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Per Il Secolo XIX già promossa in fotogenia.  Cherchez la femme”…

CHEESE PLEASE

Robertina (Gasco) tu, almeno tu sorridi!.. Ma non cedere all’imbroglio.. C’è lo scoglio di Scandroglio… La gigantofotografia di Biasotti…

di Bellamigo


Roberta Gasco

Le sigle sono uno dei tanti tormenti del nostro tempo . Pensate , per esempio, a tutte le sigle che hanno accompagnato l’evolversi, il dividersi, lo sciogliersi e il misero ricomporsi del movimento socialista italiano: PSI, PSDI, PSLI, PSIUP, PSE, SU, PS.

            Adesso alzi la mano chi sa subito dire quali sono le parole della sigla UDEUR.

Scommettiamo dieci a uno che ci vogliono almeno venti minuti per rispondere al lettore più preparato delle pagine politiche quotidiane.

Nelle cronache giudiziarie poi la storia è ancora più tragica. L’altro giorno il vetero compagno Pistarino ci diceva tranquillo che un suo amico, al quale è stata negata un’autorizzazione edilizia, ha fatto ricorso al T.A.R. e poi al C.d.S. e poi alla  C.S.d.C che pare sia a Roma come la Sacra Rota. Ma il bello è che non sapeva affatto a quali entità si riferissero queste sigle, sapeva solo che gli avvocati avevano voluto molti soldi.

            Le sigle, quando, come nel caso UDEUR, le componenti vocaliche lo consentono, diventano un nome: dicesi l’UDEUR così come si direbbe l’OSCAR o l’ARTURO. Altrimenti si pronunciano con la dizione alfabetica delle lettere, per es.: Pi Di Elle, Ci Gi I Elle ecc.

            Per forza poi, almeno in politica, si arriva alla deteriore figurazione di singole persone che anziché rappresentare partiti e movimenti gli danno corpo, li incarnano.

            Incarnata per incarnata, ci piace che la misteriosa UDEUR coincida con la nostra concittadina avvocatessa Robertina Gasco. E siamo ancor più contenti che, essendo passata al PDL (insieme all’UDEUR ? da sola ? col fidanzato ? Mah !) ne sia stata nominata nuovo coordinatore provinciale in luogo del Sindaco-Presidente Angelo Vaccarezza. Ammetterete che, essendo ormai la politica fondata sull’immagine, ed essendo lo straletto “Il Secolo XIX” un foglio aduso a frequentissime riproduzioni fotografiche dei nostri, abbiamo ragione di sperare in una antologia dove la  bionda e graziosissima  Robertina (ci perdonerà la confidenza) compaia, nel breve periodo di questo scorcio del 2009, almeno il doppio delle volte nelle quali  è comparso il suo predecessore nei mesi precedenti. Come si può nella nostra gestione di Stato, fondata sul vieto principio “cherchez la femme”, negare questa necessità?   

Claudio Scajola e Sandro Biasotti

Anzi, per sfatare le malignità del compagno Pistarino, terremo il conto e ve ne daremo pronta relazione.

            Si comprende pertanto anche la “soddisfazione” del coordinatore regionale del PDL (scusate se usiamo ,come tutti, la sigla della quale tuttavia fatichiamo a comprendere il senso, per effetto della nostra sopracitata idiosincrazia , naturalmente) il quale ha dichiarato che “…La necessità di costruire un partito radicato sul territorio capace di esprimere una classe dirigente adeguata e coerente con i valori del PDL, troverà nei nuovi coordinatori di Savona ma anche di Genova e Imperia la necessaria spinta propulsiva” (Il Secolo XIX- 2/10/2009 p.25).

 Le ultime parole conclusive del pistolotto costituiscono un endecasillabo perfetto, verso principe della nostra letteratura, a cominciare da Dante. Il che ci conduce ad alti pensieri

 Il radicamento nel territorio (frase già usata da Tabbò, sindaco di Albenga, per negare che lo avesse fatto il PD) comporta una visione arborea e peraltro immobilista e circondariale cui ricolleghiamo, evidentemente in errore, una vacuità lessicale di tutto rispetto.  Ma quello che ci ha lasciati stupefatti è la frase “necessità di costruire un partito…”. Ma scusi, egregio signor Scandroglio (speriamo di non commettere errori perché si tratta di un nome da scioglilingua) questo PDL, è fatto o è da farsi? e fino ad ora che cos’era?

            “Scandito il gran richiamo da Scandroglio,

            Robertina non cedere all’imbroglio

            Di quel che c’è, perché non c’è un bel nulla

            E ti tocca partire dalla culla.”

Un nostro amico, lettore indefesso de’ “La settimana enigmistica”, ci ha dettato questo indovinello:  “ Sul soglio di Moglio, nel cordoglio, in foglio sta lo scoglio di Scandroglio”.

            Quel che più ci ha turbati in questa vigilia elettoralistica regionale è stata la gigantofotografia del dottor Biasotti che, sovrastando la Sopraelevata Aldo Moro, ci guarda severa con la  silente ma prorompente e  inquietante domanda: “Io ci sono e tu?”.           

            Intanto, scusi dottore, ma perché ci dà del “tu” ? Noi con lei non abbiamo mai sorseggiato nemmeno un aperitivo. Guardi bene che ci siamo anche noi e che lei non se ne sia reso conto ci sembra un po’ grave. Anzi col suo serioso volto incombente  sulla Sopraelevata dovrebbe accorgesi che dalla Foce teniamo la destra quindi, alla diramazione per Sampierdarena, ci portiamo a sinistra per raggiungere l’autostrada e  non finire sulla corsia per via Cantore; poi, strappato il ticket, ci riportiamo a destra per l’infilata in galleria verso Savona ma, arrivati sul grande viadotto del Polcevera, ci riportiamo a sinistra mantenendola fino alla fine delle delegazioni per  non essere travolti dagli autotreni e poi… insomma a quel punto  lei non può più accusarci di assenteismo.

            Non un sorriso, niente; questo personaggio vuole indurre nella nostra travagliata psiche un  profondo senso di colpa.

            Robertina tu, almeno tu in Regione, pronunciando la parola inglese cheese (ci:z) che vuol dire formaggio ma riesce a far atteggiare correttamente  le labbra, almeno tu, sorridi !”

                                                                                                BELLAMIGO