CEMENTIFICARE IL FRONTE MARE SI PUO’ di Antonia Briuglia
Era il 2006 quando, a Savona, veniva
chiesto a gran voce, se ricordo bene proprio in un Convegno
di Italia Nostra, di rivedere in modo più critico il Piano
della costa savonese. Si chiedeva di ripristinare, nell’ambito del progetto
urbanistico, una tutela ambientale che ne sancisse il rispetto,
mediante il lavoro di autentici esperti professionisti, magari
non troppo simpatizzanti di questo o quel partito, di questo o
di quel politico. Esperti che potessero garantire un’autonomia di
giudizio e di lavoro e che riportassero, in tempo, l’assetto
territoriale della costa nel pieno rispetto degli equilibri del
paesaggio o di quel che ne rimaneva.
La bocciatura ideologica del grattacielo
Fuksas ne fu la prima forte occasione pubblica. La richiesta, indirizzata alla Regione
Liguria, finalizzata a frenare l’ aggressione alla costa con
ulteriori colate di cemento ,come era prevedibile, non ha dato i
risultati sperati. La costa assediata dalla speculazione
edilizia di decenni, ha continuato a essere fortemente
oltraggiata, come se nulla, in passato, fosse accaduto, come se
nulla fosse stato denunciato da più parti. L’amministrazione Regionale, in questi tre
anni, non ha ridefinito il Piano della costa e i risultati sono,
in parte già sotto gli occhi di tutti e in parte contenuti in
progetti sempre più definiti che sembrano non rinunciare ai loro
intendimenti. La tanto sospirata salvaguardia della fascia
costiera, chiesta in quel Convegno di tre anni fa, a tutt’oggi
non è neanche iniziata. I
partiti del cemento
vanno avanti! Il nuovo
Convegno di Italia Nostra, martedì sera,
non potrà che constatare che la nostra costa è sempre più
costellata di seconde case, torri e porticcioli e che continua a
essere oggetto di nuovi “riqualificanti” interventi edificatori. La darsena
del porto savonese, dopo la torre Bofill e le costruzioni
limitrofe, continua a procedere incessantemente nella sua
delirante fase edificatoria con il
Crescent ,
quasi terminato, con un risultato che sa di tutto meno che di
“riqualificante”.
Gli ex cantieri Solimano,
più a ponente, sembrano proseguire, senza soluzione di
continuità, l’opera di cementificazione della fascia costiera
savonese. |
![]() Franco Zunino |
La zona, infine,
delle funivie limitrofa
alla Margonara, non sembra aver cambiato gli obbiettivi che
l’Autorità Portuale
aveva allora già progettato e che prevedono altre cubature con
non meglio definite destinazioni d’uso. Su
Margonara,
ricordo ancora distintamente le parole durissime del
sottosegretario all' Ambiente,
Laura Marchetti, che, in quel
Convegno, definì il progetto di Massimiliano
Fuksas.
“Uno scempio al quale, con tutti
gli strumenti, ci opporremo”.
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Come Marco Preve, in
un’intervista di sabato ad Ambiente Italia, ha ribadito:
la costruzione di posti barca porta con sé la costruzione di
cubature sul mare, seconde case, con l’obbiettivo di
giustificarli e sostenerli economicamente e il risultato è un
ambiente irreparabilmente compromesso. In questi tre anni, però, a Savona e in
Regione, tutti hanno continuano a governare al loro posto, con
gli stessi compagni di cordata, proprio quelli che questo
progetto di costa lo avevano voluto e imposto e che non hanno
consentito che vi si cambiasse una virgola. Posizioni chiare negli intendimenti ma
difficili da perseguire se si governa a fianco di un sindaco,
Federico Berruti, che tutti i progetti sul fronte mare li
sta realizzando con determinazione, senza concreti ostacoli, e
di un assessore regionale all’urbanistica, Carlo Ruggeri
che, già sindaco di Savona, questi progetti li ha avviati. Progetti definiti a gran voce e da più
parti, ”scellerati”, ma che inesorabilmente vanno avanti con
l’accordo di tutti, Sovrintendenze comprese. Eppure ad ascoltare le interviste del
presidente Burlando, non sembra parli di questa Regione,
martoriata dal cemento e saccheggiata da chi qui ha da sempre
cercato e trovato il suo profitto. Egli racconta, ad esempio, di Piani Paesistici
all’avanguardia, le cui indicazioni, nella redazione degli altri
Piani sotto ordinati, devono essere rispettate e possono essere
da guida ad altre regioni italiane. Invece, abitiamo proprio qui, in una
Provincia, quella di Savona, che sembra non farsi mancare nulla:
cemento, torri, porti e dighe sul mare, mega-piattaforme per
container sulla costa e centrali a carbone fortemente
inquinanti.
ANTONIA BRIUGLIA
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In occasione del Dibattito Pubblico organizzato da Italia Nostra
"L'aggressione da parte del cemento del fronte-mare di Savona,
dalla Margonara a Porto Vado."