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Caro Bellamigo, ferrovia a monte. Ieri il progetto definitivo

Per favore, non si raccontino più bugie sulla piana ingauna

 

Da alcuni mesi leggo con molto interesse gli articoli di Bellamigo su Trucioli Savonesi. Una “penna” colta, preparata, pungente,  ma rispettosa; osservatore e narratore di fatti tra attualità e “vecchia memoria”. Forse se avessimo qualche “Bellamigo” in più nelle nostre città, in questa Regione, destineremo alle future generazioni ben altra sorte. Davvero propositive.

Vorrei segnalare a Bellamigo, che io ex addetto ai lavori, proprio nelle giornate di giovedì e venerdi (19-20 novembre) negli uffici provinciali e regionali competenti hanno dato l’annuncio (non so quando sarà reso di pubblico dominio) dell’iter conclusivo del progetto definitivo del trasferimento a monte dei binari, tra Andora e Finale.  Dunque Alassio, Albenga, Ceriale, Borghetto, Loano, Pietra.

E questo dopo che Bellamigo anche nel suo ultimo scritto (vedi…n 222) aveva ricordato le “chimere” e le punzecchiature sconfortanti del neo assessore provinciale avvocato Marson. Puntando l’indice contro le divisioni  locali.

Vorrei solo rimarcare, da pensionato della ex dirigenza Coldiretti di Savona,   

la mia testimonianza.

Nel 2003 – vi invio il fax  (vedi…) che conservo – con Cia e Upa , ovvero le altre associazioni di categoria, avevamo predisposto congiuntamente le osservazioni al “progetto spostamento” a monte. Illustrando il contenuto di quattro pagine inviate agli organi di informazione. Destinatario principale il Comune di Albenga.

Ora devo rammentare, per onestà, che il “raddoppio  a monte fa scempio e danneggia in modo irreversibile la maggiore azienda agricola della Piana albenganese, e altre aree, di Bastia e Salea, proprio mentre si continua a sbandierare (mi riferisco soprattutto alla Lega Nord) la tutela dei sacrosanti interessi degli agricoltori italiani e del Nord Italia.

So con certezza che gli eredi e conduttori dell’azienda di Bastia hanno abbandonato per protesta, indignazione, disgusto, l’associazione che anche il loro padre, già sindaco di Albenga, aveva contribuito a fondare e lanciare con un grosso patrimonio morale.

Non è mia intenzione aizzare polemiche che non portano da nessuna parte. Mentre tutti discutono, i giornali scrivono, le televisioni annunciano piani di rilancio agricolo, valorizzazione di prodotti locali e di nicchia, nei fatti, nei numeri il patrimonio agricolo savonese e ingauno-cerialese, oltre a Villanova, Cisano, Ortovero, continua ad assottigliarsi.

Molti giovani non seguono i “padri” e le aziende, alla morte dei “vecchi”, si vendono grazie al fiorentissimo mercato immobiliare. Quasi sempre speculativo. Cristiano? Ateista? Denaro soprattutto.

So che tra le soluzioni progettuali è stato affrontato il tema dello “smarrino” delle gallerie, del recupero di aree dimesse e di quelle riutilizzate a fine lavori.

Caro Bellamigo vorrei conoscere il suo sapiente pensiero sulla distruzione delle aree agricole  della più estesa piana ligure.

Qualcuno, sull’altare del progresso, finirà per vendersi per sempre l’anima della nostra tradizione agricola, delle nostre origini.

Non sarà un caso se anche le Multinazionali stanno investendo grandi risorse sull’acquisto di aree da coltivare in mezzo mondo. Noi che le abbiamo, preserviamo soprattutto con gallerie e viadotti aree cementizzate.

E’ coerenza? E’ pensare alle strategie future? Ai prossimi secoli?

Vorrei consigliare a tutti, ieri come oggi, di informare i cittadini senza propaganda di parte. Iniziando a divulgare i documenti utili. Comprese le osservazioni inviate al Comune di Albenga. Correva l’anno 24 aprile 2003. (vedi fax) Il sindaco Tabbò ed il vice sindaco Vazio, entrambi avvocati stimati, possono aiutarci.

Grazie (indirizzo mail riservato al blog)