Tormenti & veleni a Palazzo Sisto IV
Berruti e la Torre Fuksas
La sfida Di Tullio-Molteni
Il sindaco
"spariglia" sul progetto della Margonara. Un feuilleton dell'assessore alla
Cultura sulla bellezza delle donne savonesi scatena una acida querelle con
il compagno di giunta
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Dubbi emersi per non dire esplosi, tra il serio
e il faceto, e che suscitano non poche
perplessità, se non altro perché dall'equilibrio
e dall'intesa degli amministratori sugli
obiettivi da raggiungere dipendono in parte le
sorti della città.
Il sindaco, con una sortita tanto improvvisa
quanto inattesa, ha cancellato con un colpo di
spugna la
Torre di Fuksas e di fatto il
progetto, rimettendo tutto in discussione. Una
sortita dalle motivazioni sconcertanti,
sorprendente anche per chi, come noi, non ha mai
nutrito simpatie per il progetto e per la "rapallizzazione"
del territorio. |
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Una assise che, ricordiamolo, aveva mobilitato
la città e che aveva visto la presentazione di
decine di documenti e di
proposte, sollecitazioni, puntualizzazioni e
richieste anche vincolanti, oltre al secco "no"
della Consulta culturale savonese, ma che si era
conclusa con l'assenso del 99 per cento dei
partecipanti, pur con numerosi distinguo. Un segnale incomprensibile ai più, rimbombato in un isolamento quasi totale sul piano politico (assessori e consiglieri, compresi quelli dell'opposizione, avevano espresso entusiasmo financo imbarazzante per lo "schizzo" di Fuksas), del mondo imprenditoriale e, apriti cielo, dell'Autorità Portuale (il progetto Margonara, senza muovere un sasso, è già costato qualcosa come un milione di euro). La situazione, per dirla alla Flajano, è grave ma non seria. |
Che dire della querelle tra l'assessore
Molteni e il suo vicino di
scranno
Livio Di Tullio. Casus belli: un
feuilleton, che nei giornali sta per un
argomento di taglio basso su temi frivoli,
curiosi, sia di cultura che di costume, o anche
su fatti di cronaca. Articoli da scrivere in
punta di penna e che nei giornali vengono
affidati a giornalisti arguti, smaliziati, o
anche caustici. Certo attenti alla società e al
mondo che li circonda.
Molteni, intraprendente
assessore alla Cultura, grazie all'ospitalità
del quotidiano
La Stampa si è lasciato andare
in punta di penna ad un divertissement sulla
bellezza (innegabile) delle donne savonesi e, di
rimbalzo, sulla bellezza della città. Nè
volgare, nè offensivo nei confronti delle donne,
del loro ruolo e della loro importanza nella
società. Ci mancherebbe altro. Un feuilleton e
niente di più. Una "leggerezza", anche
stilistica, apprezzabile, giornalisticamente
parlando, oltre che un momento di pausa e
alleggerimento nel magma della cronacaccia e
della politica autoreferenziale. Un intervento
su cui soffermarsi e sorridere. Senza
scandalizzarsi o alzare barricate e sollevare
temi alti della società. Suvvia, cerchiamo di
restare con i piedi per terra.
Ma l'assessore
Di Tullio, seguito a ruota da
tre "vestali" del suo partito, è saltato su.
L'ha intesa e presa malissimo. Pervaso da sacro
fuoco, prima ha risposto a muso duro, ergendosi
a paladino, con corazza, spadone e
cimiero, delle donne savonesi e italiche; poi,
dopo un aspro quanto sconcertante (per toni e
temi) botta e risposta a mezzo stampa, si è
avventurato sul terreno dell'ironia, a lui, non
ce ne voglia, poco congeniale. Risultato:
imbarazzo generale. Commento: ma a Palazzo Sisto
IV non hanno altro a cui pensare?
Ragazzi, siamo seri, dateci un taglio.
*Giornalista
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