TRUCIOLI SAVONESI
spazio di riflessione per Savona e dintorni Dalle
seconde case ai Residence, alle R.T.A. Quello che su cui
i giudici sorvolano da anni (A
cominciare dalle operazioni sulle ex colonie clericali liguri…) Dopo la
“ricostruzione” ad oggi i Comuni hanno permesso agli italiani di
commercializzare case di civile abitazione nelle migliori località
turistiche del nostro Paese. Gli acquirenti, per evitare di pagare alti
balzelli, hanno potuto riservare la residenza a membri della
loro famiglia che, specie nelle località montane, non si sognerebbero
mai, né lo potrebbero, viverci stabilmente. I
tentativi di impedire questa proliferazione che lascia, in un certo
periodo dell'anno, città spettrali come ci si fosse abbattuto
un'epidemia di vaiolo, ove mancano solo le rotolanti balle di
fieno per girare un film western nella city abbandonata, sono stati
pochi ed inconcludenti. Infatti
per frenare l'ondata di tali investimenti ci si è limitati, e non
sempre, a richiedere agli pseudo - residenti la firma in un
apposito registro comunale che settimanalmente, e non di sabato –
domenica, deve essere posta dal “dichiarato residente”. Si è tentato
anche di aumentare il taglio di superficie minima, dell'alloggio
progettato costruito e venduto di 38 mq. (quanti ne prevede la legge
urbanistica), a 60/70 mq. per disincentivare i frazionamenti e di
riflesso il numero degli pseudo – abitanti - residenti . In
effetti la pressione del mercato immobiliare per tali investimenti era,
ed è tale, che per un sindaco spiegare ai concittadini che il lavoro e
l'interesse connesso, evidentemente momentaneo, dovrebbe essere
contrastato dalle autorità proprio per le sue brevi presenze -
conduzioni, ma che farlo, oltre ad essere molto difficile, rende
spesso impopolari! In realtà
nessun cittadino Ligure si sognerebbe di acquistare una seconda
casa a Milano o ad Abbiategrasso, ma se un paese montano e
nevoso, regala il terreno e la volumetria ad un'impresa che riesce
così a proporre a prezzi stracciati alloggi a catena, i mortificanti
risultati sono sotto gli occhi di tutti, e non voglio tediare nessuno
con questi lunghi elenchi. Ai
milanesi noi liguri abbiamo proposto ben altri prezzi di acquisto ma
qui, per lo meno, le condizioni di vivibilità stabili e continuative
potevano e possono diventare realtà per le evidenti ragioni climatiche. Non
abbiamo regalato terreni, se non a Pontinvrea, ma abbiamo
disegnato piani regolatori che permettono tutt'ora solo ed
esclusivamente, la proliferazione delle “seconde case”, senza altra ed
alcuna alternativa.
(Alternativa che nel resto del mondo turistico è senza dubbio
rappresentata dalla proposta-acquisto di un Aparthotel lasciato
in affitto alla società di gestione o usato come residenza definitiva.)
Inizialmente le chiamavamo “case di civile abitazione”
poi quasi a giustificare il loro periodico lungo abbandono,
“Residence” apparve un termine più adatto ad una struttura
estiva che dovrebbe essere, come prevede la legge, abitata nei quattro
mesi stagionali dal proprietario o in alternativa affittata a
turisti di passaggio, senza un accenno che riguardi gli altri restanti
otto mesi dell'anno! E,
proprio in virtù di tale inspiegabile situazione, la magistratura con
passo molto felpato, senza capirci niente, si è sentita in dovere di
intervenire intravedendo solo un' impropria lottizzazione che
nulla ha a che vedere, secondo me, con il grave misfatto creato da
sciagurate leggi urbanistiche che permettono addirittura a consorzi
bergamaschi di edificare in Liguria una serie di alloggi
ammantati da appellativi che del Turismo ci ricordano solo la sua
Degenerazione Distruttiva! Stabilito
che il “Residence” risulta viziato da una lottizzazione
mascherata, si propone un altro appellativo straniero: “Aparthotel”
ove, visto che all'estero se ne vendono gli alloggi residenziali che
compongono questi hotel, (nessuno ventila che la loro metratura è di
15/17 mq. e sono colmi di infrastrutture) non si vede perchè non lo
possiamo fare anche noi e, voglio vedere che cosa diranno i
magistrati; detto fatto con questo nuovo nome si rimettono in cantiere
migliaia di pezzature che aimè non possono per le nostre leggi essere
inferiori a 38 metri quadri, per cui li si vincola
necessariamente al loro esiguo periodo vitale che corrisponde sempre a
quei famosi quattro mesi di periodo estivo; senza i servizi dell'
Hotel che si presupporrebbero insiti dal nome stesso, senza
infrastrutture, molte volte senza parcheggi, apparendo in ogni
dove, anche carini, ma sempre occupati dai proprietari per uno o due
mesi l'anno, non affittati per gli altri due mesi e deserti per i
restanti otto mesi. In base a
questi risultati anche qui i magistrati individuano coscienziosamente
un'altra LOTTIZZAZIONE OCCULTA, e siccome a loro è già andata
bene una volta, ritengono di aver esaurito il loro compito e di aver
pure ben operato. Ma i
nostri “OPERATORI TURISTICI” non si danno per vinti, né si
fermano. Con
