versione stampabile LE NUOVE SIRENE
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M. G. Pellifroni |
Ulisse si fece legare all’albero
maestro della nave per non cedere alle lusinghe delle Sirene. Le odierne sirene arrivano a noi in
vari modi: per posta, normale o elettronica, via TV e, sempre
più spesso, per telefono o mediante contatto personale da parte
di agenti di vendita. Le proposte sono sempre tanto allettanti
quanto ingannevoli; e riescono spesso nel loro intento, vista la
generale insoddisfazione verso gli attuali fornitori di servizi
essenziali, dall’energia ai mezzi di comunicazione, come il
telefono e Internet (sulla TV il discorso non si pone nemmeno,
stante l’obbligo ferreo di pagare comunque il canone Rai). |
L’idea di Bersani era buona,
in linea di principio: aumentare la concorrenza
al fine di abbassare prezzi e tariffe. La
presunta concorrenza si è risolta, invece, in
una gara per accalappiare nuovi clienti,
strappandoli ai fornitori precedenti; e, una
volta raggiunto lo scopo, tosarlo con mille
trabocchetti e inadempienze contrattuali. Tanto,
se il cliente è scontento, ne arriverà un altro,
e il cliente perso cadrà vittima di un altro
predatore.
Ma veniamo ad un caso
concreto: Sorgenia
SpA. Sui blog
serpeggiano le
email di utenti
delusi dal trattamento subito. Vediamo i punti
salienti dello scontento di quanti, abbandonata
mamma-Enel, si sono lasciati convincere, anche
con inviti mirati alle piccole partite Iva e ai
liberi professionisti, a “sorgenizzarsi”. Il “tradimento” viene
compiuto in base sostanzialmente a due
premesse-promesse: sconto del 10% rispetto alle
tariffe vigenti; e, nel caso di utenti di
tendenze ambientaliste, la possibilità di
avvalersi di energia elettrica asseritamene
prodotta da fonti rinnovabili, e quindi di
passare, senza rinunce, da tante belle parole a
contributi concreti. La prima nota irritante, che
proseguirà per tutta la durata dell’esperimento,
è la mancanza di assistenza e di dialogo tra
utente e fornitore. Qualunque osservazione o,
peggio, lagnanza, viene totalmente ignorata e
tutto procede imperturbabile come se nessun
appunto fosse stato fatto: non gli fa eco alcuna
risposta.
Già dalla prima bolletta
si constata il mancato rispetto della
promessa-esca fatta dal venditore, di uno sconto
del 10%. Viene invece praticato un
bonus
di 0,69 cent (ossia di ca. il 7%);
bonus
che resterà fisso per un lungo succedersi di
mesi, mentre il costo per kwh continua a salire
(fino al picco di 13,37 cent di fine 2008) ,
rendendo così lo sconto via via percentualmente
più ridotto. Il fatto che la vantata
indipendenza da fonti non rinnovabili non abbia
prodotto una parallela indifferenza, o quanto
meno una non pedissequa dipendenza, dal prezzo
del petrolio, fa quanto meno dubitare del
vantato utilizzo di fonti rinnovabili, come il
solare, l’eolico, le biomasse, se non in misura
simbolica.
Al contrario, il prezzo
del kwh gode (per Sorgenia) degli stessi aumenti
praticati dalle società concorrenti,
dichiaratamente utilizzatrici di petrolio e
carbone. Tanto che, nel periodo di picco, lo
sconto si riduce a poco più del 5%; e resta in
quella zona fino alla primavera del 2009,
quando, col petrolio meno caro, scende anche la
bolletta e il
bonus sale a 0,73
cent (su 11,59 cent/kwh), portando lo sconto su
valori tra il 6 e il 7%. Mai comunque al 10%
promesso. Ma oltre al danno, c’è pure
la beffa. Nell’ottobre 2008, col petrolio alle
stelle, Sorgenia pensa lodevolmente di offrire
un salvagente ai suoi utenti, con la promozione
“20inpoppa”: una gentile operatrice ti telefona
invitandoti ad aderirvi, godendo così dello
sconto del 20% il primo mese e successivamente
del 10% (ossia quanto promesso inizialmente e
sino allora disatteso). L’interpellato vi
aderisce con entusiasmo e addirittura un senso
di gratitudine per la mano tesa nel periodo più
buio della crisi. Rimane, però, a bocca
asciutta: nessuno sconto, né 20 né 10%, viene
poi applicato. Come non detto, abbiamo
scherzato. |
Salvo vedersi poi
addebitare in ogni bolletta consumi stimati da
Sorgenia e aggiornati ogni sei mesi, quando le
arriva dall’Enel il conteggio dei consumi reali.
