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La vita “sconosciuta” di un ex sindacalista

Giovanni Burzio, il “seduttore” laureato

Presentazione libro Burzio

Savona – In un giovedì uggioso, nella “Sala Rossa” del Comune di Savona va in onda la vita (mai raccontata nei suoi risvolti più personali e nascosti) di Giovanni Burzio, 80 anni ben portati, figlio di ferrovieri, laurea in una prestigiosa Università degli Stati Uniti, impegno professionale e sindacale in un’azienda (Ferrania) per anni autentico fiore all’occhiello, locomotiva dell’industria savonese e della Valbormida.

E’ toccato all’ex condirettore del Secolo XIX, Luciano Angelini, il papà era capotreno, cresciuto tra le mura della città natale, raccontare il “volto sconosciuto” dell’autore del libro dal titolo “Il cielo ed il treno”. 56 ore di conversazione, ha ricordato dal tavolo degli “oratori”, Franco Astengo, il “politologo” delle lotte senza successo nella “rossa” Savona.

Giovanni Burzio 1929-1958. <Uno straordinario broglioccio che ha impegnato e ci ha impegnato – ha ricordato Astengo – ad iniziare dal giornalista Angelini>. Astengo: due citazioni doverose, tra i presenti il dottor Antonucci che di Ferrania è stato presidente e Giorgio Luzzato, genovese illustre.

Ma è stato Angelini, col suo finale a sorpresa, a “sorprendere” la platea.  <Burzio? Il dialogante ed il tessitore l’ho scoperto solo in questi mesi. Lo conosciuto all’inizio della mia attività di giornalista, primi anni settanta. Gli anni di altri personaggi “mitici” del sindacato savonese: Armando Magliotto, Nicola Pozzi. Un giorno ebbi modo di andare nel suo ufficio, accompagnato da un conoscente. Alla Cisl provinciale cercavano un addetto stampa. Uscii dall’incontro poco entusiasta, anzi Burzio proprio non mi piacque…>

Giovanni Burzio, mamma Lucia, <donnna bellissima>. Burzio, papà e nonno ferrovieri. Burzio che coltiva un’amicizia galante con la signorina Milano, famiglia importante nel commercio di Savona (negozio). Burzio che di fronte a prospettive di opulenza, lascia la spasimante senza pensarci due volte. Che all’Università statunitense si innamora di un insegnante di origine cinese e altre ancora...

A Savona il suo forte impegno sindacale, politico, amministrativo. La questione etica, morale, ideale, ha concluso Angelini, nel passato ha trovato più futuro del presente.

Quindi il commiato dell’autore: <Questo libro, devo ammetterlo, piace più agli altri che a me stesso... Ringrazio i presenti per una solidarietà che francamente non avevo mai ricevuto in precedenza. Mi riempie di orgoglio, mi soddisfa. Luciano Angelini che ha firmato la prefazione, ha scavato davvero.

Si riempiono i vuoti  che ho avuto negli altri 50 anni di vita ed ho avuto parecchi vuoti. Voglio concludere ricordando l’aiuto ricevuto nella ricostruzione del libro, da una volontaria, Emilia Giorgi, che mi ha validamente accompagnato>.  

Tra i presenti e oratori Andrea Mignone, professore universitario a Genova di Scienza Politica e Ugo Tombesi. In platea molti “personaggi” della Savona politica, sindacale, professionale  di altri tempi. L’assessore Livio Di Tullio che ha sostituito per improvvisi impegni il sindaco Berruti,  ha fatto cenni alle origini sindacali (da ex segretario generale della Camera del Lavoro, ex direttore del bollettino mensile), alla genesi comunista di tanti protagonisti savonesi.  

Come ha trattato la presentazione del libro Il Secolo XIX

Ignorati  Luciano Angelini e Franco Astengo  

(Nella cronaca del pomeriggio di giovedì in Sala Rossa citati  invece Vento e Tombesi, non intervenuti)