Nell'occasione della elezione del primo Parlamento dell'Italia Unita

ELEZIONI CONTESTATE A SAVONA: MA NEL 1861

Pescetto e Astengo ai ferri corti

Si tratterebbe di una notizia ghiotta, se non fosse un poco “datata”, quella di una contestazione elettorale in quel di Savona.

Accadde, infatti, nel 1861: nell'occasione della elezione del primo Parlamento dell'Italia Unita.

In quell'anno dei portenti il collegio di Savona contava su 1316 elettori (si votava per censo: insomma, alle urne soltanto se si era ricchi e maschi) ed era suddiviso in cinque sezioni.

Si votava attorno al “Caminetto”: i notabili, infatti si radunavano in un luogo determinato e , tutti assieme, deponevano la scheda nell'urna. Il Presidente della Sezione, contanti i voti, portava di persona il verbale all'ufficio centrale del Collegio, laddove si facevano le somme e si proclamava l'eletto (il collegio era a sistema maggioritario, uninominale: ovviamente).

A Savona si votò il 5 Febbraio: i contendenti al seggio di Palazzo Carignano (la capitale era ancora situata a Torino e la sede della Camera, ancora quella dell'antico Parlamento Sabaudo) erano il generale Giacomo Pescetto e l'avv. Giacomo Astengo, più volte eletto della Deputazione Subalpina, a partire dal 1852.

Accade, quella sera di Febbraio, che il presidente della sezione di Varazze ritardasse a consegnare il proprio verbale, trattenuto nel viaggio ( da Varazze a Savona, all'epoca, si trattava proprio di un viaggio) dal tempo inclemente.

Il presidente della sezione savonese che fungeva da seggio centrale per la proclamazione dell'eletto, era, pensate un po', il padre del candidato Astengo.

Ad un certo punto, visto che da Varazze non arrivava nessuno,  stanco ed assonnato, l'avvocato Astengo senior decise di andarsene a dormire, portandosi appresso a casa i verbali delle altre sezioni elettorali.

L'indomani mattina, recapitato ad un domestico, il plico con i risultati di Varazze, fu proclamato vincitore il generale Pescetto con 471 voti, l'avvocato Astengo fu battuto con 423 voti (quindi una lotta molto incerta) 15 schede nelle e 6 bianche.

L'incongruità della procedura rimbalzò nell'aula parlamentare, nel corso della seduta del 27 Febbraio successive, allorché il rappresentante dell'Ufficio Centrale Nazionale, nell'occasione il deputato Negrotto (marchese Cambiaso, eletto nel collegio di Pontedecimo) propose la convalida.

Si aprì una discussione molto accesa intorno alla liceità della procedura: poi riconoscendo l'assoluta probità nel comportamento dell'avv.Astengo senior, che non aveva assolutamente approfittato della situazione per favorire il figlio, fu proclamato deputato il generale Pescetto (cui Savona, in tempi successivi, dedicò la via traversa di Corso Ricci su cui sorsero le case operaie Viglienzoni. La via attualmente intitolata al Sindaco della Liberazione, Andrea Aglietto).

In quelle elezioni il conte di Cavour fu eletto ad Ancona, Garibaldi nel collegio di Napoli I, Nino Bixio in quello di Genova I, Giuseppe Verdi a Borgo San Donnino (l'attuale Fidenza) mentre in Sicilia fra baroni, duchi e principi fu eletto un solo borghese. Francesco Crispi a Castelvetrano.