta la differenza umana, etica e di portafoglio
C’è condanna e condanna…
Melgrati il “ricco”, Fui il “povero”
Nel Bel Paese nulla fa più scandalo. Non meritò neppure la copertina di tv e
giornali quel dipendente di Ceriale denunciato per “peculato” avendo inviato
alcuni fax personali al Comune di Toirano con un danno di 4
euro
![]() Il sindaco di Alassio Marco Melgrati |
Alassio
– Il mese di ottobre ha “riempito” le pagine il clamore della condanna a
nove mesi di arresto del sindaco
Marco
Melgrati, accusato come libero
professionista, di concorso in lottizzazione
abusiva (caso residence
San Rocco).
Pena che lo stesso primo cittadino ha definito,
per iscritto, <seppure
prescritta, seppure indultata, seppure con la
condizionale per un fatto che non posso aver
commesso e che mi batterò nei prossimi gradi di
giudizio per ribaltare una sentenza ingiusta e
sbagliata>.
Il mese di novembre,
seppure con un minor volume di fuoco e spazio
mediatico, ma con megafono amplificato grazie ad
una sortita, non richiesta, dello stesso
Melgrati,
viene data notizia, con oltre un anno di
ritardo, della definitiva condanna in Cassazione
di
Daniele Fui. Pena comminata dopo tre gradi
di giudizio: dieci mesi di reclusione, per un
reato commesso all’epoca in cui era comandante
dei vigili urbani di
Ceriale.
Le imputazioni: abuso d’ufficio, falso e
soppressione. Senza un vantaggio personale,
ovvero niente bustarelle. |
IL
CURRICULUM DI MELGRATI
Melgrati
è un pubblico amministratore e politico rodato, in corsa ed aspirazione
al governo della
Regione
Liguria e
se Dio vorrà un sospirato seggio in Parlamento.
E’ un ex monarchico, convertito sulla strada
dello “scudo crociato” ai tempi in cui era di
moda e vanto essere
Dc;
abbracciando, infine, il berlusconismo
più radicale, in tutti i suoi aspetti
comportamentali. Idolatria dell’immagine, degli
annunci, tra frivolezze della vita e pragmatismo
populista. Laurea ritardata, comunque sempre
prima del suo “patron”
Claudio Scajola che ha
atteso i cinquant'anni suonati.
IL
CURRICULUM DI FUI
Fui, un esponente della sinistra, forse senza tessera in tasca, ad eccezione
di quella dell’Avis
di cui è presidente provinciale e nel direttivo
sezionale alassino, che dalle cronache dei
giornali non pare abbia coltivato grandi
aspirazioni-ambizioni di potere. Anzi, si è
trovato presto in disgrazia e defenestrato per
aver fatto, seppure indirettamente, un favore al
“potere”.
Diplomato geometra, non risulta sia inserito in
qualche struttura “collaudata” in consulenze e
progettazioni varie.
Nessuno
ha scritto (chissà il motivo, non c’è nulla di
infamante, semmai è utile a chiarire alcuni
risvolti) per quale ragione
Daniele
Fui, assai stimato a
Ceriale
quando indossò la divisa di comandante ed ora
che è dirigente al “Demanio e Ambiente”,
finì nei guai, al punto da condurlo a
condanna definitiva.
Non
conosciamo il titolare di quel negozio sorpreso
dai vigili urbani con 17 scatole di yogurt
scaduti e “perdonato” da
Fui.
Illecitamente, dice la sentenza.
E’
invece noto che i 18 automobilisti sorpresi dai
vigili urbani a parcheggiare in divieto di
sosta, senza notificare ai trasgressori la
contravvenzione, erano clienti del parco giochi
Le
Caravelle di proprietà della famiglia di
imprenditori edili
Murialdo.
