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In Piemonte è iniziata la mobilitazione delle categorie colpite. E in Liguria?

A passo d’asino con la Gelmini

Sarà una batosta per le aziende

 Ecco tutte le conseguenze nei settori dell’industria, agricoltura, commercio

         di Massimo Macciò


 

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D.P.R. 380/2001. E' il Testo Unico in materia edilizia, l'atto normativo in cui sono riportate le competenze dei vari enti e la procedura da seguire in materia di costruzioni. Dovrebbe essere il pane di ogni geometra, ma i futuri geometri non ne sospetteranno neppure l'esistenza.

Dal prossimo anno, infatti, la legislazione urbanistica e ambientale, il regime giuridico della tutela delle acque e della gestione dei rifiuti, il demanio o l'espropriazione non saranno più studiate nelle scuole italiane per geometri.

Non è che un esempio: il tecnico dei servizi della ristorazione non conoscerà i reati alimentari, non saprà nulla delle autorizzazioni sanitarie necessarie per aprire un esercizio e penserà in buona fede che l'HACCP sia un acronimo sovietico; il perito agrario dirigerà i lavori catastali senza sapere dell'esistenza del catasto e così via.

In sintesi: la riforma della scuola secondaria superiore voluta da Tremonti e approntata da Maria Stella Gelmini cancellerà quelle competenze giuridiche ed economiche che erano uno dei vanti (non l'unico, certo) dei nostri professionisti dell'agricoltura, dell'industria e del commercio.

Il diritto e l'economia, infatti, cesseranno di essere insegnate in quasi tutti i trienni degli istituti tecnici e professionali (e nella quasi totalità dei licei, dove si verificheranno altri paradossi che abbiamo già raccontato: vedi  archivio di Trucioli Savonesi ).

I risultati, inevitabilmente, saranno quelli sopra descritti. Ma c'è un'altra conseguenza strisciante e che dovrebbe preoccupare da subito i titolari di aziende: senza più alcuna competenza giuridica, economica e finanziaria i figli degli imprenditori liguri, piccoli e meno piccoli, dovranno pagare fior di avvocati e commercialisti per fare ciò che i loro padri svolgevano da soli.

In Piemonte molti industriali se ne sono accorti e stanno tempestando il ministero dell'istruzione di lettere di protesta. Che posizione si sentono di assumere i loro colleghi del Savonese? Qualcuno di loro ha già iniziato a firmare il documento che riportiamo e ad inviarlo (direttamente o tramite il Coordinamento Nazionale dei Docenti di Diritto ed Economia) al ministero dell'istruzione.

E il presidente Claudio Burlando, nella Conferenza Stato-Regioni che in questi giorni deve dare il proprio parere sui nuovi schemi di regolamento per i licei e gli istituti tecnici e professionali, che posizione prenderà riguardo all'eliminazione delle discipline giuridiche ed economiche?

I professori di diritto ed economia, i loro studenti, le famiglie degli stessi e tutti i liguri cui interessano le sorti della scuola e dell'impresa vorrebbero saperlo, per valutare le proprie scelte nel prossimo futuro.  A proposito di Burlando: se passerà la riforma anche il futuro ingegnere elettronico potrà iniziare a lavorare senza aver fatto neppure un'ora di diritto per la professione...

 

Massimo Macciò, Coordinamento Nazionale dei Docenti di Diritto ed Economia

macciomas@fastwebnet.it

ll CNPI nella seduta odierna ha espresso il proprio parere sulla Bozza di regolamento sulla revisione dell’assetto ordinamentale dei licei, avendo nel mese di luglio già espresso il proprio parere con un giudizio molto critico, in particolare per quanto attiene alla revisione degli istituti professionali.

Anche sulla bozza di regolamento sui licei il CNPI, all’unanimità, oggi esprime un giudizio fortemente critico, che si traduce nella sostanziale bocciatura della proposta del Ministero, in particolare per i seguenti motivi:

·       il coinvolgimento anche delle seconde classi nel passaggio al nuovo ordinamento dall’a.s. 2010/11;

·       l’assenza di collegamento con l’obbligo a 16 anni e della corrispondenza fra i contenuti dei piani di studio dei bienni e gli assi culturali delle competenze previsti dal DM 139/07.

In particolare il parere fa rilevare la mancanza di un’area comune nei

bienni;

·       la totale assenza anche di un riferimento al successivo regolamento sui crediti scolastici, per i passaggi all’interno dei diversi percorsi dell’istruzione secondaria superiore, come previsto dalla L. 53/03 e dal Dlvo 226/05, di morattiana memoria;

·       la contradditorietà fra le finalità dichiarate ed i quadri orario, che evocano invece un impianto di tipo esclusivamente contenutistico;

·       la totale assenza di investimenti di risorse umane e finanziarie necessarie per fare partire un percorso riformatore ( formazione in servizio, organico funzionale, ecc…).

Ci sembrano osservazioni degne di attenzione e considerazione da parte del Ministro, che dovrebbe tener in conto i pareri espressi, tutti all’unanimità, da chi rappresenta istituzionalmente il mondo della scuola.

Mancano, per la esecutività dei regolamenti, ancora i pareri della Conferenza Unificata, delle Commissioni parlamentari e del Consiglio di Stato.

Anche il CNPI, quindi, denuncia l’impossibilità di risolvere tutte le criticità presenti nel regolamento in tempo utile per le iscrizioni per il prossimo anno scolastico, che di norma scadono nel mese di gennaio.

Il tentativo di accelerare l’applicazione di norme confuse e contraddittorie rischia di gettare nel caos le scuole e in confusione studenti e genitori.

Per questo ribadiamo la necessità di rinviare l’entrata in vigore dei regolamenti di riordino della scuola secondaria superiore.

Roma, 7 ottobre 2009

LETTERA DEI PICCOLI IMPRENDITORI

Spett.le

Ministero della Pubblica Istruzione

Dirigente Capo Segreteria Particolare Ministro

Viale Trastevere

00100 ROMA

 

Spett.le

Direzione Generale per l'Istruzione e Formazione Tecnica Superiore e per i Rapporti con i Sistemi Formativi delle Regioni

Ufficio III – Istruzione e Formazione Tecnica Superiore

Via Ippolito Nievo

00100 ROMA

 

 

OGGETTO: Richiesta dei piccoli imprenditori della provincia di Savona per il mantenimento di diritto ed economia nei trienni degli Istituti tecnici e professionali

 

 

I piccoli imprenditori proprietari di aziende operanti nei settori edili, industriali, commerciali, artigianali ed agricoli della provincia di Savona

 

CHIEDONO

 

Il mantenimento di Diritto ed Economia nei piani di studio degli Istituti tecnici e professionali;

 

RILEVANO

 

che alle loro aziende servono operatori dotati non solo di competenze tecniche nel settore, ma anche di conoscenze giuridiche ed economiche per orientarsi nella gestione dell'azienda;

 

SOTTOLINEANO

 

La loro necessità di un rapido inserimento nell'impresa dei neodiplomati dopo il primo triennio di scuola superiore ed evidenziano l'opportunità di non ricorrere sempre a professionalità esterne che comportino un aggravio di spesa spesso non sopportabile

 

Ringraziano ed ossequiano