l'aggancio politico opportuno dicono “basta” ai
nomignoli stranieri, vogliamo costruire le RESIDENZE TURISTICHE
ABITATIVE! (R.T.A.) e anzi sia ben chiaro,.... basta con il
frazionamento alberghiero, solo gli alberghi chiusi da quattro
anni ne potranno trasformare e “vendere” in R.T.A. solo il 30%
del loro attuale volume ! Mentre le nuove R.T.A. in costruzione e
vendita totale, (sempre con “cellule” di 38 metri quadri l'una)
seguiranno invece e sempre le imposizioni temporali stabilite per
“RESIDENCE” e “APARTHOTEL”, ma il nome quello si, sarà
finalmente Italiano ! I giudici
davanti a tanto nome hanno una battuta d'arresto ( si fa per dire
) attendendo i risultati. Confrontabili, e, visto che non si
notano differenze né di conduzione, né di uso, individuano
instancabilmente un'altra LOTTIZZAZIONE OCCULTA! Gli
ignari acquirenti si ritrovano così anche loro invischiati in
problemi gravi, a loro dire, inaspettati, incombenti sulla loro
nuova proprietà. Ma mentre gli acquirenti non riescono a
collegare la loro sventura con quanto è accaduto precedentemente, non si
riesce a comprendere come la magistratura non si sia ancora “stufata”,
immaginiamo che un'impresa edile fallisca quattro volte, trascinando con
se un logico numero di acquirenti, possiamo pensare che la magistratura
continui a dire agli aventi causa, abbiate pazienza “sto' pezzo
d'impresa” è fallita un'altra volta! Arriviamo
così infatti, sempre a beneficio dei nostri giudici, a tentare di
convincerli che le CASE ALBERGO VACANZE (C.A.V.) sono una
“cosa” diversa, ma, questa volta, verificata semplicemente la normativa
urbanistica, il giudizio è stato di una velocità impressionante :
TRATTASI DI LOTTIZZAZIONE OCCULTA! Oggi
siamo in attesa di un altro nomignolo, poichè sperare che qualcuno
(magari un giudice) imponga a certi signori urbanisti sicuramente
politicizzati di permettere la costruzione di :
“strutture alberghiere residenziali attrezzate e vendibili”, di
15/17 metri quadri come avviene nel resto del mondo, è ormai
come sperare che l'acqua vada verso i monti per spegnere i nostri, ormai
troppi, incendi boschivi. Un mesto
e penoso sorriso mi sovviene nel vedere quanto accade alle
cubature delle nostre ex colonie clericali liguri, ove vengono
profuse enormi quantità di quattrini in tentativi brancolanti di
cambi di destinazione mai chiaramente specificati per cui, pur rifinite
accuratamente rimangono vuote in attesa di non si sa che cosa, per poi
ricadere anche loro nelle mani di giudici che, sempre malamente edotti
su di una situazione ove non si sa da dove incominciare per
sbrogliarla, in quanto l'urbanistica da sempre è un mestiere per
pochi eletti che, guardandosi bene dallo spiegare le
motivazioni dei loro operati, precludono ai più qualsiasi ipotesi di
alternanza. E si badi
bene che i collegi degli architetti, ingegneri, geometri, e
periti, unici aventi causa nel settore urbanistico, se ne guardano
bene anche loro dall'intervenire poiché, è ormai risaputo e supinamente
accettato che le stesure dei piani regolatori in Italia sono un segreto
disegno politico che viene attuato all'insaputa di tutti, negli
scantinati dei comuni.
Pretendere ora che i giudici colleghino a questi fatti quanto sta
accadendo nel l'emiciclo Turistico Italiano, capisco che sia un compito
arduo, non previsto, né prevedibile in quanto la base del problema è
talmente tecnica che appunto come già detto, la magistratura dovrebbe
ripartire dall'origine dei regolamenti urbanistici, con il
supporto di giudizi dei collegi tecnici, arrivando così a riordinare la
trafila di leggi appunto, urbanistiche che ci ha condotto a questo
sfascio! E, tanto
per mettere sulla strada chi eventualmente mi legge ripeto modalità che
sono di una semplicità quasi allarmante : Il taglio
interno delle strutture alberghiere dovrebbe poter essere venduto per
atto notarile in misura di 15/17 metri quadri.; Tale
taglio dovrebbe consentire a due persone di prendervi eventualmente la
residenza. Le
strutture alberghiere non dovrebbero essere costruite sui “versanti” ma
edificate sui crinali- collinari opportunamente spianati “in opposizione
alla legge Galasso”, poichè la Liguria nel contesto, dopo
avere da molto tempo utilizzato i suoi terreni piani ed aver scatenato
sui suoi versanti un bel numero di pericolose abitazioni, gradirebbe
cambiare, e dedicarsi ad un turismo che “DEVE” essere esercitato sulle
sue alture, che possono così, diventare una delle nostre caratteristiche
più pregevoli. Infatti
lo sfruttamento del territorio in chiave turistica delle pianure che da
Grosseto si estendono fino a Roma è indubbiamente più
semplice ed appetibile che in Liguria, però il potenziamento, per
viverci e lavorare, della quota 200 s.l.m. significa dormire al fresco
in estate e respirare gradevolmente per il resto dell'anno, il che
turisticamente si rivela di assoluta importanza, in quanto
valorizza in modo efficace e produttivo l'investimento nel tempo.
Guido Luccini
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