La tele-lettura si rivela così un altro bidone.
Capita quindi sempre di pagare: o
anticipatamente nel corso del semestre bollette
gonfiate; o bollette inferiori, con
maxi-conguagli in unica soluzione, a semestre
concluso. Se si chiedono spiegazioni al call
center, ti verrà detto che non sei abilitato
all’auto-lettura. Perché? Mistero. |
Quindi, a nulla
valgono email, telefonate, fax e nemmeno
raccomandate per denunciare questo tirannico
stato di cose: non si riceve alcuna risposta, se
non sporadica ed evasiva. Lo “sciopero delle
bollette” per cercare di scrollare
l’imperturbabile indifferenza di Sorgenia si
conclude analogamente ala protesta riportata dai
media giorni fa in un paesino in provincia di
Enna contro l’acquedotto privato che eroga acqua
imbevibile: con la sospensione della
fornitura. Chi tiene il coltello per il
manico se ne infischia delle proteste e attua il
ricatto: o paghi senza fiatare o ti lascio al
buio. Per riavere l’elettricità non ti resta che
pagare sino all’ultimo centesimo bollette che
hanno ignorato le promesse e calpestato i
diritti della clientela ad avere un minimo di
informazione nonché la rettifica di addebiti
arbitrari. Arrivati a questo
grado di esasperazione l’utente decide di
tornare con Enel, che promette un prezzo fisso e
ragionevole del kwh (8,9 cent) per i prossimi
due anni (salvo sorprese!). Percorso
estremamente accidentato, pure questo: Sorgenia
sabota con ogni mezzo questo tentativo di
liberarsene; e infatti, dopo oltre otto mesi
dalla richiesta di trapasso, spadroneggia ancora
lei, e il divorzio rimane un miraggio. Altro
libera concorrenza, con agevole passaggio verso
il migliore: chi ti ha agganciato usa ogni mezzo
burocratico per trattenerti anche contro la tua
espressa volontà! La class action
porrebbe un freno a questi soprusi, ma viene
continuamente rinviata da un governo che pensa
solo a favorire le grosse società private (basti
pensare alla legge appena approvata per la
privatizzazione dell’acqua). Unica via d’uscita:
l’avvocato, con tutti i rischi connessi; e
questo, nonostante tutte le procedure di
conciliazione previste per evitare il ricorso ai
tribunali, già sommersi da migliaia di simili
soprusi. Se qualcuno pensa che
abbia calcato la mano, lo invito a visitare
qualche blog per trovare conferma ai disservizi
cui ho fatto sintetico cenno. Vedi ad esempio:
http://www.ciao.it/Sorgenia__Opinione_1113435
In entrambi troverete
persino le scuse (!) del Direttore Marketing
Sorgenia, Massimo Milita, preoccupato che questa
contro-pubblicità danneggi l’immagine della
società. E a ragione. Infatti l’Antitrust, cui
l’ADUC si è rivolta per denunciare le
inadempienze e le angherie sopra illustrate, le
ha comminato pochi giorni fa una multa di
350.000 euro: troppo pochi rispetto al fatturato
-sostiene l’ADUC- per costringere Sorgenia a
desistere. Motivazioni della sanzione: a)
pratiche commerciali scorrette; b) opposizione
di ostacoli all’esercizio del diritto di
recesso; c) comunicazioni ingannevoli da parte
degli agenti commerciali. Appunto. Meglio sarebbe –dico
io- che venisse condannata a risarcire tutti i
soldi in più che ha indebitamente mietuto.
Allora sì che si potrebbe sperare in un suo
ravvedimento. Invio il presente
articolo all’ADUC e ad altre associazioni di
consumatori e di categorie, oltre naturalmente
all’Antitrust, affinché la gente disponga anche
di una contro-informazione prima di passare a
Sorgenia, che solo la perdita di immagine, e di
clienti, convincerà a cambiare registro. In quanto
ambientalista della prima ora, apprezzo gli
sforzi di Sorgenia per ridurre le emissioni di
CO2, ma vorrei che lo stesso zelo ecologico
venisse applicato anche alla trasparenza e alla
correttezza commerciale. Marco
Giacinto Pellifroni
22 novembre 2009 |