USCIAMO DALLE NOSTRE RISERVE!
ORA E’ IL MOMENTO GIUSTO di Antonia Briuglia
MOLTE LE QUESTIONI APERTE A SAVONA E
PROVINCIA. Troppe sono quelle legate a un’urbanistica sempre più
responsabile dell’aggressione e della “squalificazione” del
fronte mare savonese. Progetti ormai noti, ben esposti,
martedì sera, in Sala Rossa dai rappresentanti di Italia
Nostra: il porto e la torre Margonara, la cementificazione a
Miramare, i volumi accanto al Crescent e al Priamar, quelli
previsti negli ex cantieri Solimano e infine la mega-piattaforma
Maerks a Vado.
Sembra impossibile tanto cemento, in così
pochi chilometri, eppure è così. Quelle che le
amministrazioni e i politici chiamano
operazioni di
riqualificazione
del territorio, saranno invece responsabili del degrado urbano
dettato dall’insostenibilità e non sarà servito neanche a
soddisfare la richiesta di case dai costi accessibili. Interventi volti solo a cogliere le occasioni
che i vuoti urbani e le aree industriali dismesse offrivano agli
appetiti edificatori privati e che hanno, di fatto, sancito il
fallimento della capacità programmatico pianificatoria di una
città. Quale vantaggio per i cittadini? Quale miglioria per la città? Quale trasformazione economico- sociale ? L’indirizzo pubblico, quello della
collettività, negli interventi sul litorale è stato sacrificato,
nel PUC savonese, al profitto di pochi e alle esigenze dei
grandi gruppi Immobiliari, puntualmente propagandato per
SVILUPPO. La “mano pubblica”, quella che avrebbe dovuto
rappresentare gli interessi generali, ha rinunciato al suo ruolo
per demandarlo ancora una volta alle proposte e ai progetti dei
privati. A cosa è servito sperare in un PUC come
strumento decisionale che ristabilisse e cambiasse le sorti del
territorio savonese? Tutto è rimasto com’era e la colata
di cemento sul fronte mare non ha variato di nulla o messo in
discussione le proposte iniziali. Ha contenuto e rispettato in tutto le
proposte progettuali del Piano Regolatore Portuale, peraltro
neanche intaccate dalle disposizioni contenute nell’ultima
stesura del Piano Paesistico redatto dalla Regione Liguria dove
Savona, Vado e le Albissole sono state opportunamente
dimenticate. |
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LA PROGETTAZIONE PARTECIPATA. Non c’è stato alcun coinvolgimento della
cittadinanza, eppure gruppi di cittadini e Comitati non
hanno perso occasione di far sentire la loro voce. |
Lo striscione su uno
scoglio della Margonara con la scritta
”Progettazione
partecipata” suona
oggi come una pericolosa denuncia, specialmente
per un’amministrazione di centro- sinistra che
dovrebbe difendere, contro ogni ingerenza, il
principio della partecipazione dei cittadini che
rappresenta. Tutti gli interventi
urbanistici più impattanti sono stati portati
avanti con determinazione, sordi agli allarmi
che da più parti lanciavano “i pantofolai
savonesi”.
Così dopo
la torre Boffil,
oggi si può già “ammirare” la stecca del
Crescent,
così come si possono immaginare realizzati i
volumi Solimano
e
Miramare
che l’Amministrazione sembra decisa ad attuare. Da più parti però, gli
“irriducibili”, chi ritiene si possa e si debba
ancora fare qualcosa, chi ritiene non si possa
assistere inermi a questa pessima stagione di
gestione dell’ambiente savonese, continuano a
denunciare.
Le
associazioni e i
comitati sono
numerosi e tutti, nei limiti delle loro
possibilità, molto attivi, ma anche molto
isolati. Rappresentano una grossa
fetta della cittadinanza che non vuole stare
chiusa nelle loro case ad attendere che tutto si
compia, ma vuole agire, fare sentire la propria
voce. Così, per citarne alcuni: se
non è Italia Nostra, la Consulta Savonese o il
WWF, sono i comitati come Margonara Viva, gli
Amici di Grillo o Vivere Vado, il Moda, i Medici
per l’ambiente o Uniti per la salute. |
USCIRE DALLE RISERVE:
CONTAMINARSI; COLLABORARE!
