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In porto le navi "Costa"

serrande abbassate

e in banchina niente allacci

   di Mario Molinari (Savona News) 

Un pienone. Retromarce, traslazioni, virate ad "U"; quanto di più naturale per navi da 100 mila tonnellate. Nel giorno della commemorazione ai defunti il porto di Savona, mirabile icona di sviluppo e prosperità (?) ha fatto registrare il tutto esaurito sulle sue banchine. Non una, non due, ma ben TRE immense balene bianche traboccanti di turisti ormeggiate in porto: Costa Concordia, Luminosa e Mediterranea, in ordine di ammucchiamento ai moli. In porto, un viavai di pullman e auto di lusso tentato. In Corso Italia il deserto dei tartari. Urca.
L'occhio straniero e quello del buon senso si aspetterebbero - a ragione - di veder tutto un fiorire di accoglienza vetrine ammiccanti e negozi aperti 09:00 > 20:00 al cospetto di cotanta affluenza coatta (in senso letterale) probabilmente desiderosa anche di un pur scabecio souvenir della Torretta. Evidentemente gli esercizi "embedded" allestiti a bordo di questi goffi autobus del mare operano una concorrenza feroce a quelli cittadini, che a loro detta non vendono e quindi tengono chiuso. Tiè. Questo non-fare acuisce la trista desolazione domenicale del mezzodì. Questa è la prima chiave. La seconda - che sottende la prima - è probabilmente il classico chissenefrega. Un chissenefrega viscerale, confermato purtroppo da uno degli unici negozi aperti: Che squallore - racconta gentile la proprietaria da dietro il banco - i turisti arrivano e trovano tutto chiuso.

Abbiamo provato in tutti i modi a far capire ai nostri colleghi esercenti che vedere i negozi aperti crea accoglienza per i turisti (e predisposizione all'acquisto n.d.r.) Niente, non c'è stato niente da fare - continua rassegnata la signora - ci siamo sentiti rispondere che una volta han provato a tenere aperto, han constatato che le vendite erano basse e fine, chiuso. Che tristezza". Possibile?! (mi) chiedo. Normale!! Mi rispondono. Eppure la signora, anche in virtù del suo colorito roseo, non pare esser sbarcata da Marte...La osservo, mentre asciuga i bicchieri. Da una parte è contenta: I turisti di passaggio lungo Corso Italia si fermano tutti da lei. Dall'altra è scorata: in nessun altro luogo si assiste impotenti a questa specie di vocazione così antituristica.

Anche un bambino distratto, oltre alla barista, capirebbe che l'accoglienza è come un motore diesel che si scalda piano, che ovviamente occorre investire qualche giorno di lavoro e qualche euro di bolletta elettrica nonostante le poche vendite, se si vuole iniziare davvero ad essere una meta. Questa banalità pare un concetto astratto e inarrivabile. Ma... non sarebbe sufficiente un coordinamento tra il Comune e la tanto voluta Costa per creare un percorso turistico accessibile, organizzato, con segnaletica leggibile, navette e negozi aperti, come in qualunque altro posto abbia la fortuna di vedersi recapitare a domicilio migliaia di potenziali acquirenti? In una parola, qualcosa di normale? Ovvio, si perderebbe un ottimo pretesto per il perenne mugugno, ma forse ne varrebbe la pena. Anche perchè - a proposito di diesel - i servizi di bordo delle TRE balene bianche Costa ormeggiate in porto funzionano h24 e consumano qualche Megawatt cadauna (non Kilowatt, Megawatt: mille volte di più). Siccome un allacciamento elettrico in banchina, a 40 anni dallo sbarco sulla luna, pare anch'esso qualcosa di irrealizzabile, l'elettricità necessaria ai servizi di bordo viene prodotta dai giganteschi (e rumorosi) generatori diesel delle signore navi. Generatori da qualche megawatt = fumi di scarico da qualche megawatt che la bella Savona, con un filo di scirocco, respira a pieni polmoni, grata a Costa per cotanto sviluppo, ma beninteso, a serrande abbassate.

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