Da
decenni
Murialdo, a Ceriale, ha grande influenza sul
governo locale e non solo. E’ un imprenditore
che sa far fruttare le sue iniziative. Ha
superato ostacoli, sbarramenti, indagini,
inchieste, interpellanze. Ha parecchi interessi
in campo, legittimi. A ripercorrere l’archivio
di Trucioli Savonesi, i
Murialdo
hanno dimostrato di non essere degli
sprovveduti. I “media” locali sono generosi e
spesso “sorvolano”. Dall’edilizia, ai
porticcioli, ai sempre annunciati e mai attuati
“progetti alberghieri”.
Non è un mistero che
qualcuno mise in relazione
la
“tegola” sulla testa del comandante col fatto
che il figlio di
Fui sarebbe stato assunto a tempo determinato nella struttura
ricreativa dei
Murialdo.
Messe
cosi le cose, moralismo per moralismo,
bisognerebbe chiedersi quanti siano i figli dei
“tanti
signor Fui” (ovvero persone che hanno un
ruolo pubblico o di potere) assunti negli anni
nella struttura
Le
Caravelle? All’Ufficio del Lavoro sono
“disponibili” nomi e cognomi. Qualifiche.
A quanto
pare l’elenco è “interessante”. Ma non può
essere motivo né di infamia, né di reato. Cosi
vanno le cose. Se sei figlio di qualcuno trovi
qualche porta aperta in più. Persino nelle
maggiori aziende private, nelle stesse Coop. Lo
sanno anche i bambini! |
![]() Daniele Fui |
LA
LETTERA SBANDIERATA AI QUATTRO VENTI
E qui
può fare capolino LA SCELTA, poco felice, di
Marco
Melgrati di scrivere una...
lettera
pubblica
a
Fui...
Ignorando,
ad esempio, che l’ex comandante fu trasferito a
sua insaputa nel 2006, leggendolo sui giornali,
con un affronto smaccato sotto ogni profilo.
Oggi
Melgrati
manifesta pubblica vicinanza, indica
Fui a
<persona
onesta che ha sempre cercato di fare bene il
proprio lavoro>.
Peccato che tanta umana
solidarietà, amplificata via internet in tutta
Italia, sia mancata quando a tutta pagina, nel
giugno 2006, i giornali annunciavano il
“siluramento e trasferimento del comandante
della polizia muncipale” ad opera della
giunta presieduta dal sindaco
Piero
Revetria che fa parte dello stesso
schieramento politico in cui milita
Melgrati
ed insieme hanno concorso alla vittoria
delle elezioni provinciali, con
Vaccarezza presidente, la cui
famiglia, proprio a
Ceriale,
ha avuto discreti interessi nel campo allettante
dell’edilizia e delle aree edificabili (piano
regolatore). |
Una
persona con ruoli ed incarichi pubblici non può
andare bene a corrente alternata. Visto che lo
stesso
Fui, come riportato dal Secolo XIX, il 19
aprile 2008, aveva già rimediato una condanna a
200 euro di mula (pena condonata) per ingiurie
verso due vigili, gli ispettori
Massimo
Sanguineti e Nicolino Pollero. Ai quali il
giudice d’udienza non ha riconosciuto il diritto
al risarcimento danni morali.
E
ancora,
Daniele Fui ha ricoperto in questi anni il
ruolo di consigliere di opposizione mettendo in
pratica diligenza e moderazione, spesso
sferzante, meritandosi in più circostanze
battute al vetriolo, di derisione per
“incoerenza”, del suo primo cittadino di
Alassio.
MELGRATI, UN SUCCESSO DOPO L’ALTRO
Marco
Melgrati
può vantare di essere influente attore sulla
scena pubblica dagli anni della giunta leghista
Avogadro ed aver conquistato fiducia che gli permette uno studio
professionale che ha letteralmente scalzato
tutti i concorrenti sulla piazza e
nell’immediato circondario. Meritocrazia
professionale.
Non ha
mai avuto il dubbio, l’architetto sindaco
Melgrati,
che quel “posto”, quei lunghi anni al potere
rappresentino un ottimo viatico dell’equipe del
suo studio?
