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Sei immagini esclusive di una mattinata sul lungomare della capitale turistica

La ronda della legalità

Alassio, ci pensa la Lega

Cantieri edili con operai senza protezioni, auto sul marciapiede, mendicanti, il “banchetto” per la firma: “Il Crocifisso non si tocca”. I richiami al Vangelo, ai valori. E la legge?

Alassio – Lavorare in un cantiere edile, al quinto, al sesto piano, al piano strada, senza la minima protezione e dotazione prevista dalle norme infortunistiche. Non accade in una zona semideserta, lontani da occhi indiscreti. Non sono immagini  di “terre” governate dal malaffare organizzato, dall’antistato che detta la sua legge.

Ci troviamo sul lungomare di Alassio. Una mattina, mercoledì 11 novembre 2009. Giornata di sole, di azzurro da cartolina, molti esercizi pubblici ed alberghi chiusi. Bassissima stagione. Poca gente, pochi turisti. Mamme con carrozzelle.  I rari dehors aperti sono tuttavia affollati. La città fa sempre attrazione più che altrove.   

Quattro cantieri edili, due li abbiamo fotografati (vedi sotto) a testimonianza. Per ricordare a chi distribuisce le medaglie di “rompicoglioni”, chiarendo senza vergognarsi che ad Alassio i “rompicoglioni” non vinceranno mai le elezioni. Perdenti a vita. Non ci sono dubbi.

Così può accadere che, senza trasformarsi in detective, una passeggiata nell’affascinante Baia alassina si trasformi in un racconto-viaggio da “scene di sfacciata illegalità”.

Lavori in corso, con tanto di regolare cartello, avvisano, avvertono, mettono in guardia i passanti. Opere di ristrutturazione, sistemazione, ai piani alti di immobili. Ci sono camion, mezzi meccanici di imprese all’opera (non ci interessano nomi, cognomi, verifiche), parlano le immagini.

Al giornalista tocca  solo raccontare.

Sono al lavoro numerosi operai per ogni cantiere, impegnati anche in operazioni vistosamente rischiose. Pesi e materiali, attrezzature, sollevati. Impalcature.

Non c’è bisogno di essere esperti della materia o sfogliare il manuale della sicurezza in cantiere, sul luogo di lavoro.  Nessuno indossa caschi, cinture, scarpe.

Quando ci avviciniamo chiedendo se non temono il pericolo... Ecco qualche risposta a caso: <Chi sei? Cosa vuoi? Perché ti preoccupi? Hai fotografato noi?>. Assicurazione immediata: <Nessuna foto, sono un turista…>.

Ma non avete paura dei controlli…! <Sarai mica di Striscia la notizia…. Quelli si che fanno…>.

In un altro cantiere, scambio di idee e battute più o meno analogo. Con un’ulteriore provocazione. Siete “fortunati”, qui lavorate senza problemi…. Risposta: <Qui siamo ad Alassio…, conosci il sindaco?...>.

Non sembra il caso di scandalizzarsi troppo per quei cantieri “corsari” che sfidano a modo loro i martellanti appelli del Capo dello Stato alla mobilitazione contro gli infortuni, le morti bianche. Il rosario serale della televisione, soprattutto Rai.

C’è altro da descrivere, per non annoiarsi. Nella centralissima Piazza Partigiani, per l’intera mattinata, un’auto blu (come documenta la foto) rimane in sosta (senza multa) sul passaggio pedonale, davanti alle vetrate dell’ex sede dell’azienda di soggiorno, impedendo persino il transito di carrozzelle per invalidi.  Vettura potente e costosa, simbolo del potere?

Sosta selvaggia da degrado etico? Del faccio come voglio? Qui comando io? Più probabilmente stupidità. Scene abituali nei vicoli di Napoli e dintorni.

In strada, sul lungomare alassino, non  c’è la folla autunnale dei fine settimana. I negozi sono “vuoti”. Solo da “Arturo” qualche cliente vip esce col borsone pieno. Beato lui!

Nel budello, sulla passeggiata, ogni 200-300 metri, piazzati, si incontrano gli immancabili extracomunitari. Vendono una rosa, mazzetti di tulipani. Un euro, due euro, tre euro.

Non manca il “musicista” sistemato in un tratto strategico, in attesa di ricevere l’obolo. Poco lontano dalla palazzina dove c’è ancora la targhetta di Antonio Negro, il massimo omeopata vivente d’Italia. Ha curato Gronchi (ex presidente della Repubblica), Andreotti, Taviani, persino papi.

Massimo Viglietti dello storico ristorante La Palma sta facendo footing in tenuta estiva con un amico, si volta divertito. Un turista americano si abbassa (vedi foto) e lascia cadere un dollaro.

Qua e la si aggirano – ha levato le tende l’organizzazione estiva dei vu’ cumprà – venditori ambulanti di sciarpe e chincaglierie.

Il tutto sarebbe vietato, come da ordinanze comunali. Il tutto sarebbe vietato come da leggi dello Stato che puniscono le violazioni, le inosservanze alla sicurezza nei cantieri edili e nei posti di lavoro.

Un mese fa era capitato sulla collina ai confini di Laigueglia. Al nostro arrivo, scambiati presumibilmente per “controllori”, abbiamo causato involontariamente la precipitosa fuga di diversi addetti a due piccoli cantieri. In un punto si stava realizzando un percorso pedonale con tortuosi muretti, nell’altro una ristrutturazione immobiliare.

Non si facciano problemi eccessivi gli elettori alassini. In piazza Matteotti, a fianco della benemerita e storica pasticceria Balzola (chiusa per ferie), c’è un banchetto ed un cartello rassicurante: <Firma anche tu, il Crocifisso non si tocca>.  Iniziativa nell’ambito della mobilitazione  annunciata a tutta pagina dal Secolo XIX del 5 novembre. Titolo: <Il crocifisso non si tocca- La Lega Nord, con Andrea Bronda, prepara una manifestazione contro il verdetto della Corte Europea>.

Non sono ancora partite le “Ronde della legalità”. Ad Alassio ci pensa la Lega che, tra l’altro, è al governo della città, della Provincia, dell’Italia.

Quei titolari, quei datori di lavoro (cantieri edili) non saranno leghisti. Magari sono comunisti. Altrimenti sarebbe un cattivo esempio di berlusconismo praticato. Quello che sta distruggendo ciò che resta di un Paese democratico. E non c’entra la vita privata, l’ideologia, i singoli simpatizzanti.

L’incongruenza di chi ha tutte le ragioni per battersi e raccogliere firme del “crocifisso non si tocca” e chi “crocifigge la legalità”, alla base della convivenza civile di ogni popolo.

Mettere in campo impunità e arroganza (sfacciata) del potere di turno.  

C’è il cantiere fuori legge, l’auto in sosta fuorilegge, il disperato ed affamato vu’ cumprà fuorilegge. Lasciamo perdere il nepotismo e il “toto assunzioni” prossimo venturo in Municipio e municipalizzate.

Sarà presto fuorilegge, come sta accadendo da tempo in Russia, a Cuba, in Iran, raccontare da cronisti di strada una mattinata, da incorniciare, nella “Baia del Sole”? Senza il consenso di chi comanda.

L. Cor.