Il momento storico per la
Provincia di Savona è particolarmente complesso,
ma anche sensibilmente propizio . Le ultime
notizie dal Ministero sulla
piattaforma Maersk
fanno ben sperare, ma sono anche la prova
dell’efficacia dei ricorsi promossi dai
Movimenti. Il
porto e torre Margonara
sembrano in una fase di stallo progettuale,
l’ampliamento della centrale a carbone è oggetto
di più ricorsi al TAR. |
I partiti politici, poi, sembrano già
proiettati in una nuova stagione pre-elettorale e perciò tesi a
mistificare le loro incoerenze, o a rimuovere le loro passate
gravi inefficienze. La trasversalità politica
degli interessi che stanno alla base del consumo del territorio
e delle questioni ambientali energetiche come la centrale, ha di
fatto prodotto una trasversalità politica anche dei movimenti,
tanto criticata dai partiti della sinistra. Questa vecchia tattica di screditare chi si ha davanti
mettendo in dubbio la fede politica o peggio la connivenza col
“nemico”, non funziona più. La difesa territoriale dell’ambiente,
la difesa della salute di chi lo abita, può sicuramente aver
generato delle trasversalità per il comune interesse, ma
questa è oggi una ricchezza. Qualcosa comincia a sfuggire di mano ai vecchi partiti
politici, perché la politica, oggi, non si fa più solo nelle
federazioni di partito dove di decidono da sempre Sindaci e
Assessori , ma anche su una spiaggia, in una stanza, in una
piazza e i risultati si sono visti nelle Elezioni Comunali di
Vado, dove i Movimenti sono stati capaci di conquistare
l’Amministrazione Comunale. Le questioni aperte, più urgenti e
particolarmente gravi come: la piattaforma Maerks e
l’ampliamento della centrale a carbone, ci fanno comunque capire
che i problemi, pur di competenza dei Comuni di Vado e Quiliano,
riguardano tutti noi. Sappiamo quali coinvolgimenti territoriali
potrebbero portare la costruzione di una piattaforma containers
grande come cinque campi di calcio a pochi chilometri di
distanza dalle nostre coste e l’ampliamento di una centrale a
carbone alla stessa distanza. Gli inquinanti della combustione del
carbone arrivano a molti chilometri di distanza, coinvolgendo i
comuni di Savona, Bergeggi, Spotorno, Noli, Altare, della Val
Bormida e delle Albissole, facendo di Savona la provincia
più inquinata della Liguria con incidenza di malattie e
mortalità, legate a tale aspetto, fortemente preoccupante. Diventa quindi nostro preciso dovere batterci per
tutelare la salute nostra e dei nostri figli e dobbiamo farlo
tutti insieme. Non è più pensabile che ogni
associazione e movimento si occupi di questo o di quell’aspetto
in modo individuale, ma è necessario un
coinvolgimento di tutti soprattutto nelle iniziative pubbliche e
di raccordo con le amministrazioni. Il fine comune che sostiene la lotta di chi pensa al
domani contro chi difende il proprio profitto di oggi, deve
portare le associazioni e i movimenti a “contaminarsi”. Le “riserve” dove le stesse persone, si scambiano
opinioni, dibattono e decidono, devono all’occorrenza aprirsi
agli altri aspetti del territorio. La forza dell’unione renderà più efficace le battaglie. Sono certa che le straordinarie persone che ho
conosciuto nelle diverse associazioni e nei numerosi comitati,
potrebbero riuscirci. Gli interlocutori politici e non, avrebbero sicuramente
diversi atteggiamenti e soprattutto la comunicazione con i
mass-media e il resto della cittadinanza sarebbe certo più
efficace.
ANTONIA BRIUGLIA
Contro il potenziamento della centrale a carbone di Vado
I disegni di Serena Salino esposti nella sala rossa del Comune durante l'incontro organizzato da Italia Nostra
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Piattaforma
funivie