Daniele
Fui,
che
Melgrati
unisce nelle comuni “disgrazie giudiziarie
immeritate” che vantaggio avrebbe
conseguito dalla sua attività e militanza
politico-amministrativa, in termini economici,
di ricchezza personale?
Tanto
per iniziare, il consigliere comunale
Fui
non potrà mai scrivere che: <E’
vero io progetto ad Alassio, è il mio lavoro, la
legge me ne concede facoltà, giro con un Jaguar,
acquistata di seconda mano; la mia famiglia mi
ha messo nella possibilità di avere una
posizione economica invidiabile…chi mi conosce
sa che non mi trova mai al bar, ma al mattino,
dopo aver fatto il giro dei cantieri del Comune,
mi trova al lavoro nell’ufficio del sindaco,
disponibile a ricevere tutti (escluso solo chi
disertato? ndr) a cercare di risolvere i
problemi, e al pomeriggio nel mio ufficio di
architetto, a lavorare…non sono un affarista
contrariamente a quando ha sostenuto in
consiglio comunale il consigliere
Iebole,
io l’ho sfidato a indicare un affare, uno solo,
dove io ho partecipato dal 1993 ad oggi…Una mia
scelta di cui vado orgoglioso…cosi il signor
Iebole non ha saputo replicare…Ho una villa con piscina, vecchio
rustico di famiglia, ristrutturata con capacità
e gusto, a 15 minuti di strada peraltro disagiata
e stretta, sconnessa…e non un alloggio in centro
Alassio>.
I
BACIATI DALLA FORTUNA QUANTI SONO?
La
minoranza consiliare ha inviato, A SUO TEMPO,
alla
Procura della Repubblica e all’Ordine degli
architetti un esposto in cui fa riferimento ad
inadempienze all’articolo 78 “doveri e condizioni giuridiche degli amministratori
locali, comma 3, testo unico …del 18
agosto 2000 n.267….i componenti della giunta
comunale…urbanistica, edilizia, lavori pubblici
devono astenersi dall’esercitare
attività edilizia e pubblica nel
territorio da loro amministrato”.
Analogo discorso per i componenti della
commissione edilizia alassina che esercita
attività professionale.
Non c’è
molto da dissertare su questi aspetti delicati
della vita pubblica. Molti di noi conoscono ed
hanno conosciuto professionisti (avvocati,
geometri, ingegneri, architetti…) che si sono
trovati “baciati”
dall’impennata del lavoro – spesso con la sponda
del collega di studio – che sono diventati
infaticabili progettisti, penalisti o civilisti,
componenti in arbitrati miliardari (all’epoca
della lira), proiettati in enti pubblici e
società miste, ricercati per consulenze da
levante a ponente.
C’è da
augurarsi che il tutto non avvenga a discapito
di altri professionisti meritocratici,
preparati, bravi, ma senza la “stella cometa”
della spinta della partitocrazia.
Che
senso ha, nella conoscenza e coscienza comune,
suonare la tromba della “difesa degli onesti” e
dei “perseguitati” scrivendo (Melgrati
a Fui):
<Ti sono vicino e ti auguro di guardare al futuro in maniera serena,
consapevole del fatto che sei e sarai sempre una
persona onesta che ha sempre cercato di fare
bene il proprio lavoro, riuscendovi quasi
sempre>.
Firmato
il sindaco di Alassio,
dunque a nome di tutti i cittadini che con quel
richiamo (a sindaco) si vuole rappresentare.
Almeno
si abbia il buon gusto di evitare
strumentalizzazioni e odore di demagogia, quando
ci sono di mezzo le istituzioni che pur sempre,
Melgrati
e Fui, rappresentano nei loro ruoli
pubblici. Visto che, nella lettera, si chiamano
a loro volta pesantemente in causa magistrati e
giudici (e sentenze in nome del popolo italiano)
a loro volta rappresentanti delle istituzioni.
Lo sfascio a chi giova?
L. Cor.
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