Un' opinione  sulla nostra proposta di Terza Via .

E’ SUGGESTIVA L'IPOTESI LANCIATA DA TRUCIOLI

Terza Via. E’ suggestiva l’ipotesi lanciata da Trucioli. Certo un ottimo spunto per cercare di avviare un dibattito in una città silente, anestetizzata, passiva in tutto tranne che nella lobby del cemento (ed è superfluo spiegare perché).
Le perplessità sono molte. E sono già emerse negli interventi che si sono succeduti. Credo abbia colto nel segno l’ingegner Roberto Cuneo, vittima sacrificale di un centrodestra sgangherato e lacerato da piccole beghe cortilesche nell’impossibile sfida a Ruggeri, quando pone l’accento sul “disinteresse della popolazione sui fatti della politica locale”. Ma sarebbe errore grave non cercare almeno di risalire ai motivi dell’apatia, del menefreghismo, del lasciar correre. Troppo semplice guardare agli effetti senza tentare di risalire alle cause.

Il discorso è complesso. Certo non aiuta ad avere fiducia nella (presunta) classe politica savonese quanto è avvenuto in questi ultimi mesi a Palazzo Sisto IV e quanto si ripeterà (al peggio non c’è mai fine) da qui alla primavera del 2006. A cominciare dalla farsa della (scontata, non siamo gonzi) candidatura di Ruggeri, gestita dai Ds in modo contorto, volgare, insultante per la città e l’intelligenza dei savonesi tutti. Ma che dire dell’ignobile teatrino che si sta organizzando con i guitti sopravvissuti attorno al capocomico Lirosi, un signor nessuno aggrappato ad un ruolo che non gli spetta, che non è in grado di sostenere, ma soprattutto che nessuno gli ha assegnato.  E come dimenticare, facendo un passo indietro, le candidature, sostenute da Ulivo e Casa delle Libertà, che hanno portato in Parlamento personaggi come il desaparecido Pedrini (chi era costui?), l’evanescente quanto inutile Sambin, il pendolare Zunino e il sempre sconfitto Nan? E poi ci si interroga sul disinteresse della popolazione.
Sulla proposta della Terza Via è forte l’interdizione di Karl Heinz Schnellinger, uno pseudonimo azzeccato e fedele alla fama del grande difensore del Milan e della Germania (come non ricordare il gol dell’1-1 all’ Atzeca che propiziò quel fantastico 4-3 siglato da Gianni Rivera). Ma è troppo facile liquidare il discorso definendola “inattuabile, inefficace e politicamente ambigua”.
Il tackle è pesante, da cartellino giallo, quando si insinua di iniziativa frutto di “capricci politici utili a fare alzare il prezzo, sia nel caso delle primarie, sia per avere peso in un eventuale ballottaggio”.

 C’è anche un salvataggio sulla linea, mutuando il linguaggio calcistico, quando si afferma che Savona non può fare a meno della “spinta propulsiva di un nuovo mercato immobiliare e commerciale”. Forse si pensa all’arricchimento dei soliti noti e alla svendita della città alla lobby dell’edilizia.

Altro giallo per simulazione l’affermazione secondo cui grazie “al perfetto allineamento tra Comune, Regione Provincia” si realizzerà “una idea di Savona come mai da anni si è avviata”. Che dire poi quando dell’affermazione secondo cui “dimentica qual siano le vere leve del potere” chi pensa che “il meccanismo di potere con molta fatica e raffinato intreccio raggiunto tra le parti economiche e imprenditoriali, possa interrompersi o anche solo subire dei segnali di arretramento”. Tra tackle e entrate a piedi uniti lo strenuo difensore del centro-sinistra, degno epigono del miglior Nereo Rocco, arriva al più classico degli autogol, tipo Comunardo Niccolai, quando afferma che “il potere ad oggi è sempre stato speso per la città e il suo benessere”. Senza vergogna.

Merita apprezzamento, invece, l’analisi critica di Federico Delfino sulla situazione del centro destra (mancanza di struttura, esigenza di rinnovamento e riorganizzazione per un necessario quanto indispensabile radicamento nel tessuto sociale, fin qui inesistente). E va sottolineato il suo appello allo schieramento moderato per individuare un candidato sindaco “che si presenti con un biglietto da visita di cose fatte da lavoratore e che sappia porsi agli elettori come elemento di rinnovamento”.

Non una mera masturbazione di fantapolitica, insomma, bensì materia su cui discutere e voglia di dibattere la proposta lanciata da Trucioli sulla Terza Via. Un punto di partenza su cui impostare, ammesso che interessi davvero a qualcuno, un progetto verso il 2006. Un aspetto non sottovaluterei: la gente è stufa della politichetta espressa dai due fronti, e forse si sta accorgendo, purtroppo in ritardo, che nel Palazzo si è guardato e si guarda più all’interesse di pochi che a quello della collettività. Certo, nessuno può mettere in discussione la forza d’urto del centrosinistra, ma rassegnarsi ad una cosa pubblica gestita dal “partito degli affari” non si può. E non si deve. Non sarà la Terza Via. Ma parlarne è già qualcosa. Un segno che si può parlare al manovratore. E magari costringerlo a cambiare strada.

Rombo di Tuono

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